L'Ascoli, la Regina delle Marche

Se ogni regione italiana ha una sua squadra più importante, la “Regina delle Marche” è certamente l’Ascoli. Il club bianconero non è solo uno dei più antichi d’Italia (con la fondazione che risale al 1898 come Società Sportiva Candido Augusto Vecchi), ma anche quello della sua regione che ha la tradizione calcistica più importante.

Per l'Ascoli 16 stagioni in Serie A

L’Ascoli ha giocato 16 stagioni in Serie A, esordendo a metà degli anni Settanta e facendo registrare la sua ultima presenza nella massima categoria nella stagione 2006/07, con la prima vittoria, come ricorderanno gli esperti di scommesse calcio solo alla giornata 18 contro il Chievo; il miglior risultato di sempre è il clamoroso quarto posto dell’annata 1979/80.

Per quanto riguarda la B, quella attuale è la stagione numero 27 in Serie B, campionato che i bianconeri hanno vinto in due occasioni (1977/78 e 1985/86) e in cui hanno ottenuto la promozione in A per cinque volte.

Nella bacheca dell’Ascoli c’è anche una competizione europea, la Coppa Mitropa vinta nella stagione 1986/87, a cui va aggiunto il Torneo di Capodanno, organizzato dalla FIGC tra il dicembre 1980 e il gennaio 1981 e portato a casa dai marchigiani battendo in finale addirittura la Juventus.

Rozzi e Mazzone nella leggenda bianconera

Non si può parlare di Ascoli senza menzionare due personaggi che tra scrivania e panchina hanno decisamente scritto la storia della società bianconera. Si parte con Costantino Rozzi, che diventa presidente nel 1968 con l’intenzione di tenere la carica per appena un anno. Saranno invece 26, fino alla sua morte avvenuta nel 1994.

Rozzi diventa il Presidentissimo, quello che porta l’Ascoli in Serie A e che diventa iconico, tra i suoi celebri calzini rossi e le presenze al Processo del Lunedì con Aldo Biscardi. Ma anche le sue intuizioni dirigenziali meritano una certa considerazione.

Durante il suo regno, Rozzi porta allo stadio Cino e Lillo Del Duca calciatori del livello di Pietro Anastasi, Liam Brady e Oliver Bierhoff, ma anche allenatori come Vujadin Boskov e Carlo Mazzone.

E proprio Mazzone merita un capitolo a parte. Arrivato in bianconero da calciatore, diventa una leggenda prima in campo e poi in panchina, su idea dello stesso Rozzi che gli affida la prima squadra.

Con il tecnico romano alla guida la squadra centra la prima storica promozione in Serie A e la salvezza nella stagione successiva, ma anche un ottimo sesto posto negli anni ottanta quando Mazzone torna per la seconda volta ad allenare l’Ascoli.

La ristrutturazione dello stadio Del Duca

Tornando a Rozzi, da imprenditore edile è stato proprio lui a costruire lo stadio che è la casa del club, il Cino e Lillo Del Duca. L’inizio dei lavori è del 1955 e il completamento è del 1962, quando il Presidentissimo è ancora “solo” un imprenditore locale. Durante la sua presidenza arriva la prima ristrutturazione, quella dell’anno della promozione in A (1974), ma ce ne sono state altre due anche in tempi più recenti (2007 e 2017).

Lo stadio cittadino è intitolato ai fratelli Cino e Lillo Del Duca, imprenditori ascolani e alla guida della società tra anni Cinquanta e anni Sessanta. L’impianto può contenere circa 12mila spettatori e una delle tribune è, poco sorprendentemente, intitolata a Carlo Mazzone.

Avendo frequentato la Serie A negli anni Ottanta, l’Ascoli ha vissuto in pieno il boom delle sponsorizzazioni. Dunque, tra le divise più iconiche del club ci sono quelle targate POP84 o Micromax, mentre è di lunga durata il sodalizio tra i bianconeri e la Cassa di Risparmio di Ascoli, sponsor principale della squadra per quindici anni in due momenti diversi della storia della società.

Al momento attuale tra gli sponsor c’è anche Distretti Ecologici, la società che detiene il 20% delle quote del club.

La proprietà dell’Ascoli è infatti divisa tra la Ferinvest (39%), il gruppo statunitense North Sixth (19%), la Cedibi (12%) e Rabona Mobile (10%). Lo sponsor tecnico è la Nike dal 2016, ma il club ha anche vestito divise firmate da altre case produttrici importanti come Adidas, Admiral e Lotto.

Il monte ingaggi dell'Ascoli nel campionato 2023/24

Negli ultimi anni la squadra ha alternato salvezze tranquille a stagioni leggermente più complicate, come quella 2017/18, quando ci è voluta la vittoria nei play-out per mantenere la categoria.

Ma ci sono state anche annate piene di soddisfazioni, come quella 2021/22, in cui la squadra è arrivata sesta nella stagione regolare e ha assaggiato i playoff, pur perdendo al primo turno, sotto la guida di Andrea Sottil.

