L'Athletic e un modo diverso di vedere le cose…

Un nome inglese, uno spirito che più basco non si può. L’Athletic Club, nato a Bilbao nel lontano 1898, è certamente una delle società calcistiche più particolari del panorama europeo. Una storia, quella dei biancorossi, che parla di identità e di una strenua lotta per mantenerla, di vittorie e di sconfitte. Il tutto in nome dei Paesi Baschi, di cui Bilbao è la città più popolosa.

Tanto è grande l’identità basca che il club ha una politica societaria tra le più restrittive al mondo. Il tesseramento è permesso solo a calciatori che siano baschi o di origini basche (indipendentemente che si parli di Paesi Baschi spagnoli o francesi).

Il referendum

Nel corso dei decenni si è posto un quesito: è giusto continuare con questa politica? I tifosi si sono espressi al riguardo con un referendum nel 2010, giusto una decina di anni fa. E il risultato non poteva essere più chiaro: il 93% ha confermato la volontà di continuare a schierare solo calciatori “fatti in casa”. Per quello che riguarda gli “oriundi”, un 57% dei supporter ha accettato che vengano tesserati, a patto però che la discendenza non sia troppo lontana.

A volte, infatti, dei nonni baschi non bastano. È il caso di Gonzalo Higuain, che è stato accostato all’Athletic Club nelle ultime settimane, salvo ricevere un secco no proprio dai rappresentanti della squadra biancorossa. Il suo acquisto non sarebbe in linea con i parametri della società, perché non è nato nei Paesi Baschi e non si è formato in un club locale.

A differenza di un altro sudamericano celebre da quelle parti, Fernando Amorebieta. Pur essendo nato in Venezuela e nonostante abbia rappresentato la Vinotinto a livello internazionale, il difensore è tornato nei Paesi Baschi, terra d’origine di suo padre, ed è cresciuto calcisticamente nel Collegio San Miguel de Yurreta, guadagnandosi così la chiamata dell’Athletic Club. L’unica eccezione alla regola è per gli allenatori. Spesso e volentieri, i grandi condottieri biancorossi sono stati degli stranieri.

E altrettanto spesso, si sono innamorati della città e del club, come nel caso dell’argentino Marcelo Bielsa.

Dunque, non tutti possono diventare Leones e giocare nella Catedral. Altri due punti che sottolineano il legame storico e culturale dell’Athletic Club con la città di Bilbao e con i Paesi Baschi. Il leggendario stadio del club, da poco ricostruito a pochi passi dalla sua incarnazione precedente, prende il nome dalla chiesa di San Mamés (Mamete di Cesarea), martire cristiano che ha trovato la morte sbranato proprio dai leoni.

E siccome per molti anni dopo la costruzione dell’impianto la città non ha avuto una vera e propria cattedrale, gli abitanti hanno sempre considerato lo stadio del loro Athletic come la vera chiesa principale di Bilbao: il San Mamés ospiterà le tre gare del girone della Spagna ad EURO 2020!

Valore aggiunto o problema?

Nel calcio attuale viene da pensare che la politica bascofila dell’Athletic possa rappresentare più una criticità che un punto di forza. Del resto, la globalizzazione ha trascinato anche il pallone in una nuova era e non è più semplice trovare calciatori di valore nel vivaio locale. Ciò nonostante, sia l’Athletic che la Real Sociedad (che però tessera anche spagnoli non baschi e stranieri) continuano a produrre calciatori di qualità.

E la storia dei biancorossi, colori scelti in onore del Sunderland, racconta che ci sono stati molti momenti in cui l’orgoglio basco ha saputo avere la meglio sui grandi club della Castiglia e della Catalogna. Una storia che parte, anzi, arriva, dalle navi inglesi che si fermano nel porto cittadino. Assieme ai marinai, arriva il gioco del calcio e a due anni dall’inizio del Novecento nasce l’Athletic Club, che si può ben configurare come la prima super potenza del calcio spagnolo. 

