I titoli vinti da Max Allegri, il più vincente in Italia

Allegri ha oltre 500 panchine in A

Palmares Allegri: che si vinca…di corto muso o dominando, un trofeo è sempre un trofeo. E sono pochi gli allenatori italiani che nella loro carriera ne hanno vinti più di Massimiliano Allegri.

Il tecnico livornese classe 1967 da giocatore ha forse ottenuto meno di quanto avrebbe potuto, potendo vantare soltanto una Coppa Italia di Serie C con la squadra della sua città e un campionato di D con la maglia dell’Aglianese a fine carriera.

Ma una volta che si è seduto in panchina, “Acciughina” si è rifatto con gli interessi, portando a casa quindici trofei nel corso di una carriera ormai ultra ventennale che il 30 marzo 2024 ha celebrato le 500 panchine in Serie A!

L'inizio di carriera di Allegri e l'occasione Sassuolo

Gli inizi non sono stati semplici, perché Allegri ha cominciato la sua esperienza da allenatore con una buona dose di gavetta. Il primo club a dargli fiducia è proprio l’Aglianese in Serie C2 (tredicesimo posto nel 2003), poi arriva il salto di categoria alla guida della SPAL (che termina nona). Nel 2005 lo sceglie il Grosseto, che lo esonera, lo richiama e poi lo esonera di nuovo nell’ottobre 2006.

Un mese dopo affianca il suo mentore Giovanni Galeone all’Udinese, ma essendo già stato tesserato in quella stagione il tecnico toscano si becca una squalifica di tre mesi. L’annata della prima grande soddisfazione è quella 2007/08, quando lo straordinario imprenditore Giorgio Squinzi gli affida il Sassuolo.

Allegri porta i neroverdi alla vittoria del girone A della Serie C, ottenendo una storica promozione in B e sollevando anche la Supercoppa di categoria.

Questi ottimi risultati attirano l’attenzione dei club di Serie A e a offrire ad Allegri l’occasione di mettersi in mostra è il Cagliari. Il club rossoblù chiude la stagione 2008/09 con un ottimo nono posto nel massimo campionato, rimanendo in corsa per un posto nelle coppe fino a primavera.

Anche l’annata successiva comincia bene, con il Casteddu in zona Europa League, ma poi un crollo di forma (2 punti in 9 partite) porta il presidente Cellino a esonerare il tecnico toscano. 

Lo scudetto di Allegri con il Milan

Poco male, perché Allegri è già nel mirino di atro imprenditore leggendario, Silvio Berlusconi, che lo vuole al Milan. La prima stagione in rossonero, quella 2010/11, è immediatamente quella giusta.

Il Diavolo si aggiudica lo scudetto scucendolo ai cugini dell’Inter, orfani di Mou.

Palmares Allegri

L’annata successiva inizia con la vittoria in Supercoppa sempre contro i nerazzurri, ma termina con il polemico secondo posto dietro la Juventus di Antonio Conte, con il gol fantasma di Muntari che avrebbe cambiato la classifica.

Il terzo anno al Milan vede i rossoneri chiudere il campionato al terzo posto, mentre nella quarta stagione il Diavolo parte malissimo e a inizio 2014 arriva l’esonero per Acciughina.

Il 29 maggio 2025, a distanza di oltre 11 anni, Max torna a Milanello!

Con la Juve Allegri sfiora il triplete

Ma se per il livornese si chiude una porta, si apre un portone di colore bianconero. Quando nell’estate 2014 Antonio Conte rescinde il suo contratto con la Juventus dopo aver vinto tre scudetti consecutivi, la Signora punta proprio su Allegri.

Il tecnico toscano comincia tra la diffidenza della tifoseria, ancora molto legata a Conte, che aumentano dopo la sconfitta in Supercoppa. Ma con il tempo le ottime prestazioni della squadra convincono anche i più scettici. In campionato il testa a testa con la Roma si risolve a favore dei bianconeri, per il quarto scudetto di fila e il secondo per Allegri, che porta a casa anche la prima Coppa Italia della sua carriera.