Sottil

L’allenatore per la stagione 2023/24 è William Viali, dopo che nell’annata precedente alla guida dei rossoneri si sono alternati Christian Bucchi e Roberto Breda. Ma come vanno le cose dal punto di vista degli ingaggi?

Secondo quanto riporta Capology, l’Ascoli spende per la stagione 2023/24 circa 4,6 milioni di euro lordi per gli stipendi dei calciatori a disposizione di William Viali.

Nestorovski e Viviano i più pagati ad Ascoli

Il giocatore più pagato è il macedone Ilia Nestorovski, arrivato in estate a titolo gratuito dall’Udinese.

Nestorovski in gol contro la Roma con la maglia dell'Udinese

L’attaccante, che ha vestito anche la maglia del Palermo, ha firmato un contratto biennale con i bianconeri, con una base da circa 400mila euro più qualche bonus per aumentare gli introiti.

Dietro di lui c’è un altro protagonista recente del grande calcio italiano, ovvero Emiliano Viviano.

Viviano qui con la maglia della Samp nel torneo di Barcellona

Il portiere toscano, che in carriera ha difeso i pali di parecchie squadre di A (compresa la “sua” Fiorentina, di cui è un grande tifoso) e che ha anche sei presenze in nazionale maggiore, ha accettato un accordo annuale che si aggira sui 300mila euro più, anche nel suo caso, alcuni bonus.

Non esattamente i 600mila che guadagnava in Turchia al Fatih, ma comunque una somma importante per un club di B. Chiude il podio il difensore croato Luka Bogdan, arrivato anche lui di recente dalla Ternana, che alla Salernitana due anni fa guadagnava circa 670mila euro lordi, ma che ha dovuto rivedere le sue pretese dal punto di vista economico.

E poi a scendere, per un monte ingaggi che è tra i più bassi della categoria, una costante che negli ultimi anni non ha però mai impedito ai marchigiani di mantenere la categoria con una certa facilità e, come avvenuto due stagioni fa, di puntare anche in alto raggiungendo i playoff. E di confermarsi ulteriormente come Regina delle Marche.

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo.

September 30, 2023
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Francesco vive di sport, di storia e di storie di sport. Dai Giochi Olimpici antichi a quelli moderni, dalle corse dei carri a Bisanzio all'Olanda di Cruijff, se c'è competizione o si tiene un punteggio, lui si appassiona sempre e spesso e volentieri ne scrive.

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La rosa per centrare un'altra salvezza da record

Dopo aver seriamente rischiato la retrocessione in Serie B, evitata solo grazie allo spareggio vinto contro lo Spezia, l’Hellas Verona riparte per la sua quinta stagione consecutiva in Serie A, categoria raggiunta nella stagione 2018/19 vincendo i playoff con Bomber Pazzini e poi mantenuta abbastanza tranquillamente, almeno nelle prime tre annate.

La società gialloblù ha cambiato allenatore rispetto al 2022/23, decidendo di affidare la panchina a Marco Baroni, che nelle due stagioni precedenti ha guidato il Lecce al ritorno in A e alla permanenza nella massima serie e che ha militato nel Verona per tre anni quando era un calciatore: all'epoca non esistevano i braccetti, ma gli... stopper!

Per lui contratto da un anno con opzione per il secondo con uno stipendio che dovrebbe aggirarsi sul milione di euro.

Il Verona ha un monte ingaggi di 24 milioni di euro

La rosa invece, secondo i calcoli del sito specializzato Capology, costa alla società circa 24 milioni di euro lordi, una cifra che colloca l’Hellas nella fascia medio bassa del monte ingaggi della Serie A.

Il paperone della squadra è Federico Bonazzoli. L’attaccante classe 1997 è in prestito dalla Salernitana e si è portato allo stadio Marcantonio Bentegodi il suo contratto con il club campano, che parla di 2,2 milioni di euro lordi a stagione.

A seguire c’è uno dei nuovi arrivi di questa stagione, ovvero il centrocampista tedesco Suat Serdar. Per lui, che negli ultimi anni ha vestito anche le maglie di Schalke 04 ed Hertha Berlino, l’accordo è di 2 milioni di euro lordi a stagione fino al 2024, visto che anche il suo è un prestito.

Chi invece è tutto del Verona è Riccardo Saponara, che si è svincolato dalla Fiorentina e ha accettato da parte dei gialloblù un contratto fino al 2024 da 1,85 milioni di euro lordi a stagione.

Finito il terzetto di quelli che guadagnano di più, le cifre scendono di parecchio.

I calciatori dell'Hellas sopra il milione l'anno

Basterebbe pensare che a 1,1 milioni di euro lordi a stagione ci sono ben quattro calciatori, tra cui ci sono alcuni di quelli fondamentali per la squadra di Baroni. Si tratta di Darko Lazovic, Koray Gunter, Giangiacomo Magnani e Ondrej Duda.

