Stipendio Eriksen | Eriksen stipendio | stipendio eriksen 2022

Il detto secondo cui i soldi non fanno la felicità può sembrare trito e ritrito, così come quando si dice che nulla è importante come la salute. Ma ponendo entrambe le proposizioni a Christian Eriksen, si riceverà un convinto cenno di assenso. Al danese, calciatore di livello e di fama mondiale, i soldi non sono mai mancati, ma neanche un conto in banca importante ha impedito un incidente inatteso che gli ha fatto rischiare la vita.

Il contratto di sei mesi di Eriksen con il Brentford

Le cifre del trasferimento di Eriksen all'Inter

Nel 2013 Eriksen firma con gli Spurs

I numeri di Eriksen con la maglia dell'Ajax

Il suo arresto cardiaco nel giugno 2021 durante il match tra Danimarca e Finlandia valido per gli Europei è ancora negli occhi di tutti, con immagini che nessuno scorderà: la squadra che si mette a cerchio in campo per proteggerlo, la moglie che scende dagli spalti e viene consolata da Kjaer e Schmeichel, ma soprattutto il sospiro di sollievo quando, dopo l’intervento rapidissimo e fondamentale dei medici, è arrivato un pollice alto per segnalare che l’allora interista era cosciente.

Da quel giorno al Parken è passato quasi un anno e, nonostante sia stato necessario lasciare l’Italia perché con un defibrillatore sottocutaneo non avrebbe potuto giocare, Eriksen è tornato a sentirsi calciatore.

Il contratto di sei mesi di Eriksen con il Brentford

Lo ha fatto al Brentford, una realtà dove non ha troppe pressioni, è circondato da facce amiche (come quella del tecnico Thomas Frank, che lo ha già guidato ai tempi delle nazionali giovanili) e che gli ha addirittura permesso di ritrovare la nazionale, straordinaria a Wembley con tanti risultati ribaltanti per le scommesse Europei con il CT Kasper Hjulmand che ha deciso di richiamarlo nove mesi dopo la grande paura.

E di certo al Brentford Eriksen ci è andato perché voleva tornare a fare ciò che ama di più e non perchè a trent’anni appena compiuti avesse ulteriormente bisogno di un ingaggio. Il club londinese gli ha infatti offerto un contratto di sei mesi, abbastanza per capire se il trequartista poteva tornare a giocare a calcio ad alti livelli. Ora che la risposta sembra essere stata un sì, resta da vedere come si evolverà il rapporto tra il calciatore e la società, visto che c’è l’opzione per un altro anno di contratto.

Lo stipendio del danese però non è un problema: pur di tornare in campo, Eriksen ha accettato un ingaggio che è in linea con i parametri del Brentford (ovvero fino a un massimo di due milioni di euro a stagione, quelli che guadagna il norvegese Ajer).

Le cifre del trasferimento di Eriksen all'Inter

Non esattamente le cifre che il trequartista guadagnava all’Inter. Quando a gennaio 2020 ha firmato con la squadra nerazzurra, l’ingaggio che gli ha offerto la società meneghina era decisamente da top player. Per lui, costato circa 27 milioni grazie a un contratto quasi in scadenza, è arrivato un contratto importante, che gli ha permesso di guadagnare un corrispettivo fisso di 7,5 milioni di euro a stagione, a cui si potevano aggiungere bonus fino a 1,5 milioni.

Il gol di Eriksen su punizione nel derby di Coppa Italia!

E se nella prima mezza stagione non ne sono arrivati troppi, considerando che l’Inter è finita seconda, quando nell’annata 2020/21 i nerazzurri hanno vinto lo scudetto da favoriti per le quote calcio anche grazie alle sue prestazioni, il corrispettivo è aumentato fino a sfiorare il massimo di 9 milioni.

Dopo l’arresto cardiaco agli Europei, l’Inter ha continuato a pagare il calciatore fino a dicembre 2021, quando è arrivata la rescissione consensuale, con poi la decisione di accasarsi al Brentford, dopo un’esperienza breve ma certamente intensa, terminata con 60 presenze, 8 reti e un titolo di campione d’Italia.

