Landucci segue Allegri anche a Milanello

Landucci stipendio: quando un tecnico sceglie un vice allenatore, deve fare molta attenzione al profilo che si mette accanto.

Vero, il suo è un lavoro abbastanza solitario, ma avere vicino un collega (che poi spesso è anche un amico) in grado di vedere il calcio e la vita in maniera abbastanza differente più aiutare.

Marco Landucci calciatore

Landucci preparatore dei portieri

A Cagliari Landucci entra nello staff di Allegri

Landucci a Milanello con Max

Le vittorie di Allegri e Landucci alla Juve

Le grandi coppie in panchina sono spesso quelle in cui uno è l’opposto dell’altro, come dimostra il caso limite, quello dell’estroverso Brian Clough e il lavoratore silenzioso Peter Taylor. 

Non è un caso che i due in campo fossero rispettivamente centravanti e portiere. Una dinamica che si ripete in una delle partnership ormai storiche del calcio italiano, quella tra l’ex fantasista Massimiliano Allegri e il suo vice, una volta portiere, Marco Landucci.

Marco Landucci calciatore

Le grandi coppie in panchina sono spesso quelle in cui uno è l’opposto dell’altro, come dimostra il caso limite, quello dell’estroverso Brian Clough e il lavoratore silenzioso Peter Taylor. Non è un caso che i due in campo fossero rispettivamente centravanti e portiere. Una dinamica che si ripete in una delle partnership ormai storiche del calcio italiano, quella tra l’ex fantasista Massimiliano Allegri e il suo vice, una volta portiere, Marco Landucci.

Tra i due il “vecchio” è proprio l’ex estremo difensore, anche lui toscano purosangue, nato a Lucca nel 1964. Le sue doti tra i pali vengono notate dalla Fiorentina, che lo fa crescere nelle sue giovanili, mandandolo in prestito per qualche anno nelle serie minori. L’ottima stagione con il Parma di Arrigo Sacchi, che vince la C1 subendo appena 14 reti, gli vale il ritorno alla casa madre, con tanto di maglia da titolare. Con la Fiorentina Landucci gioca fino al 1991, sfiorando anche la vittoria della Coppa UEFA, persa in finale contro la Juventus.

Quando a Firenze perde il posto, comincia ad alternare stagioni da titolare in Serie B con ritorni in A, spesso come dodicesimo (è il caso dell’annata all’Inter tra 1995 e 1996). L’unica altra stagione da titolare nella massima serie è quella con il Brescia, terminata con la retrocessione. Al Rigamonti Landucci rimane anche nell’anno successivo, contribuendo al ritorno in A delle Rondinelle e alla vittoria del trofeo Anglo-Italiano. La sua carriera termina ad appena 37 anni, non tantissimi per un portiere, con la maglia della Lucchese.

Landucci preparatore dei portieri

Ma il campo continua a essere il centro della vita del toscano, grazie all’intuizione dell’allora direttore sportivo della Fiorentina, Pantaleo Corvino, che si dimostra talent scout di livello anche quando si parla di posizioni all’interno dello staff. È lui che dà a Landucci l’opportunità di diventare l’allenatore dei portieri all’interno del settore giovanile viola, una scelta ben ponderata.

Il passaggio ai grandi è immediato, anche se non a Firenze, bensì a Grosseto, dove nel 2006 la sua storia calcistica si incrocia per la prima volta (almeno…dopo il ritiro) con quella di Max Allegri. Nonostante l’esonero del tecnico, il lavoro di Landucci nelle due stagioni allo stadio Stadio Carlo Zecchini (durante le quali lavora anche con Stefano Pioli) è buono e Allegri si ricorda di lui quando nel 2008 accetta la sua prima panchina importante.

A Cagliari Landucci entra nello staff di Allegri

“Acciughina” diventa il tecnico del Cagliari e decide di inserire nel suo staff proprio Landucci, che fa dunque la sua prima esperienza in Serie A come vice. In quella stagione i rossoblù hanno appena acquistato dall’AlbinoLeffe un estremo difensore promettente, dagli ottimi riflessi, ma che deve ancora lavorare un po’ per diventare un ottimo portiere.