Quando nel 1928 nasce la Liga, l’Athletic è, infatti, subito tra i grandi protagonisti del neonato campionato, dopo aver a lungo dominato le competizioni locali basche e, soprattutto, la Coppa di Spagna, sollevata nove volte tra il 1901, anno di nascita del torneo, e, appunto, il 1928.

Gli anni che vanno dall’esordio in Liga alla guerra civile spagnola sono decisamente fruttuosi: quattro titoli di campioni di Spagna, due secondi posti e altre quattro Coppe del Re (anzi, della Repubblica) in bacheca, tutte consecutive. Il campionato riprende nel 1938 e tre anni dopo l’Athletic perde il suo nome, modificato in Atlético de Bilbao visto il divieto di usare termini stranieri.

Non che questo impedisca ai biancorossi di continuare a vincere. Fino al 1960 arrivano altre sette coppe nazionali (che ora si chiamano Copa del Generalissimo) e altri due campionati, con quello 1955/56 vinto davanti al Real Madrid pigliatutto di Alfredo Di Stefano.

Da quel momento in poi, la crescita esponenziale e mondiale del calcio ha creato qualche problema all’Athletic, che nel frattempo è tornato a chiamarsi con il suo nome alla fine della dittatura. Negli ultimi sessant’anni la bacheca è stata riempita sporadicamente, anche se ci sono state eccezioni importanti.

Negli anni Ottanta, mentre il Barcellona schiera Maradona e Schuster e il Real ha Camacho, Sanchis e un giovane Butragueño, i Leones vincono due campionati consecutivi (1982/83 e 1983/84) e nella seconda stagione ottengono il double per quella che è la ventitreesima e finora ultima Coppa di Spagna del club, che è secondo dietro solo al Barcellona (30) per vittorie nella competizione.

Sempre, ovviamente, in attesa di vedere, anche per i pronostici scommesse come finirà, dopo aver eliminato il Barcellona ai quarti con una rete di Inaki Williams in pieno recupero, il derby contro la Real Sociedad, nell’edizione 2019/20. Un match talmente importante per tutta la comunità basca che i due club hanno deciso di rinunciare al posto nelle coppe offerto dalla vittoria pur di rimandarlo a quando si potrà giocare con le tifoserie sugli spalti.

Insomma, nonostante la modernità faccia (involontariamente) di tutto per distruggere le tradizioni che rendono l’Athletic Club un club leggendario, dalle parti del San Mamés, ristrutturato con successo nel 2013, si continua a combattere in nome dell’orgoglio basco.

Un marchio distintivo, che ha portato anche alla nazionale spagnola (che pure rappresenta il potere centrale, poco apprezzato come dimostrano i fischi all’inno nazionale quando si gioca la finale di Copa del Rey) campioni del mondo e d’Europa come Javi Martinez o Llorente, o icone del calcio iberico come Rafael “Pichichi” Moreno Aranzadi, a cui è dedicato il titolo capocannonieri della Liga, Telmo Zarra, per sei volte massimo goleador del campionato, Julen Guerrero o Joseba Exteberria.

Tutte dimostrazioni che nel calcio vincere conta, ma fino a un certo punto. E che in un minuscolo angolo di mondo, affacciato sul golfo di Biscaglia, c’è ancora modo di vedere le cose in maniera diversa…

*L'immagine di apertura dell'articolo è di Alvaro Barrientos (AP Photo).

May 23, 2020
Ermanno Pansa
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Ermanno è un grande appassionato di sport, in particolare del calcio, vissuto a 360°: come professionista e come tifoso. Ha seguito tutte le fasi finali delle manifestazioni internazionali degli ultimi 15 anni, Mondiali ed Europei.

Amante degli incontri ricchi di gol, collabora quotidianamente con il blog di 888sport, per il quale rappresenta una costante fonte di idee.