Nel 2013 Eriksen firma con gli Spurs

Non che nella sua precedente esperienza, quella al Tottenham, a Eriksen le cose siano andate male, economicamente parlando. L’approdo a White Hart Lane è datato 2013, quando al trequartista è stato dato un compito per nulla semplice: rimpiazzare Luka Modric, che nella stagione precedente era stato ceduto al Real Madrid. Eppure il danese, costato agli Spurs 13,5 milioni di euro, giustifica alla grande la spesa fatta per lui.

Diventa immediatamente fondamentale per gli Spurs, che gli versano con gioia i circa 2 milioni di sterline (più bonus) del quinquennale firmato. E anzi, nel 2017 arriva anche il rinnovo del contratto, che lega calciatore e società fino al 2020, aumentando nel contempo anche l’ingaggio fino a 4 milioni di sterline netti a stagione. È questo l’accordo che Eriksen decide di non prolungare ulteriormente, arrivando a non poche frizioni con il club.

Eriksen omaggia i tifosi degli Spurs!

Poi nel gennaio 2020 l’Inter, che già lo seguiva con l’intenzione di portarlo a Milano a parametro zero, decide di dare un prezzo al suo cartellino e lo porta in Serie A dopo oltre 300 presenze e 69 reti nei quasi sette anni passati negli Spurs.

I numeri di Eriksen con la maglia dell'Ajax

Il Brentford è comunque solo il quarto club della carriera a livello professionistico di Eriksen, che si è sempre fermato abbastanza nelle squadre di cui ha vestito la maglia. I suoi esordi sono arrivati in patria con le maglie del Middelfart, la squadra della città in cui è nato, e poi con quella dell’Odense. Poi è arrivata la chiamata dell’Ajax, club da sempre particolarmente attento ai giovani scandinavi, come dimostra…un certo Ibra.

Gli olandesi lo hanno portato ad Amsterdam nel lontano 2007, facendolo crescere nelle squadre giovanili e poi lanciandolo in prima squadra nel 2009. Con i Lancieri ha giocato quattro stagioni, prendendosi pian piano un posto sempre più centrale e arrivando anche in doppia cifra nella stagione 2012/13, quella della sua esplosione.

Con la maglia dell'Ajax contro il City!

E proprio quell’annata perfetta, a cui va aggiunto un contratto in scadenza nel 2014, che lo ha portato all’attenzione delle big europee. In Italia su di lui ci aveva fatto un pensierino la Roma, forte della passione che portava un giovanissimo Eriksen a prendere i giallorossi quando si dedicava ai videogiochi. 

Alla fine però è arrivato il Tottenham, che ha lanciato definitivamente la carriera di un calciatore che forse, alla soglia dei trent’anni e dopo aver avuto il timore di dover lasciare il calcio definitivamente, può pensare di avere ottenuto meno del previsto in quanto a trofei.

Con l’Ajax ha vinto tre volte il campionato e con l’Inter si è laureato campione d’Italia, ma la bacheca con il Tottenham è rimasta vuota nonostante una finale di Champions League giocata (ma persa) nel 2019. Ma di certo, dopo tutto quello che gli è accaduto, Eriksen sarà sicuramente felice già di essere tornato in campo e di poter raccontare quella giornata spaventosa. E di aggiungere che se c’è la salute…c’è davvero tutto.

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo.

April 2, 2022
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Francesco vive di sport, di storia e di storie di sport. Dai Giochi Olimpici antichi a quelli moderni, dalle corse dei carri a Bisanzio all'Olanda di Cruijff, se c'è competizione o si tiene un punteggio, lui si appassiona sempre e spesso e volentieri ne scrive.