Il tecnico rischia anche un clamoroso triplete, impedito solo dalla sconfitta in finale di Champions League contro il Barcellona.

Max Allegri durante una partita di Champions

La Juventus apre la stagione 2015/16 vincendo la Supercoppa italiana, ma in campionato a fine ottobre è a -11 dal Napoli primo in classifica dopo 10 giornate.

Poco male, perché da quel momento i bianconeri inanellano due serie, straordinarie anche per le quote Serie A da 15 e 10 vittorie consecutive, intervallate da un pareggio, che portano la Juventus al sorpasso sul Napoli alla venticinquesima giornata nello scontro diretto risolto da Simone Zaza.

Per i bianconeri è il quinto scudetto di fila, il terzo in carriera per Allegri, che si aggiudica di nuovo anche la Coppa Italia.

La stagione successiva, quella 2016/17, è sulla falsariga della prima di Allegri a Torino: in campionato arriva lo Scudetto (sesto consecutivo) nonostante la resistenza della Roma, la squadra si aggiudica di nuovo la Coppa Italia e rischia per la seconda volta di fare il Triplete, perdendo però in finale di Champions contro il Real Madrid di Cristiano Ronaldo.

Allegri è l'unico tecnico ad aver vinto 6 scudetti e 5 Coppe Italia

L’era Allegri continua anche nella stagione 2017/18, quella del settimo scudetto consecutivo per la Juventus, nonché quarto di fila per l’allenatore toscano, che così raggiunge Carlo Carcano, tecnico dei bianconeri del Quinquennio, in quanto a titoli consecutivi. Arriva anche la quarta Coppa Italia (contro il Milan), per un sensazionale quarto double domestico consecutivo nonostante gli sforzi del Napoli in Serie A.

Allegri tecnico record tra scudetti e coppe Italia

L’estate 2018 porta a Torino Cristiano Ronaldo e con un CR7 nel motore sembra impossibile che la Juventus non continui il suo periodo di dominio nel campionato italiano.

E infatti va esattamente così, con i bianconeri che si aggiudicano di nuovo lo Scudetto (l’ottavo consecutivo) e Allegri che si porta a quota sei totali, diventando nel contempo l’unico tecnico del calcio italiano ad aver vinto cinque titoli e quattro Coppe Italia consecutivamente. Il titolo 2018/19 è il quindicesimo trofeo conquistato dal tecnico toscano, che nel frattempo ha anche portato a casa la Supercoppa.

Al termine della stagione però arriva il clamoroso divorzio tra Allegri e la Juventus, dopo cinque anni in cui nessuno è riuscito a detronizzare la squadra bianconera.

Ma nonostante le tante possibilità, il tecnico toscano si prende non uno, bensì addirittura due anni sabbatici dal calcio, mentre la Signora passa tra le mani di Maurizio Sarri (che vince l’ultimo dei nove scudetti consecutivi) e di Andrea Pirlo, che invece delude parecchio le aspettative.

Nel 2021 Allegri ritorna alla Juve

E quando nel 2021 serve un nuovo allenatore per la ricostruzione bianconera e la Juventus…richiama Max Allegri. Le due stagioni intere nella seconda esperienza bianconera, però, sono state avare di soddisfazioni per la squadra e per il tecnico.

In campionato la Signora è arrivata prima quarta e poi settima (causa penalizzazione) e persino in Coppa Italia non c’è stato modo di imporsi, con tanto di sconfitta in finale nell’edizione 2021/22 per mano dell’Inter.

Palmares Allegri

Nella stagione 2023/24, ricomincia il conteggio dei trofei da Allegri, con l quinta Coppa Italia, vinta, il 15 maggio 1-0 sull'Atalanta!

E al termine di ben tre anni a secco, i tifosi della Juventus tornano ad esultare!

Max resta fermo nella stagione 2024/2025 ed il 30 maggio 2025 firma per il Milan.

*L'immagine di apertura del contenuto è distribuita da Alamy, quelle all'interno dell'articolo da AP Photo. Prima pubblicazione 11 settembre 2023.

