Gli straordinari numeri di Dominik Paris

Non è mai facile rimanere al top della propria disciplina sportiva per un decennio, figurarsi se si parla di uno sport come lo sci alpino, in cui il fisico viene sollecitato tantissimo e in cui gli infortuni sono all’ordine del giorno.

Ecco perchè la carriera di Dominik Paris, classe 1989 nato a Merano, è di quelle che vanno viste con enorme ammirazione. L’altoatesino, specialista delle gare di velocità, ha esordito in Coppa del Mondo nel lontano 2008, ha conquistato i suoi primi punti iridati l’anno successivo e anche ora che la carta di identità segna quasi 35 primavere sembra non avere alcuna intenzione di smettere di dire la sua.

Se al tempo che passa si aggiungono poi anche gli infortuni, non ultimo quello che un paio di anni fa sembrava aver messo un punto alla sua carriera, si capisce come Paris sia il vero e proprio highlander dello sci alpino italiano.

Che il classe 1989 aveva la stoffa lo si è capito subito, sia per gli esordi precoci in Coppa Europa e in Coppa del Mondo che per le ottime prestazioni ai Mondiali Juniores del 2009.

Dominik Paris il predestinato

Sulle piste tedesche di Garmisch-Partenkirchen, Paris ha vinto ben tre medaglie. In discesa libera è arrivato un argento, ad appena dodici centesimi dal connazionale Andy Plank, in supergigante l’altoatesino è ha messo al collo il bronzo (mentre secondo arrivava un certo Marcel Hirscher) e anche nella combinata l’azzurro ha ottenuto il secondo posto, dietro solamente allo svizzero Sepp Gerber.

Insomma, inizi quasi da predestinato, come confermato anche dall’ottima prestazione in combinata ai Giochi Olimpici del 2010 a Vancouver. In Canada Paris arriva tredicesimo, ma con una discesa libera eccezionale, terminata al secondo posto.

Il coraggio di Paris!

Sullo Stelvio la prima vittoria di Paris

Per la prima vittoria in Coppa del Mondo bisogna aspettare il 2012, quando Paris si impone (a pari merito con Hannes Reichelt) a Bormio, sullo Stelvio, una delle piste iconiche della discesa libera. La seconda vittoria in carriera, sempre nella stessa stagione, è se possibile ancora più straordinaria, perchè arriva a Kitzbuhel, da outsider per le scommesse sportive, sulla leggendaria Streif.

L’azzurro diventa così il secondo italiano capace di vincere sulla pista austriaca, raggiungendo così un mito dello sci italiano come Kristian Ghedina. Alla fine l’altoatesino si classifica quattordicesimo nella graduatoria generale e terzo in quella di specialità.

La stagione 2012/13 si chiude con un altro risultato molto importante, ovvero l’argento mondiale. Sulle piste austriache di Schladming, Paris si classifica secondo, arrendendosi solamente al norvegese Aksel Lund Svindal.

A Kitzbuhel il primo successo di Paris in supergigante

Dopo la vittoria a Lake Louise nel novembre 2013, per Paris comincia un periodo poco proficuo in quanto a risultati. Ai Giochi Olimpici 2014 di Sochi, l’azzurro delude, arrivando appena undicesimo in discesa libera e fuori dai primi quindici sia nel supergigante che nella supercombinata.

La stagione successiva vede però la prima vittoria in supergigante, a Kitzbuhel, mentre quella 2015/16 si chiude in crescendo, con la doppietta in discesa libera raccolta tra Chamonix e Lillehammer.

Sono due anche le vittorie nell’annata 2016/17, con un altro trionfo sulla Streif a Kitzbuhel e quello sulle nevi di Aspen, negli Stati Uniti. L’unica gara vinta nella stagione 2017/18 è invece la discesa a Bormio di fine 2017. 

Ma proprio sulle nevi italiane comincia quella che è tuttora la miglior annata di Paris, la stagione 2018/19. A fine dicembre 2018 l’azzurro fa una clamorosa doppietta a Bormio, vincendo discesa libera e supergigante in due giorni. Le vittorie stagionali saranno addirittura 7, perchè si aggiungono quella in discesa libera a Kitzbuhel e altre due doppiette discesa/supergigante, ottenute prima a Lillehammer e poi a Soldeu.

Al termine della stagione Paris arriva quarto nella classifica generale di Coppa del Mondo, ma conquista la sua prima e finora unica coppa di specialità, quella di supergigante, con quasi 100 punti di vantaggio sul secondo, sfiorando anche ad appena venti punti da quella di discesa, vinta però dallo svizzero Beat Feuz.

Nel mezzo di questo momento eccezionale in Coppa del Mondo, si tengono i mondiali ad Are, in Norvegia. E la forma splendida di Paris paga, perchè l’azzurro si laurea campione del mondo in supergigante, con, per le scommesse live, nove centesimi di vantaggio rispetto al francese Johan Clarey e all’austriaco Vincent Kirechmayr.

Paris in carriera ha vinto 24 gare

Un 2019 eccezionale si chiude con le due vittorie della stagione 2019/20, neanche a dirlo a Bormio ed entrambe in discesa libera. A gennaio 2020 però Paris si infortuna gravemente, rompendosi il legamento crociato del ginocchio, un infortunio che a 31 anni rischia di compromettere seriamente il resto della sua carriera.

Una spettacolare immagine di Dominik Paris

Ma l’altoatesino non si arrende, tornando alle gare nella stagione successiva in cui vince a Garmisch in discesa libera e sfiora il podio mondiale a Cortina d’Ampezzo sia in discesa che in supergigante. Nella stagione 2021/22 l’azzurro vince due volte in discesa, a Bormio e a Lillehammer, e a 34 anni compiuti si è tolto anche la soddisfazione di portare a casa la vittoria nel dicembre 2023 in Val Gardena.

In un weekend travolgente, tra il 7 ed il 9 marzo 2025 (quinto e sesto podio stagionale), vince 2 gare, dominando la fortissima squadra svizzera, con 24 trionfi in gare di Coppa del Mondo, Paris si piazza al terzo posto della classifica degli sciatori italiani di sempre, dietro a due mostri sacri come Alberto Tomba e Gustavo Thoeni.

I primati di Dominik Paris a Bormio

Con le sei vittorie ottenute a Bormio, è anche il discesista più vincente di sempre sullo stesso tracciato, battendo lo svizzero Didier Cuche, cinque volte vincitore sulla Streif.

A conti fatti, l’unico cruccio per l’azzurro è il non aver mai detto la sua a livello olimpico ed è anche difficile immaginare che possa allungare la sua carriera fino a Milano-Cortina 2026. Ma con Paris, mai dire mai!

I premi conquistati da Dominik Paris

In questa stagione l’azzurro è a circa 50mila dollari di prize money grazie alla vittoria in Val Gardena e con i suoi 22 trionfi, 11 secondi posti e altrettante terze posizioni nel corso degli anni ha guadagnato in premi più di 1,5 milioni di dollari.

Paris in volo

E anche gli sponsor apprezzano lo sciatore italiano, considerando che il suo main partner è addirittura Red Bull, mentre tra le altre collaborazioni ci sono Finstral, Dolomiti Sport Clinic, Ultner Brot, Jung&C, Pentaphoto e Ultental.

Per quanto riguarda il materiale da competizione, Paris si affida a Nordica, Uvei e Leki. E visti i risultati, fa loro una gran bella pubblicità!

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da Alamy.

March 9, 2025
Ermanno Pansa
Body

Ermanno è un grande appassionato di sport, in particolare del calcio, vissuto a 360°: come professionista e come tifoso. Ha seguito tutte le fasi finali delle manifestazioni internazionali degli ultimi 15 anni, Mondiali ed Europei.

Amante degli incontri ricchi di gol, collabora quotidianamente con il blog di 888sport, per il quale rappresenta una costante fonte di idee.

 

factcheck
Off
hidemainimage
show
Hide sidebar
show
Fullwidth Page
Off

Con Sergio Conceicao il gioco del Milan vira verso le fasce

Come giocano le squadre di Conceicao

Tra le squadre europee di alto livello, il Porto è una di quelle che ha avuto lo stesso allenatore da più tempo. E questo la dice abbastanza lunga sul lavoro di Sérgio Paulo Marceneiro da Conceição, che tutti conoscono decisamente meglio come Sérgio Conceição.