Landucci stipendio

Il lavoro di Landucci con Federico Marchetti è ottimo, al punto che il classe 1983 ottiene le prime meritate convocazioni in nazionale, giocando addirittura da titolare al Mondiale 2010 dopo l’infortunio di Buffon. Nel frattempo Allegri porta il Cagliari a una prima ottima stagione, conclusa con il nono posto, ma la seconda è parecchio burrascosa, con un crollo nella seconda metà di campionato che costa il posto al tecnico e anche al suo staff.

Landucci Campione con Max al Milan

Nessun problema, perché tempo qualche mese e Allegri riceve la chiamata del Milan, dove porta con sé il suo fedelissimo Landucci. A Milanello un allenatore in seconda c’è già ed è l’inamovibile Mauro Tassotti, ma per il toscano c’è comunque il ruolo di preparatore dei portieri. Nel corso delle tre stagioni e mezza passate in rossonero, Landucci ha modo di lavorare con Abbiati, Amelia, Roma, Coppola e Gabriel.

Landucci stipendio

È un periodo decisamente soddisfacente, considerando che nella prima stagione il Milan di Allegri vince il campionato davanti all’Inter reduce dal Triplete, che nella stagione successiva arrivano la Supercoppa Italiana e un secondo posto (quello del contrastatissimo gol di Muntari) e che la squadra gioca ben 34 partite in quattro edizioni di Champions League. A gennaio 2014 arriva l’esonero, ma il bello deve ancora arrivare.

Le vittorie di Allegri e Landucci alla Juve

Ed è bianco e nero, come la Juventus, che nell’estate 2014 contatta proprio Allegri per prendere il posto di Antonio Conte. Non è semplice fare meglio del leccese, neanche per le quote Serie A di quel periodo, ma il tecnico livornese, che ora può reinsediare Landucci come suo vice, riuscirà a eclissare i risultati del suo predecessore. Arrivano cinque scudetti consecutivi, quattro Coppe Italia, una Supercoppa e due finali di Champions League, perse contro il Barcellona del Triplete e contro il Real Madrid di Cristiano Ronaldo.

Landucci riuscirà addirittura ad allenare il portoghese nell’ultima stagione di Allegri come tecnico della Juventus. L’addio tra le parti però è solo temporaneo, perchè nell’estate 2022, dopo le esperienze non esaltanti di Sarri e Pirlo, il tecnico toscano torna alla Continassa assieme al fido Landucci.

Che nel gennaio 2022 riesce anche a prendersi la soddisfazione della prima panchina ufficiale in bianconero, considerando che nella gara contro la Roma Allegri è squalificato. L’avversario è di quelli da brividi, Josè Mourinho, ma la Juventus riesce comunque a ribaltare la partita e a vincere 3-4 dopo essere stata sotto 3-1. E siccome Allegri è squalificato anche in Coppa Italia, Landucci guida la squadra anche negli ottavi di finale contro la Sampdoria, vincendo 4-1. 

Allegri con l'inseparabile vice, Landucci!

Landucci stipendio

Cifre che fanno scherzare il tecnico livornese, che tra il serio e il faceto sottolinea che comunque il suo numero due è pronto per prendersi una panchina da solo. Sarà così? Di certo, lavorare con uno come Allegri è una scuola parecchio importante e lo stipendio alla Juve varrà quello dei primi allenatori in di metà Serie A.

Ma è anche vero che non sempre le grandi coppie, quando si separano più o meno amichevolmente, hanno ottimi risultati. Basterebbe vedere come il Cholo Simeone, nonostante la Liga vinta nella scorsa stagione, sia spesso in difficoltà ora che il suo grande amico ed eterno vice Mono Burgos non è più al suo fianco.

Anche in questo caso, un ex giocatore di movimento e un portiere. Segnale che forse, finché ci si vuole bene e ci si sopporta, è meglio non lasciarsi mai…

Il ritorno a Milanello nell'estate 2025

Dopo l'anno calcistico sabbatico, Landucci torna a far coppia con Max Allegri al Milan: i rossoneri, che nella stagione 2025/2026 non disputano le competizioni internazionali, puntano ad un campionato di vertice e, soprattutto, ad una stabilità tecnica, dopo l'anno deludente con i due allenatori portoghesi.