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Winning time e Una squadra le migliori serie sportive

Chi l’ha detto che in un momento di relax si debba per forza scegliere se vedere in TV lo sport oppure dedicarsi al cinema? Gli ultimi anni, soprattutto grazie ai servizi on demand che sono diventati la fonte primaria dell’intrattenimento un po’ un tutto il mondo, è infatti cresciuta a dismisura la produzione di opere che uniscono alla perfezione entrambi i mondi, con tante, tante citazioni sullo sport!

5. Il caos perfetto

4. Il doppio docu su Tokyo 2020

3. All Or Nothing Arsenal

2. Drive To Survive

1. Winning Time

Che si tratti di film biografici, come quello su Zlatan Ibrahimovic, o di documentari monumentali come The Last Dance, il connubio tra cinema e sport sta diventando sempre più forte.

E sono proprio le stesse aziende che offrono i servizi di intrattenimento che, tanto per rimanere in tema, fanno a gara per produrre prodotti sempre nuovi ed originali, in stile Ted Lasso, da offrire ai loro abbonati o che possano attirare nuove sottoscrizioni ai servizi.

E anche il 2022 non fa eccezione, perché il numero di documentari, film e serie TV legati al mondo dello sport è in continua crescita e presenta prodotti in grado di issarsi in vetta ai contenuti più visti, anche a scapito di film da oscar o serie leggendarie.

In una stagione caratterizzata dai tanti speciali sui quaranta anni dalla vittoria di Madrid, il nostro ulteriore consiglio è quello di vedere con attenzione Una squadra, prodotto davvero capolavoro! 

Per non tornare al calcio, da non perdere assolutamente la storia del Club America su Netflix!

5. Il caos perfetto

Netflix, per esempio, ha puntato su un personaggio del calcio che non ha bisogno di presentazioni: Neymar. Raccontare la vita, dentro e fuori dal campo, del brasiliano, che è già di suo…holliwoodiana, è un’impresa non semplice.

Neymar trasforma il rigore contro il Cile!

La docuserie in tre puntate si intitola “Il caos perfetto” e già riassume con una certa precisione i temi della produzione. O Ney si mette a nudo, partendo dai tempi in cui era la grande promessa del calcio verdeoro, passando per momenti felici (come il Triplete al Barcellona) o devastanti (l’infortunio ai Mondiali casalinghi del 2018), per poi raccontare la parte più recente della sua carriera, quella anche più controversa, gli anni a Parigi.

A intervallare le confessioni di Neymar ci sono tanti amici e colleghi, che hanno giocato con lui nei club o che lo hanno accompagnato con la nazionale brasiliana. La serie ha fatto parecchio scalpore, anche per le parti in cui il verdeoro ha spiegato come le pressioni del mondo del calcio e l’interesse della stampa nei suoi confronti abbiano avuto profonde ripercussioni sulla sua salute mentale.

4. Il doppio docu su Tokyo 2020

Quello che i puristi non possono invece perdersi è il classico documentario sui Giochi Olimpici, che viene pubblicato parecchi mesi dopo l’evento per il tantissimo materiale da visionare e da lavorare. E visto che i Giochi di Tokyo 2020, per i noti problemi, si sono tenuti nell’estate del 2021, nel 2022 vedrà la luce il lungometraggio che racconterà tutto quello che è accaduto in Giappone all’ombra della bandiera con i cinque cerchi.

Gli spettatori potranno assistere a giugno a un documentario talmente pregno di avvenimenti che la produzione ha deciso di suddividerlo addirittura in due parti, la prima delle quali si concentrerà sull’evento sportivo in sé, mentre la seconda documenterà tutto quello che è accaduto prima e durante i Giochi, in particolare riferimento a tutte le complicazioni causate dalla situazione sanitaria che ha costretto al rinvio della manifestazione.

La meravigliosa corsa di Antonella Palmisano!

Dunque, chi non è ancora stanco di rivedere le immagini di Marcell Jacobs che vince i 100 metri, il capolavoro della 4x100m maschile, il trionfo di Gimbo Tamberi o quello di Antonella Palmisano, l’inseguimento a squadre demolire gli avversari o qualsiasi delle 40 medaglie azzurre, avrà pane per i suoi denti.