Per lui, che da calciatore ha girato per l’Europa e ha anche fatto un’esperienza in Medio Oriente, la carriera da allenatore si è invece quasi tutta svolta in Portogallo.

E una volta arrivato sulla panchina all’Estádio do Dragão, già frequentato a lungo ai tempi in cui era un centrocampista molto apprezzato, il portoghese sembrava aver trovato la sua dimensione. Dal 30 dicembre 2024, subentrando al connazionale Fonseca, Sergio diventa il nuovo allenatore del Milan!

Con la Lazio, le stagioni migliori

Si parla di uno che da calciatore è stato protagonista del calcio europeo tra la fine degli anni Novanta e il primo decennio del nuovo millennio. Conceição, classe 1974, si è messo in mostra nella seconda divisione portoghese, con le maglie di Penafiel, Leca e Felgueiras e le sue buone prestazioni gli hanno permesso di approdare al Porto nel 1996.

Con i Dragoni ha vinto due volte il titolo, una coppa del Portogallo e una supercoppa nazionale e nel 1998 è stato acquistato dalla Lazio, con cui in appena due stagione ha vinto tantissimo: uno scudetto, una Coppa Italia, una Supercoppa Italiana, la Coppa delle Coppe e la Supercoppa Europea: di quella squadra stellare, Conceicao fa parte, a pieno titolo, dei giocatori diventati allenatori!

Il portoghese, idolo della Curva Nord!

Poi in Italia ha indossato anche le maglia di Parma e Inter, prima di tornare alla Lazio per mezza stagione e di nuovo al Porto, per vincere il suo terzo titolo portoghese. Dopo tre stagioni in Belgio allo Standard Liegi, mezza in Kuwait all’Al-Qadisiya e due in Grecia al PAOK, Conceição ha appeso gli scarpini al chiodo a inizio 2010, aggiungendo al suo palmares anche 56 presenze e 12 reti con la nazionale.

Quanta gavetta da tecnico

A quel punto l’ex centrocampista ha cominciato a studiare per diventare allenatore e non ci è voluto tantissimo prima che qualcuno decidesse di puntare su di lui. La prima esperienza arriva direttamente in Primeira Liga, quando nel gennaio 2012 ha sostituito Daúto Faquirá alla guida dell’Olhanense, portando la squadra alla salvezza.

A metà della stagione successiva si è dimesso e nell’aprile 2013 è…tornato a casa, nel senso che è diventato allenatore dell’Academica, la squadra della sua città, Coimbra, guidata per una manciata di partite nella stagione 2012/13 e per l’intera annata successiva, con un buon nono posto in campionato.

Nel 2014 lo ha scelto il Braga, dove è rimasto un solo anno ottenendo un quarto posto e portando i biancorossi alla finale della coppa di Portogallo, persa ai calci di rigore. Viene comunque esonerato e dopo un pezzo di stagione alla guida del Vitoria Guimaraes tenta quella che finora è la sua unica esperienza all’estero, la mezza stagione in Francia al Nantes.

Conceição prende i gialloverdi al penultimo posto e termina il campionato settimo, con il club che gli rinnova immediatamente il contratto per tre anni.

Dal 2017 al Porto

Ma il richiamo della patria è troppo forte e quindi nell’estate 2017 il portoghese rescinde con i transalpini e accetta l’offerta del Porto. E le cose funzionano subito, visto che già nella prima stagione Conceição porta, da outsider per le scommesse calcio, la sua squadra al titolo portoghese.

È l’inizio di un’alternanza che vedrà i Dragoni ottenere primi e secondi posti sotto la guida del tecnico di Coimbra.

E, considerando che quella del 2023/2024 è stata la settima stagione dell’ex laziale alla guida del club, nelle precedenti sei il Porto non è mai rimasto a mani vuote, perchè quando non ha vinto il campionato ha comunque sempre portato a casa un trofeo.

Il palmares da allenatore di Conceição parla dunque di tre campionati portoghesi, tre Coppe del Portogallo, una Coppa di Lega portoghese e tre Supercoppe di Portogallo. In più la sua squadra ha sempre fatto abbastanza bene nelle coppe europee, arrivando anche ai quarti di finale in Champions League (come nella stagione 2018/19 e in quella 2020/21.)

Il Porto... migliore!

E dire che, rose alla mano, non è che il Porto abbia mai avuto una squadra di livello troppo superiore rispetto alla concorrenza in patria e alle avversarie in Europa.

La rosa migliore allenata da Conceição è probabilmente quella della stagione 2018/19, che paradossalmente non è terminata con la vittoria del titolo, ma che ha visto i Dragoni ben figurare in Champions League, dove hanno battuto la Roma agli ottavi e si sono arresi solo al Liverpool futuro vincitore della competizione ai quarti.

Il Porto festeggia la qualificazione ai danni della Roma

Tra i calciatori a disposizione in quella stagione c’erano Pepe, ancora oggi colonna assoluta della squadra, l’allora capitano Hector Herrera, Iker Casillas, Eder Militao, Sergio Oliveira, Danilo Pereira e Diogo Costa, per un mix di giovani e senatori che sembra la formula preferita del tecnico.

Nel corso degli anni sono passati al Porto anche altri talenti come Luis Diaz e si sono imposti calciatori come Francisco Conceição, il figlio del tecnico che ama giocare con il piede sinistro, o l’iraniano Mehdi Taremi, sempre un'ottima opzione come primo marcatore per le scommesse sportive!

Il 4-4-2 come biglietto da visita

Per quanto riguarda il metodo di gioco, difficilmente Conceição rinuncia a quello che ormai è il suo marchio di fabbrica, il 4-4-2.

Nella sua esperienza al Porto è il modulo nettamente più utilizzato, a parte qualche sporadico passaggio a varianti come il 4-2-3-1 o alcune partite affrontate con un 4-3-3. Vediamo a San Siro come schiererà Leao e Pulisic!

Conceicao prima di una rifinitura

A rimanere fissi sono comunque i principi di gioco, che sono decisamente riconoscibili. Come la velocità nelle ripartenze, perchè il Porto è una squadra capace di andare in porta con pochi passaggi, sfruttando anche la fisicità di Taremi, in grado di tenere il pallone e premiare gli inserimenti dei centrocampisti. 

Questo però non significa che i biancoblù siano una squadra attendista, perchè un’altra caratteristica e il gioco sulle fasce, con la collaborazione tra i terzini e gli esterni di centrocampo volta a scardinare le difese avversarie.

La prossima squadra di Sergio è il Milan

Interrotto il periodo d’oro del Porto con in panchina Conceição.

I risultati ottenuti finora fanno sì che le pretendenti non manchino di certo. E se fino alla estate 2023 a spaventare c’era la clausola da 10 milioni da versare al Porto, oggi il tecnico è stato libero di firmare con chiunque…

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da Alamy. Prima pubblicazione 22 dicembre 2023.

December 30, 2024
Ermanno Pansa
Body

Ermanno è un grande appassionato di sport, in particolare del calcio, vissuto a 360°: come professionista e come tifoso. Ha seguito tutte le fasi finali delle manifestazioni internazionali degli ultimi 15 anni, Mondiali ed Europei.

Amante degli incontri ricchi di gol, collabora quotidianamente con il blog di 888sport, per il quale rappresenta una costante fonte di idee.

 

factcheck
Off
hidemainimage
show
Hide sidebar
show
Fullwidth Page
Off

Sua Maestà Sofia Goggia trionfa anche a Cortina

Nell’ultimo quinquennio la regina della velocità nel mondo dello sci alpino è italiana e si chiama Sofia Goggia. La bergamasca classe 1992 è nettamente l’atleta più forte del circus nelle discipline veloci (discesa libera e supergigante), ma dice la sua anche in gigante e in combinata.

Numero di vittorie Sofia Goggia

Grazie ai successi ottenuti in carriera e a una presenza mediatica che l’ha portata anche in TV, l’azzurra è una dei personaggi dello sport italiano più in vista.

Snoccioliamo subito i numeri: 25 vittorie  (18 in discesa e 7 in superG) e 57 podi totali, compreso il secondo posto del 14 dicembre 2024 nella gara del rientro ed il terzo nel superG di St Moritz !