May 31, 2025
Ermanno Pansa
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Ermanno è un grande appassionato di sport, in particolare del calcio, vissuto a 360°: come professionista e come tifoso. Ha seguito tutte le fasi finali delle manifestazioni internazionali degli ultimi 15 anni, Mondiali ed Europei.

Amante degli incontri ricchi di gol, collabora quotidianamente con il blog di 888sport, per il quale rappresenta una costante fonte di idee.

 

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Gilardino decimo di tutti i tempi per i gol in A

Ora sarà anche l’allenatore del Genoa, che ha riportato in Serie A dopo appena un anno di purgatorio, ma Alberto Gilardino è nei cuori di tutti i tifosi italiani per la sua carriera da calciatore.

L’ex centravanti classe 1982 ha iniziato giovanissimo a calcare i campi del massimo campionato tricolore e ha giocato in diverse squadre nel corso di quasi vent’anni, arrivando a raggiungere il decimo posto tra i migliori marcatori di sempre della Serie A, a quota 188, a pari merito con altre due icone del gol italiano come Alex Del Piero e Beppe Signori.

Nel mezzo, Gila ha avuto anche una buona carriera in azzurro, che lo ha portato a fregiarsi del titolo di campione del mondo nella spedizione della squadra di Lippi in Germania nel 2006.

Gila ha esordito in A con il Piacenza

Gilardino ha fatto i suoi primi passi in A nella stagione 1999/2000 con la maglia del Piacenza.

A dargli fiducia è Gigi Simoni, che gli concede ben 17 presenze corredate da 3 gol. Purtroppo per il club emiliano, l’annata termina con la retrocessione, ma il giovane centravanti si è già fatto un nome e nell’estate del 2000, dopo due reti in tre match di Coppa Italia, il Verona lo acquista in comproprietà versando al Piacenza 7,5 miliardi di lire.

A Pama l'esplosione di Gilardino

Al Bentegodi Gila gioca due stagioni, la prima delle quali sotto la guida di Attilio Perotti e la seconda con in panchina Alberto Malesani. Il totale delle presenze in gialloblù è di 43, mentre i gol con la maglia del Verona sono 6.

Nel 2002 arriva il passaggio al Parma, su spinta di Claudio Prandelli. E il tecnico ci vede davvero lungo, perché il triennio al Tardini è il periodo migliore a livello realizzativo per Gilardino. Nella stagione 2002/03 l’attaccante non convince, segnando appena 5 reti in 28 partite, ma in quella successiva arriva una vera e propria esplosione.

Il centravanti va a segno 26 volte in 40 partite, di cui 23 in Serie A, portando i ducali a un passo dalla qualificazione alla Champions League.

La stagione 2004/05 è complicata per il Parma, che non ha più Prandelli in panchina, ma Gilardino toglie le castagne dal fuoco con 25 marcature in 48 partite, compreso il gol nello spareggio salvezza contro il Bologna che decreta la salvezza dei gialloblù.

Per Gila 44 gol in rossonero

Le ottime stagioni al Parma (56 gol in 116 presenze) fruttano a Gilardino un altro trasferimento, quello al Milan, che nell’estate 2005 lo paga 25 milioni di euro. Dal punto di vista del palmares, quelle in rossonero sono le migliori stagioni della carriera del centravanti, che porta a casa la Champions League 2006/07, la Supercoppa Europea e la Coppa Intercontinentale.

I numeri sono buoni, soprattutto nelle prime due stagioni, anche per le scommesse Serie A sui marcatori, chiuse rispettivamente con 19 e 16 reti in 47 e 45 partite, mentre la terza annata si chiude con 9 marcature in 40 match disputati, complice anche l’arrivo del giovane Pato.

Una situazione che convince il Diavolo a cedere il calciatore, che quindi passa alla Fiorentina per 14 milioni di euro dopo 132 presenze e 44 gol in rossonero. 

A Firenze Gilardino ritrova Prandelli e anche la prolificità che sembrava aver smarrito. Nella stagione 2008/09 arrivano 25 gol in 46 partite in tutte le competizioni, una cifra che gli permette anche di diventare il giocatore italiano del dopoguerra ad aver segnato più reti prima dei 26 anni, mentre in quella successiva i gol sono 19 in 48 match giocati.