3. All Or Nothing Arsenal

Tornando al calcio, per la celebre serie All Or Nothing, l’edizione 2022 seguirà le peripezie di uno dei top team del calcio inglese, l’Arsenal. I Gunners sono il quarto club ad essere oggetto del documentario prodotto da Amazon Prime, dopo il Manchester City, il Tottenham Hotspur e la Juventus, a cui va poi aggiunta la nazionale brasiliana.

Ad annunciare la partnership è stato lo stesso club londinese, che sul proprio sito ha rivelato che le telecamere di Amazon stanno già documentando la stagione 2021/22 della squadra di Arteta, che ha avuto una reazione importante nella seconda parte del campionato, tanto da meritare cedibilità anche nei pronostici sportivi, ma anche quello che l’Arsenal rappresenta per la comunità della zona di Londra Nord.

Arteta guida i suoi Gunners!

2. Drive To Survive

E, al secondo posto, a proposito di serie acclamate dal pubblico, è già disponibile la quarta stagione di Drive To Survive, la docuserie Netflix che segue il campionato mondiale di Formula 1. Quella uscita di recente è una stagione molto attesa, in quanto racconta il campionato 2021, uno dei più combattuti di tutti i tempi, vinto da Max Verstappen su Lewis Hamilton addirittura nell’ultimo giro dell’ultimo Gran Premio.

Max Campione del Mondo 2021!

Considerando che l’intera annata si è sviluppata su un confronto a volte anche molto duro, dentro e fuori dalla pista, tra i due piloti, le scuderie (Red Bull contro Mercedes) e i due team principal Christian Horner e Toto Wolff, non mancano di certo i momenti capaci di lasciare lo spettatore incollato al teleschermo.

Per chi è appassionato di Formula 1 si tratta di rivedere un mondiale che ha fatto la storia, con quell'ultimo giro che ha segnato le scommesse sportive online ! Per gli altri è l’opportunità di assistere a una rivalità fortissima e chissà, magari di apprezzare la disciplina al punto tale da cominciare…a guardare i GP della stagione 2022!

1. Winning Time

Gli appassionati di basket, soprattutto di quello NBA, saranno invece quasi…costretti a sintonizzarsi sul canale che acquisirà i diritti da HBO per vedere Winning Time: The Rise of the Lakers Dynasty.

La serie TV, basata su un celebre libro che racconta i Los Angeles Lakers degli anni Ottanta, è destinata a diventare un vero e proprio prodotto di culto, sia per gli attori coinvolti (John C. Reilly, Adrien Brody o Sally Fields), sia soprattutto per la storia che viene raccontata.

La presentazione della serie sui Lakers!

Magic Johnson, Kareem Abdul-Jabbar, Pat Riley, ma anche i grandissimi avversari dell’epoca, Larry Bird e tutti i Boston Celtics di Red Auerbach, per poi proseguire con le feste in una LA che stava abbracciando il mood edonistico dell’epoca e di cui i cestisti dei Lakers diventeranno uno dei simboli. La serie è composta di 10 episodi, trasmessi settimanalmente da marzo a maggio 2022.

E per chi si chiedesse come mai il titolo non è “Showtime”, la parola che più di tutte definisce i Lakers degli anni Ottanta e che è anche il titolo del libro da cui è tratta, c’è da considerare un piccolo particolare: uno dei competitor principali di HBO si chiama esattamente Showtime, motivo per cui è stato necessario utilizzare Winning Time, una frase da sempre associata a Magic Johnson.

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo. Prima pubblicazione 2 aprile 2022.

July 16, 2023
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Francesco vive di sport, di storia e di storie di sport. Dai Giochi Olimpici antichi a quelli moderni, dalle corse dei carri a Bisanzio all'Olanda di Cruijff, se c'è competizione o si tiene un punteggio, lui si appassiona sempre e spesso e volentieri ne scrive.

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