L'inizio della carriera della Goggia

La sua carriera è cominciata nel circuito FIS nel 2007 mentre l’esordio in Coppa Europa è datato 2008. Sin dai primi anni, Goggia ha dovuto affrontare una serie di gravi infortuni che l’hanno certamente portata a vincere meno di quanto avrebbe potuto.

Già nel 2014, dopo essere entrata stabilmente nella squadra di Coppa del Mondo, ha subito la rottura del legamento crociato del ginocchio sinistro, che le ha fatto terminare la stagione e saltare parte di quella successiva. Questo però non le ha impedito di cominciare una crescita importante, che l’ha pian piano portata a diventare una delle atlete di punta dello sci italiano.

Il record di punti in Coppa del Mondo di Sofia Goggia

La stagione dell’affermazione di Goggia è decisamente quella 2016/17, in cui le sue doti di sciatrice polivalente si mostrano maggiormente. Oltre all’ottimo terzo posto nello slalom gigante ai Mondiali di Sankt Moritz, l’annata termina con un terzo posto nella classifica generale di Coppa del Mondo, alle spalle della statunitense Mikaela Shiffrin e della slovena Ilka Stuhec.

I 1197 punti raccolti dall’azzurra sono all’epoca record nazionale (che sarà poi superato da Federica Brignone nella stagione in cui ha vinto la Coppa), mentre è tuttora primato italiano il numero di podi raccolti dalla bergamasca, ben 13, tra cui spiccano le prime due vittorie in Coppa del Mondo, tra l’altro consecutive, ottenute a Jeongseon in Corea del Sud prima in discesa libera e poi in supergigante.

Nonostante gli ottimi risultati, all’azzurra sfuggono però anche le coppe di specialità, con il secondo posto in quella di discesa libera e il terzo in quella di slalom gigante.

L'oro olimpico di Sofia

Ma c’è tempo per vincere anche quelle, perchè la stagione 2017/18 è altrettanto positiva per Goggia. In Coppa del Mondo arrivano tre vittorie, le discese libere di Bad Kleinkircheim e di Cortina d’Ampezzo e il supergigante di Are, che permettono all’azzurra di aggiudicarsi la sua prima coppa di specialità proprio in discesa libera.

Ma ovviamente il momento clou è la vittoria in discesa ai Giochi Olimpici di Pyeongchang, in Corea del Sud, dove la bergamasca si impone, a sorpresa per le scommesse live, davanti alla norvegese Ragnhild Mowinckel e alla statunitense Lindsey Vonn. Si tratta del primo oro italiano in discesa dai tempi di Zeno Colò, vincitore nella specialità a Oslo nel lontano 1952.

Un salto perfetto di Sofia Goggia!

Le due annate successive però sono entrambe segnate dagli infortuni, ormai una vera e propria costante nella carriera di Goggia. Nell’ottobre 2018 arriva la frattura del malleolo, che però non le impedisce di tornare a sciare verso il termine della stagione e di ottenere una vittoria in discesa a Crans-Montana e l’argento mondiale in supergigante ad Are.

L’infortunio successivo, la frattura del radio nel febbraio 2020, le fa terminare in anticipo una stagione iniziata con la vittorie in supergigante a Sankt Moritz.

Sofia Goggia ha vinto 26 gare in carriera ed è arrivata sul podio 62 volte

I risultati però dimostrano ampiamente che quando non è fermata dalla sfortuna l’azzurra è davvero la regina della velocità. Nell’annata 2020/21 le vittorie sono ben 4, tutte in discesa libera (due a Crans-Montana, una in Val-d’Isere e una a Sankt Anton) e le permettono di ottenere la sua seconda coppa di specialità, mai in discussione nelle quote antepost delle relative scommesse sportive!

Il trend continua anche nella stagione 2021/22, in cui Goggia ottiene il suo record personale di vittorie, addirittura 6. Dopo il leggendario tris a Lake Louise (due discese e un supergigante in tre giorni), ci sono anche due trionfi in Val-d’Isere (discesa e supergigante) e quello in discesa a Cortina d’Ampezzo, per la terza coppa di discesa.

La gioia della Goggia!

Nel frattempo, la bergamasca non riesce a difendere il titolo olimpico in discesa libera, ma il secondo posto conquistato a Pechino (dietro alla svizzera Corinne Suter e davanti all’altra azzurra Nadia Delago) conferma il suo ottimo stato di forma.

E siccome non c’è…due senza tre, anche la stagione 2022/23 è foriera di successi, ben 5, tutti in discesa libera e sulle sue piste preferite (due a Lake Louise, una a Sankt Moritz, Cortina d’Ampezzo e Crans-Montana), che gli permettono di centrare quella che è la sua quarta coppa di specialità.

La stagione in corso fa registrare finora la vittoria in supergigante a Sankt Moritz ed in discesa ad Altenmarkt, che ha portato l’azzurra ad avvicinare la Brignone come sciatrice italiana con più vittorie in Coppa del Mondo.

Al rientro dall'infortunio, il 14 dicembre 2024 nella libera di Beaver Creek, l'azzurra centra subito un magnifico secondo posto! Il giorno dopo, sempre in Colorado, Sofia vince il SuperG e balla la samba davanti al pubblico americano in delirio!

Il 18 gennaio 2025, la Goggia trionfa anche nella discesa libera di Cortina!

La Goggia con due medaglie olimpiche (tra cui un oro), due mondiali e quattro coppe di specialità, la bergamasca fa certamente parte dell’elite azzurra quando si parla di sci.

In Norvegia, nel superG di Kvitfjell il 3 marzo 2025, Sofia arriva terza e conquista il podio numero 60 in carriera!

Goggia straordinaria testimonial del Made in Italy

Non stupisce dunque che Goggia sia decisamente richiesta dagli sponsor, che fanno a gara per assicurarsela come testimonial. Tra le ultime campagne quella con maggior risalto è certamente quella, assolutamente riuscita, con la TIM, ma sono parecchi i marchi che hanno deciso di scegliere la bergamasca.

Goggia con il tricolore!

E alcune aziende sono di livello internazionale come Deloitte e Emporio Armani. Per quanto riguarda le forniture sportive la campionessa azzurra veste Falconeri e Dainese e utilizza sci Atomic.

Le vittorie stanno facendo aumentare esponenzialmente il valore del “brand” della bergamasca, che già nel 2018 valeva circa un milione di dollari, cifra che al momento attuale è perlomeno raddoppiata. E poi ci sono i guadagni attraverso i risultati, con il solo oro in discesa libera ai Giochi Olimpici del 2018 che vale 150mila euro.

Le vittorie e i podi in Coppa del Mondo, poi, contribuiscono non poco, con l’azzurra che in questa stagione ha già accumulato 104mila dollari in prize money, che vanno ad aggiungersi ai circa 2 milioni ottenuti in carriera tra gare del circuito e manifestazioni internazionali.

Insomma, Sofia Goggia non è solo una campionessa famosa in tutto il mondo, ma anche…una vera e propria azienda di successo, l’ennesimo esempio della bontà del made in Italy nello sport!

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da Alamy. Prima pubblicazione 2 gennaio 2024.

March 14, 2025
Ermanno Pansa
Body

Ermanno è un grande appassionato di sport, in particolare del calcio, vissuto a 360°: come professionista e come tifoso. Ha seguito tutte le fasi finali delle manifestazioni internazionali degli ultimi 15 anni, Mondiali ed Europei.

Amante degli incontri ricchi di gol, collabora quotidianamente con il blog di 888sport, per il quale rappresenta una costante fonte di idee.

 

factcheck
Off
hidemainimage
show
Hide sidebar
show
Fullwidth Page
Off

LOLLO SONEGO, IL TORO AZZURRO

Se l’Italia del tennis sta vivendo un rinascimento sportivo che l’ha portata a vincere dopo 47 anni la Coppa Davis, il merito non è solamente del numero 4 al mondo Jannik Sinner o di Matteo Berrettini, ultimo azzurro in grado di raggiungere la finale di uno Slam.

Nel momento d’oro della racchetta tricolore c’è anche lo zampino di Lorenzo Sonego, che ha partecipato da protagonista alla vittoria della celeberrima insalatiera e che negli ultimi anni è diventato anche lui una realtà del circuito ATP.