Il terzo anno i numeri sono in calo, ma il centravanti riesce comunque ad andare in doppia cifra, timbrando il cartellino 12 volte in 36 presenze.

La prima avventura al Franchi però termina nel gennaio 2012, dopo 3 reti in 13 partite, con l’acquisto da parte del Genoa per 8 milioni.

Gilardino suona il violino anche a Bologna

La mezza stagione in rossoblù si chiude con 4 gol in 14 partite e in estate l’attaccante viene ceduto in prestito al Bologna. Al Dall’Ara Gilardino fa registrare 13 marcature in 37 match, numeri che gli valgono il ritorno al Genoa, dove nella stagione 2013/14 segna 16 gol in 37 partite.

Gila in gol all'Olimpico

Nell’estate 2014 Gila non resiste al fascino della Cina e si trasferisce al Guangzhou Evergrande di Marcello Lippi, con cui vince il campionato cinese segnando 6 volte in 17 presenze.

Gilardino ha 646 presenze e 232 reti con i club

Tempo qualche mese e il centravanti torna in prestito alla Fiorentina, per una mezza stagione da 14 presenze e 4 reti, che portano il suo score con i Viola a un totale di 63 marcature in 157 match. I toscani non lo riscattano, ma l’attaccante resta comunque in Italia, al Palermo, chiudendo la stagione 2015/16 con 11 gol in 34 partite.

Uno dei 63 gol di Gilardino per la Fiorentina!

Si tratta del preludio all’ultima annata in Serie A, che Gilardino divide tra l’Empoli (appena un gol in 16 presenze) e il Pescara (tre partite, neanche una rete), prima di appendere gli scarpini al chiodo nel 2018 dopo la prima e unica stagione in B della carriera con la maglia dello Spezia, con un totale di 646 presenze e 232 reti con i club.

I numeri di Alberto Gilardino in Azzurro

Ma non si può certo parlare della carriera di Gilardino senza menzionare la nazionale. Data la sua esplosione ad alti livelli già da giovane, il centravanti di Biella ha conosciuto ben presto la gioia di indossare la maglia azzurra, esordendo nel 2004 poco dopo aver vinto da protagonista il Campionato Europeo Under-21 (di cui è stato capocannoniere e miglior giocatore) e in seguito al bronzo ottenuto ad Atene con la Nazionale Olimpica, con tanto di gol decisivo nella finale per il terzo e il quarto posto.

Lippi lo convoca con frequenza nel biennio che porta ai Mondiali in Germania e Gilardino parte per la Coppa del Mondo come opzione in avanti assieme a Toni.

19 reti in Azzurro per Gilardino!

Nonostante la concorrenza del bomber emiliano, Gila segnerà anche un gol in Germania, quello nel pareggio contro gli Stati Uniti nel girone, laureandosi poi campione del mondo nella finalissima a Berlino pur non scendendo in campo.

Il centravanti resta uno degli attaccanti titolari anche durante l’era Donadoni e con il ritorno di Lippi, ma quando diventa CT Prandelli prima gioca un match da capitano nel 2011, salvo poi non essere convocato per un anno e mezzo.

Le ultime partite in azzurro risalgono al 2013 e vedono terminare la sua esperienza in nazionale con 19 reti in 57 presenze, che lo rendono il tredicesimo bomber di sempre della storia dell’Italia e che fanno arrivare il totale in carriera a 703 partite e 251 gol. Decisamente non male!

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo.

September 8, 2023
Ermanno Pansa
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Ermanno è un grande appassionato di sport, in particolare del calcio, vissuto a 360°: come professionista e come tifoso. Ha seguito tutte le fasi finali delle manifestazioni internazionali degli ultimi 15 anni, Mondiali ed Europei.

Amante degli incontri ricchi di gol, collabora quotidianamente con il blog di 888sport, per il quale rappresenta una costante fonte di idee.

 

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Mancio in testa anche alla classifica dei CT più pagati

Quello del commissario tecnico non è per nulla un mestiere facile.