 

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Ferrari-Sainz Jr.: matrimonio in “salsa” iberica

Da sempre il mondo delle quattro ruote è caratterizzato da storie di piloti che hanno “pagato” per poter correre in Formula Uno. E’ successo anche a Niki Lauda, ai tempi della Ferrari, come ben descritto nel film “Rush” del regista americano Ron Howard. In alternativa, come spesso avviene (da oltre un ventennio) nel Circus, è essenziale procurarsi uno sponsor, meglio se lo stesso diventa partner della scuderia.

E’ quanto potrebbe succedere proprio a Carlos Sainz Jr. (papà Carlos, conosciuto nell’ambiente dei rally come “El Matador”, ha vinto 2 mondiali rally) nuova guida della Ferrari nella prossima stagione (2021). 
Il pilota madrileno, cresciuto all’interno del programma “Red Bull Junior team” (con l’obbligo di guadagnarsi il rinnovo al termine di ogni stagione), adesso sogna il debutto con la “rossa” di Maranello. Come tutti i driver di talento ha iniziato nei kart, nella tradizionale classe “KF3”, conquistando il campionato Asia-Pacifico (2008) o ancora la Coppa Kart Monaco, nell’anno successivo (2009).

Carlos e la Estrella

Nel 2015 ha conquistato il titolo Formula Renault 3.5, prima di approdare in GP3. Poi il salto in Formula Uno. In appena 5 stagioni ha corso per 3 diversi team: Toro Rosso, Renault e, nell’ultima stagione, McLaren. Nei primi 5 anni di F.1 ha guadagnato complessivamente più di 10 milioni di euro.
Il 25enne campione madrileno, da diversi anni, è supportato dalla birra “Estrella Galicia 0.0%” (fondata nel 1906 è oggi di proprietà della Hijos de Rivera Brewery)
 
L’azienda galiziana sponsorizza nel mondo dello sport il Deportivo (Segunda Division) e il Celta Vigo (Primera Division), oltre alla squadra di basket dell’Obradoiro. Ma la sponsorship “individuale” più rinomata è quella che la lega al 5 volte campione ed assoluto favorito per le scommesse MotoGp Marc Màrquez. In Spagna la popolare birra analcolica si affida al volto del centauro iridato e a quello di Carlos Sainz Jr. 

Il figlio del “Matador” riceverà,, dalla scuderia di Maranello un assegno del valore di 7 milioni di euro annui per due stagioni (2021 e 2022), senza considerare i premi (si stima che possa superare gli 8 milioni stagionali). Un bel salto di qualità rispetto ai 3,67 milioni pagati dal team McLaren. 

Ci sono delle analogie tra Fernando Alonso (altro pilota iberico della Ferrari) e Carlos Sainz Jr., ma è chiaro che il primo è arrivato in Ferrari da campione titolato (due mondiali vinti nel 2005 e 2006 con il team Renaut), il secondo, pur avendo un grande talento, deve invece dimostrare il suo valore su una monoposto più competitiva. 

All’epoca Alonso fu sostenuto, nel “sogno” Ferrari, da Banco Santander (poi diventato partner della scuderia italiana). Il possibile abbinamento Estrella Galicia-Ferrari è tutto da studiare a tavolino (attualmente il settore merceologico in esame non è coperto da altre realtà della “rossa”). E’ assolutamente possibile però che il giovane driver di Madrid possa attrarre nuovi investitori iberici.

Sainz Jr. e Alonso sono molto legati da una profonda amicizia. La scelta di debuttare in F.1, infatti è stata sostenuta e seguita proprio dall’ex pilota Ferrari. Gli addetti ai lavori hanno valutato positivamente l’arrivo di Sainz Jr. alla “corte” della scuderia emiliana. Il figlio di Carlos Sainz non è un fenomeno naturale come Charles Leclerc (talento appena 22enne) o Max Verstappen, ma è un pilota con un’attenzione ai dettagli quasi maniacale (nell’ambiente molti lo paragonano a Niki Lauda).