Sonego agonista della racchetta

Nato a Torino nel maggio 1995  e da sempre cuore granata, Sonego ha mosso i suoi primi passi tra i tornei Futures e quelli Challenger, con l’esordio nel circuito che è arrivato nel 2016. Dotato di un ottimo servizio e di un buon dritto, il piemontese si è fatto notare per un gioco abbastanza completo, con preferenza per gli scambi da fondo campo ma anche capacità di venire a rete.

I miglioramenti nel rovescio, giocato a due mani, gli hanno permesso di eliminare quello che fino a qualche stagione fa era considerato il suo punto debole, costruendo così un gioco regolare e adattabile a qualsiasi avversario e a qualsiasi superficie.

A dimostrare questa versatilità c’è il palmares di Sonego, che finora si è imposto in tre tornei ATP, tutti 250 ma soprattutto tutti su superfici diverse.

Il primo titolo vinto da Sonego

La prima vittoria in carriera è datata 2019 e arriva sull’erba dell’Antalya Open di Adalia, in Turchia. L’azzurro, che nei turni precedenti aveva battuto, a sorpresa per le quote tennis, il portoghese Joao Sousa, l’indiano Prajnesh Gunneswaran, il francese Adrian Mannarino e lo spagnolo Pablo Carreno Busta, rispettivamente teste di serie numero 2 e 4 del torneo, ha vinto la finale in tre set contro il serbo Miomir Kecmanovic.

Sonego si aggiudica il Sardegna Open 2021 e Metz

Il secondo trionfo è in patria, sulla terra rossa del Sardegna Open 2021 di Cagliari. Anche in questo caso la finale lo ha visto battere un serbo, Laslo Djere, dopo aver sconfitto in semifinale un avversario ostico come lo statunitense Taylor Fritz.

La vittoria più recente è del 2022 al Moselle Open di Metz, dove Sonego chiude il tris di superfici imponendosi sul cemento. La finale lo vede imporsi sul kazako Aleksandr Bublik, dopo aver avuto la meglio nei turni precedenti su avversari del livello di Aslan Karatsev e Hubert Hurkacz.

Le finali di Sonego nel circuito ATP

A queste tre finali vinte vanno anche aggiunte le due in cui Sonego non è riuscito ad avere la meglio, quella al Vienna Open 2020, la prima finale ATP 500 della sua carriera, persa contro Andrej Rublev e quella all’Eastbourne International 2021, in cui è stato sconfitto solo al tie-break del terzo set da Alex de Minaur.

Proprio a Vienna, Sonego ha sconfitto al secondo turno Novak Djokovic per 6-2, 6-1, diventando il primo italiano di sempre a battere il numero 1 al mondo in un torneo ATP 500 e soprattutto infliggendo al serbo la sconfitta più pesante della sua carriera nelle partite al meglio di tre set.

Tra le altre prestazioni più importanti per “Sonny” ci sono anche la cavalcata agli Internazionali d’Italia 2021, dove si ferma in semifinale dopo aver sconfitto due top 10 come Dominic Thiem e Rublev, i quarti di finale a Monte Carlo nel 2019, nonché gli ottavi di finale raggiunti sia al Roland Garros (2020 e 2023) che a Wimbledon (2021), con quella che, anche per le scommesse sportive, verrà ricordata come l'ultima partita di Federer vinta sull'erba londinese.

Sonego con Federer

Il ranking ed il money prize di Sonego

Per quanto riguarda la classifica ATP, il ranking massimo raggiunto dal torinese è il ventunesimo posto, occupato nell’ottobre 2021.

Nel 2023 Sonego ha vinto 29 partite e ne ha perse altrettante, raccogliendo oltre un milione di euro di prize money e portando il guadagno complessivo in carriera a 5,6 milioni di euro.

Sonego decisivo nel trionfo in Davis

Ma non si può raccontare Lorenzo Sonego senza parlare della Coppa Davis. Il classe 1995 è uno dei fedelissimi di capitan Filippo Volandri ed è stato sempre presente nella squadra da quando il livornese ne ha preso la guida.

Nell’edizione 2021 il piemontese vince entrambi i suoi singolari nella fase di qualificazione, perdendo però contro Borna Gojo nei quarti di finale contro la Croazia. Nel 2022 non prende parte alle partite di qualificazione, ma ai quarti batte Francis Tiafoe nel match contro gli Stati Uniti, perdendo poi contro Denis Shapovalov nella semifinale con il Canada. 

E poi si arriva al 2023, l’anno di gloria della Davis italiana. E Sonego è fondamentale per il successo azzurro, soprattutto perché in assenza di Sinner è lui a trascinare l’Italia alla qualificazione alla fase finale.

Dopo la sconfitta contro Alexis Galarneau nel match con il Canada, Sonny affonda il Cile vincendo sia il singolare contro Nicola Jarry (annullando ben quattro match point) che il doppio, in coppia con Lorenzo Musetti. Nella partita con la Svezia che vale la qualificazione, il torinese ottiene il secondo e decisivo punto battendo Elias Ymer.

Sonego doppista affidabile

Nella fase finale, complice il ritorno in squadra di Sinner, Sonego non gioca match in singolare, ma si impone come compagno di doppio perfetto per il talento di San Candido.

La gioia sfrenata di Sonego in doppio

La coppia Sinner/Sonego ottiene il punto decisivo nei quarti di finale contro i Paesi Bassi e quello ancora più importante nella semifinale contro la Serbia di Djokovic.

All’ultimo atto non c’è neanche bisogno di scendere in campo, perché i punti conquistati da Matteo Arnaldi e da Sinner bastano e avanzano per battere l’Australia e riportare la Coppa Davis in Italia dopo 47 anni. In totale lo score di Sonego nella competizione parla di 8 vittorie e 3 sconfitte tra singolari e doppi. 

Sonego testimonial di Emporio Armani

Insomma, Lorenzo Sonego è una realtà del tennis italiano e come tale è molto richiesto dagli sponsor. E proprio nel 2023 il torinese ha abbandonato il suo partner storico per il materiale tecnico, ovvero la Mizuno, per legarsi a un brand tricolore di altissimo livello, Emporio Armani.

Per quanto riguarda la racchetta, Sonny è invece rimasto fedele alla Wilson, utilizzando il modello Wilson Blade 98.

Tra gli altri marchi che lo hanno scelto come testimonial ci sono un’istituzione torinese come la Reale Mutua, la buonissima Acqua Valmora e un’azienda al passo coi tempi come la Lynx Group. E di certo, con l’ulteriore fama raggiunta dopo la vittoria della Davis, non ci vorrà molto prima che tanti altri decidano che vale la pena affidarsi a Sonego per la propria immagine!

*Le foto dell'articolo sono distribuite da Alamy.

December 20, 2023
Body

Francesco vive di sport, di storia e di storie di sport. Dai Giochi Olimpici antichi a quelli moderni, dalle corse dei carri a Bisanzio all'Olanda di Cruijff, se c'è competizione o si tiene un punteggio, lui si appassiona sempre e spesso e volentieri ne scrive.

factcheck
Off
hidemainimage
show
Hide sidebar
show
Fullwidth Page
Off

Michel, l'artefice del miracolo Girona

Di tanto in tanto accade che, persino nei campionati più quotati, ci sia una vera e propria squadra rivelazione. E non nel senso del club che dovrebbe salvarsi che fa una stagione di medio-alta classifica, ma proprio quei casi in cui una outsider si ritrova a lottare per vincere il titolo.

È successo qualche anno fa in Premier League con il Leicester City, che ha scritto una pagina leggendaria di calcio sotto la guida di Sir Claudio Ranieri.

E chissà che non sia in procinto di accadere anche in Liga, un campionato che negli ultimi dieci anni ha avuto solo tre padroni: il Real Madrid, il Barcellona e l’Atletico Madrid. Stavolta c’è una novità e non è uno degli altri club storici di Spagna, come il Valencia, il Siviglia o l’Athletic: a sognare in grande è il “piccolo” Girona.

Il Girona fa parte del Gruppo Manchester City

Che poi in realtà tanto piccolo non è, considerando che ha dietro un colosso come il City Group, la holding che tra le altre controlla anche il Manchester City di Pep Guardiola. E a proposito, il Girona ha il suo di Guardiola, Pere, il fratello del tecnico catalano, che prima ha fondato la sua agenzia da procuratore (rappresentando tra gli altri Luis Suarez e Andres Iniesta) e che dal 2017 è co-proprietario e presidente del club.