Di base, essere un allenatore non lo è mai, ma un conto è dover rendere conto a una sola società e a una tifoseria, a volte neanche troppo numerosa, un altro è avere sulle spalle le aspettative calcistiche di un intero paese, che magari aspetta una gioia da decenni ed è pronto a beatificare il CT in caso di vittoria o a spedirlo al rogo in caso di delusione.

Questo è uno dei motivi per cui i commissari tecnici sono molto ben pagati, anche se la ragione principale è legata ovviamente agli stipendi medi degli allenatori di grido, che accettano volentieri di guidare una nazionale, ma vogliono comunque guadagnare cifre vicine a quelle che riceverebbero da un club. Ma chi è il CT più pagato del mondo?

Roberto Mancini è l'allenatore più pagato al Mondo

Da qualche settimana non c’è neanche da chiederselo, parliamo dello sportivo italiano più pagato, naturalmente!

Si tratta di Roberto Mancini, che ha accettato la panchina dell’Arabia Saudita a breve distanza dalle sue dimissioni presentate alla FIGC.

L’ex CT della nazionale italiana, che ha portato alla vittoria agli Europei del 2021, ha lasciato (si fa per dire...) il suo contratto con gli azzurri fino al 2026 da 3 milioni di euro a stagione e poi ha accettato la corte dei sauditi, che hanno offerto uno stipendio davvero fuori categoria.

Per il Mancio si parla infatti di 30 milioni di euro all’anno per guidare la nazionale del paese del Golfo Persico almeno fino ai Mondiali 2026, dove gli arabi sperano di replicare la buona figura fatta in Qatar sotto la sapiente e furba guida di Hervé Renard, capace di vincere contro l'Argentina all'esordio, contro ogni previsione delle quote delle scommesse sportive.

Luciano Spalletti guadagna 2,8 milioni a stagione

Al posto di Mancini, la FIGC ha scelto Luciano Spalletti, reduce dallo scudetto vinto con il Napoli nella Serie A 2022/23. Per il tecnico di Certaldo la firma per allenare la nazionale italiana è stata una soddisfazione professionale, ma dal punto di vista economico si è trattato di un passo indietro.

L’allenatore toscano guadagnava infatti 4,5 milioni di euro al Napoli e ha accettato un accordo al ribasso, che dovrebbe portargli circa 2,8 milioni a stagione.

Anche perchè c’è da considerare il nodo clausola, con il presidente partenopeo De Laurentiis che potrebbe esercitarla e chiedere i 3 milioni pattuiti con Spalletti per tornare ad allenare immediatamente.

Spalletti sulla panchina Azzurra

Il nuovo CT della nazionale italiana insieme chiaramente allo staff Spalletti, si inserisce comunque tra i colleghi più pagati, anche se nessuno, a parte Mancini, è in grado neanche di avvicinare gli allenatori delle squadre di club, con Pep Guardiola che al Manchester City guadagna 24 milioni di euro o anche Tuchel, che al Bayern Monaco ne riceve 12 a stagione.

Southgate e Nagelsmann i più pagati in Europa

Un altro di quelli ben pagati è certamente Gareth Southgate. Il CT dell’Inghilterra, uno di quelli che ha iniziato da traghettatore (era CT dell’Under-21) ma poi si è preso il posto fisso, continua ad avere la fiducia della FA nonostante i Tre Leoni continuino ad avvicinarsi a risultati importanti senza però portare mai a casa l’argenteria.

Souhtgate

Questo comunque non impedisce all’ex difensore di avere un contratto importante: ogni anno da Soho Square arriva un bonifico di quasi 6 milioni di euro per Southgate, che però potrebbe giocarsi tutto a Euro 2024. 

Dopo l’esperienza in chiaroscuro al Bayern Monaco, Julian Nagelsmann si è preso un altro compito non da poco, guidare la nazionale tedesca agli Europei casalinghi dopo l’esonero di Hansi Flick.

Per accettare la guida della Mannschaft il mini-Mourinho di Landsberg am Lech ci ha anche rimesso dal punto di vista economico.