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo. Prima pubblicazione 1 aprile 2022.

August 11, 2025
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Francesco vive di sport, di storia e di storie di sport. Dai Giochi Olimpici antichi a quelli moderni, dalle corse dei carri a Bisanzio all'Olanda di Cruijff, se c'è competizione o si tiene un punteggio, lui si appassiona sempre e spesso e volentieri ne scrive.

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Plusvalenze Milan | Milan plusvalenze | plusvalenze da record Milan

Dopo quasi un trentennio sotto la guida di Silvio Berlusconi, il Milan ha conosciuto due proprietà diverse negli ultimi anni.

Non si vende Kakà

Le plusvalenze record di Sheva e Thiago

Lo scambio Coco - Seedorf

Le operazioni con i giovani cresciuti a Milanello

Prima quella cinese, con a capo Yonghong Li, ora quella statunitense del fondo Elliot. Ma nonostante i cambiamenti, il club rossonero è rimasto abbastanza fedele a quello che è stato il suo modus operandi nel corso dei decenni d’oro del Cavaliere. Difficilmente il Milan vende, molto più spesso compra.

Non si vende Kakà

E non è un caso che spesso e volentieri i calciatori arrivati a Milanello vadano via per cifre relativamente basse, tranne qualche raro caso, che infatti rappresenta proprio…un momento di necessità. Anzi, quando si parla di plusvalenze, soprattutto nell’ultima stagione, i rossoneri hanno decisamente qualcosa di cui lamentarsi.

Gli addii a costo zero di Donnarumma e Calhanoglu hanno privato il club di due plusvalenze nette, considerando che il portiere campione d’Europa è venuto fuori dal vivaio e che il turco era ormai totalmente ammortato e quindi avrebbe comunque portato un plusvalore in caso di cessione.

Ma quali sono le più importanti plusvalenze rossonere? Il colpo da maestro è certamente quello legato a Kakà. Il brasiliano arriva a Milano nel 2003 per 8,5 milioni e con la maglia del Diavolo vince tutto quello che si può, compreso il Pallone d’Oro nel 2007. A gennaio 2009, con il costo del brasiliano già ammortato, arriva un’offerta di quelle irrinunciabili: il Manchester City, appena acquistato dagli sceicchi, gioca pesante e mette sul tavolo 105 milioni per il verdeoro.

Nessuno rifiuterebbe tranne…Berlusconi, che a giochi praticamente fatti fa saltare tutto, perdendo una plusvalenza a tre cifre. Alla fine, in ogni caso, Kakà lascia il Milan pochi mesi dopo. Il Real Madrid decide di portare il brasiliano al Bernabeu e lo paga 67,2 milioni. Che comunque, come plusvalenza, non sono per niente male!

Le plusvalenze record di Sheva e Thiago

Più o meno come i 44 milioni incassati dal Chelsea per la cessione di Andriy Shevchenko nel 2006, seconda miglior cessione della storia dei rossoneri. Anche in questo caso, i costi per l’acquisto dell’ucraino erano già stati ampiamente ammortati, considerando che Sheva è arrivato in Italia nel 1999.

Plusvalenza quasi completa anche per quello che riguarda il passaggio di Thiago Silva al Paris Saint-Germain. Il brasiliano è stato ceduto in un momento molto particolare, quel 2012 che ha visto i rossoneri dover sanare il bilancio con addii eccellenti, sia per incassare che per sgravare dal monte stipendi degli ingaggi che stavano diventando insostenibili.

Thiago Silva al PSG!

E oltre a Zlatan Ibrahimovic, finito anche lui al PSG ma senza fare una plusvalenza troppo clamorosa, il sacrificato è stato proprio il difensore. Per lui i transalpini spendono ben 42 milioni di euro e considerando che il verdeoro era a Milano da tre anni e mezzo e che era costato 10 milioni, si capisce bene come la sua cessione, per quanto dolorosa, sia stata un toccasana sia per le casse del club nell’immediato, che per il bilancio al termine della stagione.