L’acquisto della società è arrivato dopo la promozione in Liga e negli ultimi anni, tra una retrocessione e una nuova promozione, il Girona si è imposto come uno dei progetti più interessanti del calcio spagnolo, ottenendo risultati di rilievo persino contro le big storiche.

Ma nessuno si aspettava che la squadra catalana potesse addirittura volare altissimo, fino a mantenere la prima posizione in Liga per quasi tutto il girone di andata e a prendersi il lusso di andare al Camp Nou a battere a domicilio per 2-4 il Barcellona campione in carica o di superare, al termine di continui cambiamenti di risultato, anche per le relative scommesse calcio, l'Atleti del Cholo per 4-3!

La rosa 2023/2024 del Girona nella Liga

La rosa del Girona, capitanata da un ex della Serie A come Christian Stuani (per un quinquennio di proprietà della Reggina), vale circa 160 milioni ed è un mix tra alcuni calciatori che hanno un passato in una o più big, come il portiere Paulo Gazzaniga (ex Tottenham), il difensore Daley Blind (Ajax, Manchester United e Bayern Monaco), scoperte interessantissime come i due ucraini Artem Dovbyk e Viktor Tsygankov e una serie di prestiti di giovani calciatori sia dalla “casa madre”, ovvero il City Group, che dal Barcellona, che ha spedito allo Stadio Montilivi alcuni dei suoi talenti per accumulare esperienza.

Della prima categoria fanno parte Yangel Herrera e Yan Couto, entrambi in prestito dal Manchester City, ma anche la stellina brasiliana Savio, che invece è di proprietà del Troyes, altra squadra parte della holding.

Tra gli arrivi dal Barça invece si segnalano Eric Garcia e Pablo Torre.

Michel e il Rayo Vallecano

Ma il vero artefice del miracolo Girona è certamente l’uomo che sta in panchina, ovvero Miguel Ángel Sánchez Muñoz, meglio conosciuto come Michel.

Da non scambiare con l’omonimo centrocampista, bandiera del Real Madrid della Quinta del Buitre, Michel è un prodotto del Rayo Vallecano, di cui è stato bandiera, più che calciatore per buona parte della sua carriera, escludendo le esperienze all’Almeria, al Real Murcia e al Malaga.

Uno striscione per Michel

Per lui con la terza squadra di Madrid c’è la soddisfazione di aver raggiunto non solo la promozione in Liga, ma anche i quarti di finale di Coppa UEFA nella stagione 2000/01.

Michel il mago delle promozioni dirette

Quando l’ex centrocampista classe 1975 ha appeso gli scarpini al chiodo, il passaggio su una panchina è poco sorprendentemente arrivato proprio nelle giovanili del Rayo, guidate fino a quando, nel 2017, non è arrivata la promozione alla prima squadra.

E a proposito di promozione, nella seconda stagione da allenatore è arrivata quella del Rayo in Liga, ottenuta vincendo la Segunda Division, seguita però da un’annata complicata terminata con l’esonero.

Poco male, perché Michel con i biancorossi si è fatto un nome e nell’estate 2019 viene chiamato dall’Huesca. In Aragona si ripete lo stesso canovaccio, promozione diretta in Liga con vittoria della Segunda Division nella prima stagione ed esonero dopo 10 partite di campionato della seconda. A quel punto nel 2021 lo contatta il Girona, intrigato da quello che sembra il mago delle promozioni in Liga.

Detto, fatto, perché sebbene il club catalano arrivi solo sesto nella prima stagione di Michel, attraverso i play-off, da outsiders per le scommesse sportive, i biancorossi si aggiudicano il terzo e ultimo pass per tornare tra i grandi.

Nella stagione 2022/23 il Girona si salva tranquillamente arrivando decimo, grazie anche ai gol di Valentin Castellanos, in prestito dal New York City che lo cederà poi alla Lazio, e a buona parte della rosa della stagione in corso. Ovvero quella del miracolo Girona, che sta rendendo molto più emozionante del solito la Liga.

I moduli del tecnico Michel

Insomma, Michel sta decisamente incuriosendo tutti, anche perché il suo calcio è difficilmente inquadrabile in un modulo ben preciso.

Basterebbe pensare che nella stagione 2023/24 il tecnico ha cominciato con il 4-1-4-1 che è stato il leit motiv della salvezza precedente, per poi declinare il suo undici anche con il 4-2-3-1, il 4-3-3 o addirittura con diverse varianti della difesa a tre, a partire dal classico 3-5-2 per arrivare al 3-4-3 con cui il Girona ha affrontato e battuto nettamente il Barcellona al Camp Nou.

La gioia di Michel dopo un gol!

E chi pensa che gli ottimi risultati derivino da una tendenza al gioco in contropiede come faceva quel celebre Leicester, ha capito male.

I catalani sono nelle prime posizioni per passaggi in area avversaria, segnale che la squadra domina spesso le partite, e basano il loro gioco su una serie di passaggi corti che tiene compatti i reparti, permettendo un pressing feroce ogni volta che si perde il pallone. Tutto questo senza però rinunciare a un altro tipo di approccio, puntando spesso sul talento di Savio e delle sue capacità nell’uno contro uno quando la costruzione da dietro non trova sbocchi.

La prossima panchina di Michel dopo il Girona

Qual è dunque il futuro di Michel? Dopo la salvezza ottenuta, nel maggio 2023 il tecnico ha firmato un rinnovo del suo contratto, legandosi al Girona fino al 2026. Per quanto riguarda le cifre, non sono note quelle del rinnovo, ma basterebbe considerare che la prima stagione in Liga l’allenatore l’ha passata con uno stipendio da 250mila euro, che lo rendeva il tecnico meno pagato del campionato.

Visti i risultati, facile pensare che la cifra sia perlomeno raddoppiata. E dopo questa stagione, in cui a metà calendario, come ha scherzato lui stesso, il Girona ha già superato la quota salvezza, c’è da scommettere che il City Group possa decidere per un ulteriore ritocco all’artefice del miracolo biancorosso!

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da Alamy.

January 4, 2024
Ermanno Pansa
Body

Ermanno è un grande appassionato di sport, in particolare del calcio, vissuto a 360°: come professionista e come tifoso. Ha seguito tutte le fasi finali delle manifestazioni internazionali degli ultimi 15 anni, Mondiali ed Europei.

Amante degli incontri ricchi di gol, collabora quotidianamente con il blog di 888sport, per il quale rappresenta una costante fonte di idee.

 

factcheck
Off
hidemainimage
show
Hide sidebar
show
Fullwidth Page
Off

Xabi Alonso vince la prima Bundesliga della storia del Leverkusen

Quando qualche anno fa chiesero a Josè Mourinho quale dei calciatori da lui allenati avrebbe avuto una carriera importante da tecnico, il portoghese non ha praticamente avuto dubbi: “Xabi Alonso”.

E sembra proprio che, come gli succede abbastanza spesso, lo Special One avesse ragione, perché lo spagnolo si sta imponendo come uno dei giovani tecnici più promettenti del calcio europeo e sta facendo grandi cose alla guida del Bayer Leverkusen.

Anche i numeri sono travolgenti, con un'incredibile sequenza stagionale, prima di perdere la finale di Dublino con l'Atalanta del Gasp, di 51 partite senza sconfitte (42 vittorie e 9 pari) con 18 gol, oltre il novantesimo! 

Dopo aver riscritto la storia dell'ex... Neverkusen, vincendo la Bundes 2024 con 5 turni di anticipo, dopo 11 successi consecutivi del Bayern, e la Coppa di Germania, anche nel 2025 resterà in Renania, ma Xabi sarà presto il tecnico di un top club ancora più importante del Bayer!

Xabi Alonso allenatore anche da calciatore

Del resto, la carriera di Xabi Alonso e la sua posizione in campo lo rendevano già un ottimo candidato per la panchina. Il basco, nato nel 1981 a Tolosa (ma non quella in Francia!) ha vinto da calciatore praticamente tutto quello che si poteva.

Il centrocampista è cresciuto nella cantera della Real Sociedad e ha esordito nella prima squadra nella stagione 1999/2000, prima di passare una stagione in prestito all’Eibar.