La DFB gli ha prima offerto un contratto a breve termine fino alla fine degli Europei, per poi decidere di fargliene firmare uno a scadenza 2026 da 4,8 milioni l’anno, poco più della metà di quanto avrebbe comunque percepito dal Bayern dopo l’esonero, con un contratto anche in quel caso fino al 2026, ma da 7,5 milioni a stagione.

Julian Nagelsmann durante una seduta di allenamento della sua Germania

Cambio di panchina anche per il Portogallo, che dopo l’era Fernando Santos si è affidato a Roberto Martinez.

Lo spagnolo ha lasciato il Belgio dopo sei anni da CT e ha firmato un contratto con la federcalcio portoghese da 4 milioni di euro all’anno fino al 2026, quando si disputeranno i Mondiali in Nord America. Un bel salto in avanti per lui, che ai tempi in cui era commissario tecnico dei Diavoli Rossi non raggiungeva neanche il milione e mezzo.

Quanto guadagna il Campione del Mondo Scaloni

Ma Southgate non è il traghettatore di maggior successo, perchè il titolo se lo becca tutto il CT campione del mondo, Lionel Scaloni. L’ex giocatore di Lazio e Atalanta è diventato commissario tecnico ad interim, ma la sua gestione è stata così apprezzata che l’AFA lo ha promosso a tempo indeterminato.

Prima dei mondiali vinti da favorito per le scommesse calcio, Scaloni guadagnava 2,6 milioni di euro a stagione.

Scaloni con la Coppa del Mondo al termine della lotteria dei rigori contro la Francia

Dopo il trionfo in Qatar, ovviamente, c’è stato un rinnovo con aumento, anche se non sono ancora state rese note le cifre. Quel che è certo è che Scaloni, più che pensare a più soldi per lui, ha preferito che la maggior parte della nuova cifra stanziata finisse ai suoi collaboratori.

Rimanendo in tema di CT campioni del mondo, non è ricco come si potrebbe pensare il contratto di Didier Deschamps. L’ex centrocampista della Juventus, che ha guidato la Francia alla vittoria in Russia nel 2018, ha un accordo con la FFF che parla di 3,8 milioni di euro a stagione.

E c’è come l’impressione che il suo regno sia destinato a finire a breve, anche perchè oltralpe si continua a parlare con insistenza di Zinedine Zidane, che dovrebbe prendere il posto del suo ex compagno di squadra e di nazionale una volta terminato Euro 2024.

Ad ottobre 2023 Montella firma con la Turchia

L'Aeroplanino Montella ad ottobre 2023 è diventato il nuovo CT della Turchia, in sostituzione del tedesco Stefan Kuntz. 

Il tecnico campano si ritrova in mano una rosa con alcuni nomi importanti, come ovviamente il capitano, l'interista e tuttocampista Hakan Calhanoglu, ma anche il romanista Zeki Celik, la nuova stellina del Real Madrid Arda Guler e qualche vecchia conoscenza della Serie A come Merih Demiral, Cengiz Under e Mert Muldur. 

Per Montella con la federazione turca c'è un contratto fino al 2026 che, secondo fonti turche, dovrebbe garantirgli 1,8 milioni di euro all'anno.

Stupenda, la serata, della sfida degli ottavi di finale, vinta, con grande merito, da Demiral e compagni contro l'Austria, nettamente favorita per le scommesse europei!

Montella durante l'amichevole di Bologna contro l'Italia

Finiamo con il Belgio: al posto di Martinez la Dedercalcio di Bruxelles ha scelto un italiano, ovvero Domenico Tedesco.

L’ex tecnico di Schalke 04, Spartak Mosca e RB Lipsia ha anche lui un accordo fino al 2026, ma il suo stipendio è esattamente in linea con quello del suo predecessore, visto che il contratto firmato lo porta a guadagnare 1,5 milioni di euro all’anno.

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da Alamy. Prima pubblicazione 5 settembre 2023.

July 3, 2024
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Francesco vive di sport, di storia e di storie di sport. Dai Giochi Olimpici antichi a quelli moderni, dalle corse dei carri a Bisanzio all'Olanda di Cruijff, se c'è competizione o si tiene un punteggio, lui si appassiona sempre e spesso e volentieri ne scrive.