Lo scambio Coco - Seedorf

Tra le big della Serie A, il Milan è quella che negli ultimi anni ha fatto meno operazioni che hanno riguardato i calciatori provenienti dal vivaio, anche perchè spesso e volentieri i rossoneri i loro giovani li fanno giocare e li tengono in prima squadra. Non sorprende dunque che in una ipotetica classifica delle plusvalenze generate da giocatori cresciuti nel club, il Diavolo sia parecchio dietro anche a squadre come il Cagliari (i 32 milioni di Barella) o il Bari (i 31 di Cassano).

La classe di Seedorf!

La maggior plusvalenza per un giocatore che si è sviluppato calcisticamente a Milanello risale dunque addirittura al 2002, quando in uno dei tanti scambi tra Milan e Inter, Francesco Coco prende la strada della Pinetina. Il terzino viene valutato 22,5 milioni di euro in una trattativa che vede Clarence Seedorf fare il percorso inverso.

E il Milan vince su tutta la linea, perché non solo incamera una plusvalenza totale, ma porta a disposizione di Ancelotti un calciatore che sarà fondamentale per il periodo nel quale, sotto la guida del tecnico di Reggiolo, i rossoneri saranno sempre i favoriti per le quote calcio Serie A

Le operazioni con i giovani cresciuti a Milanello

Un altro di quelli che hanno fatto incassare parecchio il Milan è Patrick Cutrone. Il centravanti proveniente dalle giovanili, dopo un periodo d’oro in cui era diventato protagonista e titolare in prima squadra, non è stato ritenuto fondamentale e quando il Wolverhampton ha deciso di mettere sul tavolo 18 milioni di euro, il club rossonero ha deciso di lasciarlo andare.

Considerando com’è andata l’avventura inglese di Cutrone e le successive annate, al momento attuale il Milan non sembra averci perso. Un discorso simile si può fare anche con un altro calciatore del vivaio lasciato andare, ovvero Mattia De Sciglio, inserito nell’affare che ha portato Bonucci in rossonero nel 2017 e valutato 12 milioni dalla Juventus. Il terzino in bianconero non è mai stato troppo utilizzato, anzi, è anche stato ceduto in prestito al Lione, ma i francesi non lo hanno voluto riscattare. Anche in questo caso, dunque, plusvalenza piena e pochi rimpianti.

Discorso assai diverso per quanto accaduto con un altro gioiello di casa Milan, Manuel Locatelli. Il centrocampista esordisce col botto, segnando un gol clamoroso contro la Juventus, ma poi fatica a trovare spazio nell’undici rossonero. Quando nella stagione 2018/19 il Sassuolo lo chiede in prestito con diritto di riscatto, le cifre (14 milioni) sono abbastanza buone per convincere il Diavolo a cedere il calciatore.

Locatelli scherza durante il riscaldamento azzurro!

Ora però forse i rossoneri si mangiano le mani, perchè Locatelli non solo è diventato campione d’Europa con la nazionale di Roberto Mancini, ma anche un calciatore della Juventus, che tra una stagione e mezza, con l’obbligo di acquisto, verserà ai neroverdi una cifra variabile tra i 25 e il 37 milioni di euro, a seconda dei bonus raggiunti. In questo caso, il Diavolo ha fatto cassa, ma ha perso un calciatore di talento.

Proprio come Matteo Pessina, che nel 2017 è stato ceduto all’Atalanta come parziale contropartita nell’affare Kessie. Il centrocampista è stato valutato appena 2 milioni di euro ma ora che è campione d’Europa vale molto di più. I rossoneri hanno comunque diritto al 50% sulla plusvalenza se l’Atalanta dovesse cederlo prima della centesima partita, ma considerando che Pessina è già vicino a quota 80 alla data di prima pubblicazione di questo articolo, il Milan, secondo le quote calcio oggi, dovrà accontentarsi di altri 2 milioni.

Anche qui, plusvalenza sì, ma solo economica e non certo tecnica. Del resto, si parla di un’arte, che però ha i suoi rischi…

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo.

April 1, 2022
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Francesco vive di sport, di storia e di storie di sport. Dai Giochi Olimpici antichi a quelli moderni, dalle corse dei carri a Bisanzio all'Olanda di Cruijff, se c'è competizione o si tiene un punteggio, lui si appassiona sempre e spesso e volentieri ne scrive.

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