Di ritorno a San Sebastian, Alonso si è immediatamente preso il centrocampo della Real, diventando un titolare fisso e ottenendo anche le prime convocazioni in nazionale. Le sue prestazioni colpiscono un connazionale, Rafa Benitez, che decide di spendere 1,5 milioni di sterline per portarlo al Liverpool.

Xabi Alonso in Premier contro lo United

Ad Anfield il basco si impone come uno dei migliori registi al mondo, sia per la visione di gioco che per la capacità di calcio, espressa nelle sue celebri verticalizzazioni ma anche nei tiri dalla distanza.

Resta cinque stagioni in Inghilterra, vincendo con i Reds una FA Cup, una Community Shield, una Champions League e una Supercoppa Europea, prima di trasferirsi al Real Madrid.

I Blancos lo pagano 35 milioni di euro, ma sono soldi decisamente ben spesi. Xabi Alonso diventa il metronomo delle Merengues e gioca il suo miglior calcio nelle tre stagioni in cui sulla panchina del Real trova proprio Josè Mourinho, di cui diventa un fedelissimo. Anche al Santiago Bernabeu rimane per cinque stagioni, vincendo, sempre da favorito per le scommesse calcio una Liga, due Cope del Rey, una Supercoppa di Spagna, nonché la seconda accoppiata Champions-Supercoppa Europea, conquistando la Decima sotto la guida di Carlo Ancelotti.

Per completare l’elenco dei grandi maestri con cui giocare manca solo Pep Guardiola e infatti il basco chiude la carriera al Bayern Monaco con in panchina il catalano, vincendo tre volte la Bundesliga, oltre a una Coppa di Germania e a una Supercoppa.

Ah, senza poi dimenticare che per oltre un decennio il centrocampista ha fatto parte della nazionale spagnola, diventando l’unico in grado di scalfire il dominio della mediana da parte dei centrocampisti del Barcellona e conquistando con le Furie Rosse la Coppa del Mondo 2010 e i Campionati Europei nel 2008 e nel 2012.

Xabi Alonso in Nazionale

Xabi ha già allenato il Real

Una volta appesi gli scarpini al chiodo nel 2017, Alonso non ha decisamente perso tempo e ha subito preso il patentino di allenatore UEFA, partecipando allo stesso corso di altri colleghi celebri come Xavi e Raul.

A offrirgli subito una panchina è stato il Real Madrid, che lo ha messo alla guida della formazione Infantil A nella stagione 2018/19. E dire che il basco si sia presentato bene rischia di essere un eufemismo, visto che i giovani della cantera dei Blancos hanno vinto il loro campionato senza perdere neanche una partita.

A quel punto lo ha cercato la Real Sociedad, che gli ha affidato la panchina della squadra B, in Segunda Division B. Dopo la prima stagione, terminata con un quinto posto, per Xabi Alonso è arrivata la promozione in Segunda Division attraverso la vittoria del campionato. 

Il Leverkusen vola con Alonso in panchina

E il fatto che nell’annata successiva la Real B sia retrocessa non ha per nulla spaventato il Bayer Leverkusen, che nell’ottobre 2022 ha scelto lo spagnolo per sostituire lo svizzero Gerardo Seoane.

In campionato le Aspirine arrivano seste, mentre nelle coppe i rossoneri arrivano terzi nel girone di Champions League, retrocedendo così in Europa League dove raggiungeranno la semifinale, arrendendosi solamente di fronte alla Roma di Mourinho.

Ma per Xabi Alonso i primi mesi sono stati di ambientamento, perché nella stagione 2023/24 il Bayer è partito a tutta velocità, prendendosi il primo posto provvisorio in Bundesliga rimanendo imbattuto e superando di slancio il girone di Europa League con 6 vittorie, mai in discussione per le relative scommesse sportive, in altrettante partite.

La carica di Mister Xabi Alonso

Questi ottimi risultati gli hanno garantito il rinnovo di contratto da parte del club, che gli ha fatto firmare un accordo che terminerà nel giugno 2026 e che fa guadagnare al tecnico spagnolo 6 milioni di euro a stagione.

Si tratta del secondo miglior ingaggio per un allenatore in Bundesliga, dietro soltanto agli oltre 10 milioni di Thomas Tuchel al Bayern.

Il modulo che utilizza Xabi Alonso

Dal punto di vista tattico, Xabi Alonso è abbastanza camaleontico, ma ha un paio di moduli che utilizza con più frequenza degli altri.

Nelle tre stagioni con la squadra B della Real Sociedad ha alternato il 4-3-3 al 3-4-2-1, mentre a Leverkusen ha quasi sempre preferito quest’ultimo, assieme a varianti come il 3-4-3 puro o il 3-1-4-2, il modulo che più premia il ruolo di regista davanti alla difesa, evidentemente a lui molto caro.

Ovviamente, visto il percorso finora, il Bayer Leverkusen è nettamente la squadra più forte che lo spagnolo abbia mai allenato, ma le cose potrebbero cambiare in non molto tempo.

Quale sarà la prossima panchina di Xabi

Si fa infatti un gran parlare della possibilità che Xabi Alonso finisca a breve sulla panchina di una big, in particolare su quella di due squadre con cui ha già giocato: il Real Madrid e il Liverpool.

Alla Casa Blanca l’ex centrocampista andrebbe a succedere a un tecnico che lo ha allenato, Carlo Ancelotti, ma anche a rinverdire la tradizione degli allenatori con un passato in campo con i Blancos (Zinedine Zidane, ma anche Vicente Del Bosque, Jorge Valdano o Bernd Schuster).

Ad Anfield invece si troverebbe a prendere l’eredità di Jurgen Klopp, ma anche in questo caso seguirebbe i passi delle leggende dei Reds che si sono sedute in panchina come Kenny Dalglish.

Quel che sembra abbastanza certo è che, nonostante una carriera da allenatore relativamente breve, lo spagnolo pare avere le carte in regola anche per gestire calciatori di caratura superiore.

Il carattere sempre dimostrato in campo e i trofei da protagonista ottenuti in una carriera inavvicinabile quasi per chiunque potrebbero essere abbastanza per placare i bollenti spiriti di chi vuole essere al centro dell’attenzione. E poi, sempre meglio non dimenticare che si parla di un basco: gente sincera, onesta e che…non è il caso di far arrabbiare!

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da Alamy. Prima pubblicazione 20 dicembre 2023.

May 25, 2024
Ermanno Pansa
Body

Ermanno è un grande appassionato di sport, in particolare del calcio, vissuto a 360°: come professionista e come tifoso. Ha seguito tutte le fasi finali delle manifestazioni internazionali degli ultimi 15 anni, Mondiali ed Europei.

Amante degli incontri ricchi di gol, collabora quotidianamente con il blog di 888sport, per il quale rappresenta una costante fonte di idee.

 

factcheck
Off
hidemainimage
show
Hide sidebar
show
Fullwidth Page
Off

Federica Brignone è di nuova campionessa del Mondo

Brignone è la migliore sciatrice italiana

Prima di elencare il numero vittorie Brignone, ricordiamo che, di solito, gli sciatori alpini a livello sportivo si dividono in due grandi categorie: gli specialisti e i polivalenti. I primi, come suggerisce il nome stesso, sono particolarmente bravi in una o due delle specialità previste nelle gare.

Alcuni sono talmente dominanti da riuscire anche a competere per la Coppa del Mondo generale, come il nostro Alberto Tomba, l’austriaco Marcel Hirscher o lo svedese Ingemar Stenmark, tutti specialisti delle gare tecniche (quindi slalom speciale e slalom gigante), ma che comunque hanno portato a casa la coppa di cristallo.

Di solito però quelli che hanno più possibilità di fare punti sono i polivalenti, in grado di fare bene in tutte le specialità, o quasi, come la Brignone protagonista di una stagione pazzesca da 6 successi e ben 13 podi!

Numero vittorie Brignone

Mai come il 13 febbraio 2025 quando, con vantaggi siderali, la tigre, a 28 anni di distanza dalla Compagnoni, diventa campionessa del Mondo in gigante! 

Intanto, il 26 ottobre 2024, a 34 anni, 3 mesi e 12 giorni, la Brignone trionfava a Soelden, suo giardino di casa, nel gigante d'esordio stagionale! L'11 gennaio 2025, primo successo in carriera in discesa libera!