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Lo straordinario staff di Luciano Spalletti

Comincia per l’Italia l’era targata Luciano Spalletti. Il tecnico, campione d’Italia 2022/23 sulla panchina del Napoli, si prende l’eredità di Roberto Mancini, fatti di alti (i campionati europei vinti nel 2021, ma anche le 37 partite di imbattibilità) e di bassi (la mancata qualificazione ai Mondiali 2022, che fa il paio con quella del 2018 con i panchina Ventura).

L’allenatore toscano ha già preso possesso delle sue funzioni con le convocazioni, ma nelle rapide trattative con la FIGC, affrontate senza l'intenzione di diventare il CT più pagato al Mondo, ha preferito pensare ai suoi collaboratori. Dunque, nello staff che lo accompagnerà nell’avventura con la nazionale italiana ci sono parecchie persone che lavorano con lui da parecchio, alcune delle quali addirittura da quasi trent’anni.

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Il vice allenatore della Nazionale Marco Domenichini

È il caso del suo vice allenatore, Marco Domenichini. I due hanno iniziato praticamente assieme, considerando che la prima stagione in cui hanno condiviso lo spogliatoio è quella 1997/98, la terza di Spalletti all’Empoli, nonché la prima in Serie A.

Lo staff di Spalletti all'Inter

Da quel momento lo spezzino classe 1959 e il toscano non si sono praticamente più lasciati: Sampdoria, Venezia, Udinese, Ancona, ancora Udinese, Roma, Zenit San Pietroburgo, di nuovo Roma, Inter e poi Napoli, da record anche per le quote calcio con i suoi 90 punti, per un palmares che è ovviamente identico tra i due (3 titoli nazionali, 2 Coppe Italia, una Coppa di Russia, una Supercoppa Italiana e una Supercoppa Russa).

Logico dunque che il primo nome della lista del nuovo CT fosse quello di Domenichini.

Daniele Baldini è l'assistente tecnico del CT

E il secondo, beh, è quello di un altro fedelissimo di Spalletti, uno che il tecnico di Certaldo ha addirittura allenato.

Tra gli assistenti tecnici non può certamente mancare Daniele Baldini, classe 1964, che era uno dei punti forti di quell’Empoli che Spalletti porta dalla Serie C1 alla A e fa anche salvare alla prima stagione tra i grandi. Baldini smette di giocare nel 2002 e la sua prima stagione assieme all’allenatore toscano è datata 2005, ai tempi della prima esperienza di Spalletti alla Roma.

Lo staff di Luciano Spalletti

Poi, sempre insieme, contribuendo alle vittorie del neo CT e accompagnandolo anche nell’esperienza in Russia, dunque…figurarsi a Coverciano.

La new entry Salvatore Russo

Dopo questi amici di lunghissima data, è il turno di una new entry, ovvero Salvatore Russo.

Il tecnico salernitano classe 1971 ha lavorato con Spalletti ai tempi dell’Ancona, quando era ancora un calciatore, per poi diventare vice di Martusciello e di Grassadonia.

L’allenatore toscano lo ha chiamato quando ha preso la guida del Napoli e ora lo ha voluto come assistente tecnico anche in Nazionale.

I preparatori atletici Sinatti e Ferrini

Che il filo conduttore dello staffi di Spalletti sia Empoli, che su quete fortunate pagine web abbiamo già definito come università del calcio è abbastanza evidente. E anche il primo dei due preparatori atletici, Francesco Sinatti, ha fatto la sua bella esperienza in Toscana.

Anzi, ci ha iniziato la carriera, sotto la guida di un altro passato dal Castellani e diventato grande come Maurizio Sarri. L’attuale tecnico della Lazio ha portato Sinatti con sé al Napoli, ma le strade dei due si sono separate quando Sarri è volato al Chelsea.

Dopo qualche anno di stop, il preparatore se ne è andato in Turchia, al Fatih Karagumruk nello staff di Francesco Farioli, per poi ricevere la chiamata di Spalletti, per tornare in Italia, al Napoli e ora anche nello staff azzurro.