L’esterno sinistro serbo è a Verona ormai dal 2019 e ha prolungato il suo contratto, che scade nel 2024, nel maggio del 2021. Il difensore centrale tedesco di origini turche è invece arrivato in prestito dalla Sampdoria dopo aver iniziato nelle giovanili del Borussia Dortmund e aver vestito anche le maglie di Galatasaray e Genoa.

Il centrale italiano invece ha fatto il percorso inverso, avendo giocato in prestito alla Samp per metà stagione. Il suo contratto scade nel giugno 2025. A chiudere questo quartetto c’è il trequartista slovacco, primo marcatore a sorpresa per le scommesse nella sfida contro la Roma, che è stato riscattato per 2,7 milioni dal Colonia in estate dopo la buona stagione scorso e che ha firmato un accordo fino al 2026.

Scendendo leggermente, a un milione di euro lordo, c’è una delle stelle della squadra, il francese Thomas Henry. L’attaccante transalpino, che nella scorsa stagione ha subito un brutto infortunio che lo sta tenendo fermo a lungo, ha un contratto con il Verona fino al 2026.

Sui 900mila euro lordi ci sono altri due calciatori molto importanti per l’Hellas, ovvero Milan Djuric e Davide Faraoni. L’attaccante bosniaco è a Verona dalla scorsa stagione e ha un contratto fino al 2025, mentre il difensore romano è al Bentegodi ormai dal gennaio 2019 e veste la fascia di capitano, anche lui con un accordo che scade nel giugno 2025.

Ngonge a Verona ha un ingaggio di 800mila euro

Sugli 800mila euro lordi si trovano altri tre calciatori, ovvero Martin Hongla, Isak Hien e Cyrul Ngonge. Il mediano proveniente dal Camerun è rientrato dal prestito al Real Valladolid e ha un contratto fino al 2026.

Il difensore centrale svedese originario del Burkina Faso è invece arrivato nella scorsa stagione e ha anche lui un accordo che scade a giugno 2026.

Isak Hien in un bellissimo scatto!

Chiude il terzetto l’attaccante belga, che è forse…il motivo principale per cui il Verona è ancora in Serie A, visto che la sua doppietta ha risolto lo spareggio con lo Spezia. Anche per lui il contratto parla di scadenza 2026, ma con l’opzione di rinnovarlo per altre due stagioni. A 740mila euro c’è poi Michael Folorunsho, in prestito dal Napoli.

Tra i 640mila euro e i 450mila ci sono parecchi degli altri giocatori più utilizzati dal tecnico. Guadagna 640mila euro lo scozzese Josh Doig, terzino destro acquistato nel 2022 e già colonna della squadra nonostante la giovane età (classe 2002). Il suo contratto è a lungo termine e scade il 30 giugno 2026.

Quanto guadagna la garanzia Montipò

A 500mila euro ci sono lo Tomas Suslov e Lorenzo Montipò. Il trequartista slovacco è in prestito dal Groningen con obbligo di riscatto, ma al momento il suo contratto scade nel 2024.

Lorenzo Montipò un portiere di grande affidabilità

Il portiere è il numero uno indiscusso dei gialloblù, di cui difende la porta da due stagioni. Il suo accordo lo lega al club fino al 2025. Sui 450mila euro c’è un nutrito gruppo di calciatori: Yayah Kallon, Alessandro Berardi, Diego Coppola, Juan Cabal, Jordi Mboula e Jackson Tchatchoua.

L’ala destra della Sierra Leone ha un contratto fino al 2025, così come il secondo portiere, mentre il giovane difensore centrale ha un accordo fino al 2027. Anche il difensore centrale colombiano è sotto contratto fino al 2027, così come l’ala destra spagnola, mentre il belga è in prestito e quindi vedrà il suo accordo terminare a fine stagione.

Per Dawidowicz contratto fino al 2025

Restano ancora altri giocatori che Baroni usa con frequenza, ma che guadagnano meno. È il caso di Pawel Dawidowicz. Il difensore centrale polacco ha un contratto fino al 2025 e uno stipendio che si aggira sui 380mila euro lordi a stagione.

Il perentorio stacco di testa di Pawel Dawidowicz

La stessa cifra la guadagna anche il centrocampista centrale australiano Ajdin Hrustic, che invece ha un accordo fino al 2026. Si scende ancora, a 320mila euro a stagione, per Jayden Braaf, riscattato dal Borussia Dortmund e che ha firmato un accordo fino al 2026.

Chiudono la lista il portiere Mattia Chiesa (280mila euro fino al 2026), il centrocampista spagnolo Joselito (170mila euro fino al 2025), l’esterno destro Filippo Terracciano (170mila euro fino al 2026), il mediano brasiliano Charlys (una stagione a 120mila euro) e il centrale argentino Bruno Amione, di rientro dal prestito alla Samp, con un contratto da 120mila euro fino al 2025.

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo.

September 28, 2023
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Francesco vive di sport, di storia e di storie di sport. Dai Giochi Olimpici antichi a quelli moderni, dalle corse dei carri a Bisanzio all'Olanda di Cruijff, se c'è competizione o si tiene un punteggio, lui si appassiona sempre e spesso e volentieri ne scrive.

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