I successi in Coppa del Mondo salgono a 37 (ottava di tutti i tempi), con ben 85 podi (e 5 da Alberto Tomba):

  • 17 in gigante (due in più di Tomba!);
  • 13 in SuperG (quarta di sempre);
  • 2 in discesa libera;
  • 5 in combinata.

Federica Brignone la sciatrice italiana più vincente

E non sorprende dunque che la sciatrice italiana più vincente di sempre in Coppa del Mondo, nonché l’unica in grado di vincere il trofeo generale, sia Federica Brignone, altamente competitiva in Supergigante, in Gigante e nella Combinata.

Nata nel 1990 a Milano ma cresciuta a La Salle, in Valle d'Aosta, Brignone ha la neve nel sangue, considerando che suo padre Daniele è un maestro di sci e che sua madre, Maria Rosa Quario, era una sciatrice professionista, specialista delle discipline tecniche, che in carriera vanta 15 podi in Coppa del Mondo, tutti in slalom speciale, comprese quattro vittorie tra 1979 e 1983.

Insomma, la genetica poteva suggerire un futuro da sciatrice per la piccola Federica, che però ha decisamente superato le aspettative. Il suo esordio è datato 2005 in una gara FIS, mentre a inizio 2006 ha preso parte alla prima gara di Coppa Europa, vincendo al contempo il titolo italiano a livello juniores sia in speciale che in gigante. In quegli anni arrivano le prime soddisfazioni, compresa la medaglia d’oro mondiale juniores in combinata nel 2009.

Per i primi punti in Coppa del Mondo bisogna aspettare il gigante di Solden dell’ottobre 2009, ma da quel momento l’azzurra non si è praticamente più fermata. Una settimana dopo è arrivato il primo podio in carriera, il terzo posto in slalom gigante ad Aspen, mentre nel 2010 ha esordito ai Giochi Olimpici.

Nel febbraio 2011 Brignone vince l’argento nello slalom gigante ai Mondiali, che si tengono in Germania, a Garmisch-Partenkirchen.

L’anno successivo però è costretta a un lungo stop, a causa di una cisti al malleolo che la costringe a operarsi. Al rientro la forma non è ancora delle migliori, il che le impedisce di fare bene ai Giochi Olimpici di Sochi.

Nel gigante di Solden il primo successo

Ma il lavoro paga, perché l’azzurra nel 2015 apre finalmente il conto delle sue vittorie in Coppa del Mondo, imponendosi nello slalom gigante di Solden.

In quella stagione arriva una seconda vittoria, stavolta in supergigante, sulle nevi andorrane di Soldeu. Comincia così il massimo momento di maturità sportiva per Brignone, che diventa una delle favorite per le scommesse sportive delle gare ed accumula sempre più piazzamenti a podio e vittorie.

La Brignone a Solden!

Nella stagione 2017 vince due volte in slalom gigante (Plan de Corones e Aspen) e una in combinata (Crans-Montana), risultato replicato in quella successiva, stavolta con una vittoria in supergigante (Lienz), una in gigante (Bad Kleinkirchheim) e con il bis in combinata in Svizzera.

Sempre nel 2018 l’azzurra aggiunge al suo palmares anche una medaglia olimpica, il bronzo conquistato in slalom gigante ai Giochi di Pyeongchang. Nel 2019 le vittorie in Coppa del Mondo sono solamente due, il gigante di Killington e la solita combinata a Crans-Montana, a cui si aggiunge una delusione: in teoria vincerebbe la Coppa del Mondo di specialità per la combinata, che però quell’anno non viene assegnata.

Nel 2020 la Brignone vince la Coppa del Mondo

Il destino ha però in serbo ben altro per Federica Brignone, che nella stagione 2019/20 è assoluta dominatrice del circo bianco. Le vittorie stagionali sono ben cinque: il gigante di Courchevel, la combinata di Altenmarkt, il gigante di Sestriere, il supergigante di Sochi e, neanche a dirlo, la combinata a Crans-Montana.

Grazie anche ad altri sei piazzamenti, l’azzurra si aggiudica la Coppa del Mondo generale con 153 punti di vantaggio su Mikaela Shiffrin e diventa così la prima e finora unica sciatrice italiana a vincere la coppa di cristallo. Alla classifica generale aggiunge anche due coppe di specialità, quella di gigante e quella di combinata, arrivando tra l’altro seconda in quella di supergigante e terza in quella di discesa libera.

Nonostante le trenta candeline, Brignone non ne vuole sapere di fermarsi, anzi, entra nel periodo più vincente della sua carriera. Nel 2021 vince il supergigante in Val di Fassa, mentre nel 2022 fa tris nella stessa specialità (Sankt-Moritz, Altenmarkt e Garmisch), portando così a casa la Coppa di Supergigante, e vince il gigante a Meribel.

L’anno olimpico però porta soddisfazioni a cinque cerchi, con l’argento nello slalom gigante e il bronzo nella combinata a Pechino.

37 vittorie sono il record clamoroso della Brignone

Il 2023 è avaro di successi in Coppa del Mondo, con solo il gigante di Sankt Anton, ma in compenso è trionfale ai mondiali, dove Brignone porta a casa, da favorita per le scommesse live, l’oro in combinata e l’argento in gigante.

Numero vittorie Brignone

E la stagione 2023/2024 ha visto l’azzurra vincere quattro gare, due volte il gigante a Mont-Tremblant, il supergigante in Val-d’Isere e a Kvitfjell, e, con un recupero incredibile il gigante ad Are.

Con il successo in gigante in Austria a Semmering il 28 dicembre 2024, la vittoria inedita in discesa libera l'11 gennaio 2025 ed il Super G semi... olimpico di Cortina la settimana successiva raggiunge quota 31 vittorie in Coppa del Mondo, che le permettono di tenere a distanza Sofia Goggia (quota 26) per il titolo di sciatrice italiana più vincente di sempre in coppa.

Brignone di nuovo Campionessa del Mondo nel 2025

In Germania,  a Garmisch tiene Sofia a distanza di un centesimo di secondo e vince la sua gara numero 32! La 33 e 34 arrivano entrambe in gigante il 21 ed il 22 febbraio 2025: il venerdì Federica diventa la prima sciatrice della storia a vincere per due volte sulla piste a Sestriere ed il sabato bissa il successo del giorno precedente!

In Norvegia, nel superG di Kvitfjell il 3marzo 2025, Fede vince la gara numero 35! Ad Are, l'8 marzo 2025, vince in gigante, con il miglior tempo in entrambe le manches, e fa 36!!!

Non passa neanche una settimana e la Brignone fa 37 nel secondo Super G di La Thuile, la gara n. 31 della stagione, precedendo la Goggia di un solo centesimo! 

Nota di colore: nella gara in Valle d'Aosta per la dodicesima volta in carriera le due azzurre sono arrivate prima e seconda!

Federica Brignone per 85 volte sul podio

A questi numeri si aggiungono, comprese le due gare di Cortina 2025, gli 85 podi totali (record nazionale anche questo, superato Gustavo Thoeni), le tre medaglie olimpiche (un argento e due bronzi) e le quattro mondiali (un oro e tre argenti), la Coppa del Mondo generale e le tre di specialità (una ciascuna in gigante, supergigante e combinata).

Nel Super G di Saalbach in Austria, in una gara caratterizzata da distanze ridottissimissime, il 6 febbraio 2025 Federica conquista la sua quarta medaglia mondiale!

Il capolavoro arriva il giovedì successivo: la leonessa doppia tutte e si laurea campionessa mondiale di gigante!

Gli sponsor ed il prize money di Federica Brignone

Logico che una campionessa del livello di Federica Brignone sia molto ricercata dagli sponsor. Il marchio che la segue da sempre è Banca Generali, presente sul suo cappello sin dagli esordi in Coppa del Mondo, mentre per il materiale tecnico l’azzurra si affida alla Rossignol e alla Lange.

Federica Brignone è anche una testimonial di successo!

Non mancano sulla sua divisa sponsor legati al suo territorio (Regione Valle d’Aosta e Courmayeur), ma anche marchi celebri come Adidas, Technogym, Dainese o Audi. I guadagni però non gli arrivano solo dalle sponsorizzazioni, ma anche dalle cifre vinte grazie ai risultati sulle piste.