L’altro preparatore atletico, Franco Ferrini, non è passato per l’Empoli, ma in compenso è pisano purosangue. Il classe 1962 ha fatto esperienza alla Lucchese, al Cuoio Cappiano e alla Reggiana, per poi passare all’Inter nel 2009. Ed è proprio in nerazzurro, nel 2017, che si incontra con Spalletti, entrando a far parte del suo staff e seguendolo prima al Napoli e poi a Coverciano.

Ai portieri azzurri penserà Marco Savorani

Per il preparatore dei portieri, il CT ha voluto a tutti i costi una sicurezza come Marco Savorani. Il tecnico romano, che ha difeso i pali della Roma Primavera vincendo uno scudetto, ha cominciato la sua carriera come allenatore degli estremi difensori a Piacenza, per poi trasferirsi al Chievo e al Siena, lavorando tra l’altro con Antonio Conte.

Nel 2014 torna a Trigoria, prima come preparatore della primavera e poi dalla prima squadra, per decisione di Spalletti e in quei due anni contribuisce all’esplosione di Alisson Becker, fino a farlo diventare il portiere più forte del Mondo, almeno per un biennio! L’esperienza successiva è ancora con Conte, al Tottenham, per poi tornare in Italia, alla Fiorentina. Ruolo che tra l’altro Savorani non lascerà, dividendo dunque le sue cure tra i portieri di Italiano e quelli azzurri.

Gli osservatori della Nazionale

Anche tra gli osservatori ce n’è uno che è passato per Empoli, ovvero Alessandro Pane, ex centrocampista, anche lui giocatore di Spalletti negli anni delle promozioni dei toscani.

La società toscana gli affida le selezioni giovanili, prima di diventare allenatore e di essere chiamato nel club Italia nel 2013 per guidare l’Under-19. L’ingresso nello staff di Spalletti è datato 2016, ai tempi della seconda esperienza romana.

Spalletti allenatore da campo

Chi invece è una colonna dello staff azzurro è Marco Scarpa, nel Club Italia dal 2011 prima come osservatore per le giovanili, per poi passare alla nazionale maggiore con Prandelli, sia come osservatore che come membro dello staff tecnico.

Chiude il trio Giorgio Venturin, che dopo un’importante carriera come calciatore è prima diventato dirigente della Cisco Roma e poi è entrato a far parte della struttura federale come osservatore dell’Under-21 e poi della nazionale maggiore.

I match Analyst della Nazionale

Con il mago dei numeri Simone Beccaccioli rimasto a Napoli, a chiudere lo staff ci sono i due match Analyst, ovvero Marco Mannucci e Renato Baldi. Il livornese è nello staff federale già dal 2016, avendo lavorato con le giovanili e con la nazionale femminile, contribuendo a portare l’Under-20 alla finale dei Mondiali nel 2023.

Il campano invece ha fatto parecchia gavetta per poi diventare il match analyst di fiducia del leggendario Sinisa Mihajlovic alla Sampdoria, al Milan, al Torino e al Bologna.

Buffon è il nuovo capo delegazione azzurro

E poi bisogna spendere due parole per il nuovo capo delegazione azzurro. Anche se forse basterebbero nome e cognome per spiegare di chi si parla. Gianluigi Buffon, recordman di presenze, convocazioni e gare con la fascia da capitano con la nazionale, sostituisce il compianto Gianluca Vialli, ma è anche erede di un’altra bandiera azzurra come Gigi Riva.

Per SuperGigi c’è il compito di rappresentare la federazione negli incontri ufficiali, ma anche quello di inculcare alle nuove generazioni i valori legati alla nostra nazionale. Ed è onestamente difficile trovare qualcuno che li conosca meglio…

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo.

September 4, 2023
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Francesco vive di sport, di storia e di storie di sport. Dai Giochi Olimpici antichi a quelli moderni, dalle corse dei carri a Bisanzio all'Olanda di Cruijff, se c'è competizione o si tiene un punteggio, lui si appassiona sempre e spesso e volentieri ne scrive.

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