Nella stagione in corso Brignone ha guadagnato finora circa 200mila euro di prize money, seconda solo alla statunitense Shiffrin. E volendo fare un rapido calcolo, con circa 50mila euro a vittoria, 25mila per il secondo posto e 15mila per il terzo, in carriera l’azzurra ha raccolto quasi 2 milioni di euro solo con i podi in Coppa del Mondo, a cui aggiungere anche i premi per le medaglie olimpiche e mondiali.

Cifre importanti, ma meritatissime per una delle migliori sciatrici italiane di tutti i tempi!

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da Alamy.

March 29, 2025
Ermanno Pansa
Body

Ermanno è un grande appassionato di sport, in particolare del calcio, vissuto a 360°: come professionista e come tifoso. Ha seguito tutte le fasi finali delle manifestazioni internazionali degli ultimi 15 anni, Mondiali ed Europei.

Amante degli incontri ricchi di gol, collabora quotidianamente con il blog di 888sport, per il quale rappresenta una costante fonte di idee.

 

factcheck
Off
hidemainimage
show
Hide sidebar
show
Fullwidth Page
Off

Beach soccer, anche l'Italia tra le protagoniste ai Mondiali

Beach soccer che passione

Prima di parlare con il fortissimo Marco Giordano anche di quanto guadagna un giocatore di beach soccer, giusto evidenziare che da quando il calcio è stato inventato e codificato, lo si è giocato praticamente ovunque. Sui campi regolamentari, certo, ma anche nei prati, per strada e, dove ce n’è la possibilità, anche in spiaggia.

E quest’ultima versione ha avuto talmente tanto successo da diventare una disciplina a sé stante, il beach soccer.

I primi tornei internazionali di beach soccer

Si tratta di uno sport che quindi è stato praticato da sempre, come dimostrano i primi tornei negli anni Cinquanta a Rio de Janeiro, considerata la patria del beach soccer, ma le cui regole sono abbastanza recenti, visto che sono state fissate nel 1992.

Si palleggia sulla spiaggia di Rio

La prima partita internazionale è stata giocata nel 1993 e nel 1995 si sono disputati i primi campionati del mondo, giocati in Brasile e vinti, naturalmente, dalla nazionale di casa, strafavorita per il sito scommesse.

Nel 1998 è stato poi il turno dei campionati Europei, mentre nel 2000 è arrivato il riconoscimento da parte della FIFA, che ha dato il via alla nascita dei campionati e delle competizioni internazionali per club.

A contribuire al successo sempre maggiore del beach soccer è stata la presenza sulla sabbia di grandi ex calciatori che hanno deciso di continuare la loro carriera…a piedi nudi dopo aver appeso gli scarpini al chiodo.

Tra i calciatori che sono diventati delle icone del beach soccer ci sono un campione del mondo come Romario, altre stelle brasiliane come Zico e Junior, ma anche simboli del calcio europeo come Eric Cantona o Julio Salinas.

Tra gli italiani che hanno vestito la maglia della nazionale ci sono Massimo Agostini, che è stato anche a lungo commissario tecnico, Paolo Di Canio, Marco Ballotta e Maurizio Iorio.

quanto guadagna un giocatore di beach soccer

Marco Giordani MVP Europei beach soccer 2023

A rispondere a qualcuna delle domande più frequenti sul beach soccer ci pensa Marco Giordani, calciatore della nazionale italiana e MVP degli ultimi Europei, che gli Azzurri hanno vinto a settembre 2023 ad Alghero, battendo in finale la Spagna per 5-4, grazie ad una sua straordinaria  tripletta.

Giordani, classe 1997, è stato inserito nella lista dei migliori 100 giocatori di beach volley al mondo per il secondo anno consecutivo, ma gioca anche con il Montespaccato nel campionato di Eccellenza, che lo scorso anno ha vinto con la maglia dell’Anzio, la squadra della sua città.

Dunque, nessuno meglio di lui può spiegare il mondo del beach e anche il suo rapporto con il calcio che si gioca sull’erba…

Brasile favorito per i bookmakers

Dopo la stupenda esperienza ai Mondiali 2024, in questo momento è infortunato e commenta le partite trasmesse dalla RAI con Lucio Micheli.

Il Beach è sole, mare, spiaggia e giocare dall'altra parte del Pianeta, nel paradiso dell'Oceano Indiano, conferma il carattere assolutamente inclusivo di questo sport.

Brasile e Portogallo favorite per le scommesse beach soccer, ma i mie compagni quando vestono la maglia Azzurra rappresentano sempre un avversario difficile da battere e, in una delle prossime sfide dirette, riusciremo a sfatare il tabù brasiliano!

Come si diventa giocatore di beach soccer?

Sono cresciuto sulla sabbia, abito a 50 metri dal mare e quindi per me, come per altri ragazzi che hanno avuto la fortuna di giocare sulla sabbia sin da bambini, è stato molto più facile.

Sono diventato giocatore di beach grazie a un gruppo di amici che partecipavano al campionato di Serie A e mi hanno chiesto se volevo andare a provare a giocare. Questo sport mi è piaciuto tantissimo e ho deciso di continuare, tanto da farlo diventare un vero e proprio lavoro.

Come ci si prepara al campionato di beach soccer?

Per il campionato di beach ci si allena da maggio a inizio agosto, il torneo dura due mesi e mezzo, quasi tre.

Il periodo di maggio è per la preparazione, poi ci sono le cinque tappe in cui è suddivisa la stagione, una delle quali è di Coppa Italia, tre di campionato e una di fase finale, una final eight in cui ci le squadre si incontrano in tabellone incrociate rispetto alla loro posizione in classifica per arrivare a giocarsi il titolo in una finale a gara secca. 

Qual è la tappa più bella e con più partecipazione da parte del pubblico?

La tappa più bella, a parer mio, è quella di Viareggio, perchè ci sono parecchi tifosi, è un vero e proprio stadio. Nella finale di quest’anno, che io ho giocato, ci saranno state dalle duemila alle tremila persone e quindi è stata davvero una bella esperienza.

Esiste la possibilità di avere un doppio tesseramento, con una squadra di calcio a 11 ed una di beach soccer?

Sì, io gioco sia a beach che a calcio a 11, quindi il doppio tesseramento è una realtà ed è un'opzione che consiglio a tutti.

Da quando il beach soccer è trasmesso in TV, è cambiato qualcosa?

Sky ha trasmesso il campionato italiano e due anni fa anche la nazionale al campionato Europeo, che invece quest’anno e quello passato è stato trasmesso sulle reti RAI.

La trasmissione in TV ha fatto capire alla gente qual è il “vero” beach soccer, nel senso che venivano trasmessi anche altri tornei di beach, che però erano competizioni a sé stanti e non il vero campionato italiano, che è quello organizzato dalla Lega Nazionale Dilettanti.

E poi vederlo in TV ha fatto avvicinare più persone a questa disciplina.

quanto guadagna un giocatore di beach soccer

Il guadagno varia da giocatore a giocatore, perchè ci sono quelli che lo fanno per divertimento e quelli che invece lo fanno come un vero e proprio lavoro.

Io per esempio faccio parte della seconda categoria; terminata la stagione di calcio a 11, gioco con il Catania e quindi vado per tre mesi d’estate in Sicilia; però ci sono anche ragazzi che magari la mattina vanno a lavorare e la sera si vanno ad allenare su un campo in spiaggia. 

Un calciatore di Serie A potrebbe dire la sua nel beach soccer?

Penso che un giocatore di A sarebbe fortissimo nel beach soccer, anche se non conosce lo sport. Chi gioca a quei livelli ha tantissima esplosività, anche se poi ovviamente la tecnica dipende da calciatore a calciatore.

Però provare non costa nulla, sarei molto curioso di vedere giocare gente come Zaccagni o Dybala sulla spiaggia!

 

quanto guadagna un giocatore di beach soccer

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da Alamy.

**Prima pubblicazione 17 dicembre 2023.

May 6, 2025
Body

Francesco vive di sport, di storia e di storie di sport. Dai Giochi Olimpici antichi a quelli moderni, dalle corse dei carri a Bisanzio all'Olanda di Cruijff, se c'è competizione o si tiene un punteggio, lui si appassiona sempre e spesso e volentieri ne scrive.

factcheck
Off
hidemainimage
show
Hide sidebar
show
Fullwidth Page
Off