Oltre a ciò collabora costantemente con i tecnici per migliorare l’assetto della monoposto e ha una capacità unica di “leggere” la gara (come nel caso del cambio gomme). Non è veloce come il compagno Leclerc nelle qualifiche, ma è pericolosissimo nei primi giri di ogni grand prix. 

Il "break even"

Già nel primo anno di F.1 con il team Ferrari, si prevede che Sainz Jr. possa raggiungere il “break even” rispetto alle spese sostenute fino ad oggi. 
Il suo primo anno nel campionato spagnolo “kart” gli è costato tra i 20 e 30 mila euro, mentre nella “GP3” ha corso investendo tra i 750mila e il milione di euro (ancora più oneroso l’impegno nella F2: tra 1,2 e oltre 2,0 milioni di euro a stagione).

Si stima che, prima di debuttare in F.1, un pilota di talento (come nel caso del giovane driver di Madrid) possa spendere anche più di 6-6.5 milioni di euro. Investimenti possibili solo grazie al supporto della famiglia (il padre lo ha sostenuto in tutti i diversi momenti della carriera) e delle aziende sponsor. 

*Il testo dell'articolo è stato curato da Marcel Vulpis, direttore di SportEconomy; l'immagine di apertura è di Manu Fernandez (AP Photo).

May 23, 2020
888sport
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The 888sport blog, based at 888 Towers in the heart of London, employs an army of betting and tipping experts for your daily punting pleasure, as well as an irreverent, and occasionally opinionated, look at the absolute madness that is the world of sport.

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Una panchina per due - dietro a un grande tecnico c'è sempre un grande vice


I riflettori illuminano il palcoscenico del calcio professionistico, attirando l’attenzione su gran parte dei protagonisti: giocatori, tecnici, dirigenti, fin anche massaggiatori. Ma c’è una figura che spesso appare invisibile, schermata dall’importanza del mister: l’allenatore in seconda. La storia del football è piena di questi uomini invisibili che risultano essere spesso decisivi per le sorti della squadra, ma che cadono spesso nel dimenticatoio.

Il nome di Peter Taylor in Inghilterra è leggendario e non potrebbe essere altrimenti. C’è una statua che lo raffigura nella Contea di Nottingham accanto a Brian Clough. E’ un omaggio del Derby County alla memorabile coppia che portò i Rams al titolo d’Inghilterra dopo aver vinto il campionato di Seconda Divisione. Quella del Baseball Ground è la prima delle due imprese che caratterizzò la carriera dei due amici.

La fruttuosa collaborazione professionale si infranse sulla bianca scogliera di Dover - a Brighton - dove i due scelsero di percorrere strade diverse. Si erano conosciuti a Middlesbrough - da giocatori - su un campo di calcio; Taylor era il portiere, Clough giocava come centravanti. Erano complementari, e lo sarebbero stati anche in panchina. Il film “Il maledetto United” narra in maniera sublime la loro  separazione e la successiva riappacificazione: l’esperienza di Clough sulla panchina del Leeds durò soltanto 44 giorni, ma i due seppero riconciliarsi, trovando riscatto nella foresta di Nottingham.

Questa, più che a una storia di calcio, somiglia alla favola di Robin Hood; rubare ai ricchi per donare ai poveri. Ed è quello che fanno Clough e Taylor alla guida del Forest; promozione in Prima Divisione nel 1977, vittoria del titolo di Campione d’Inghilterra nel 1978, vittoria della Coppa dei Campioni contro il Malmöe nel 1979 e nuovo successo in Coppa dei Campioni contro l’Amburgo nel 1980. Tra le due coppe, c’è anche il trionfo in Supercoppa Europea contro il Barcellona. What's else?

Kidd, meglio da assistente

La Terra di Albione è ricca di queste storie, e quella che stiamo per raccontare è contemporanea. Il nome di Brian Kidd è molto famoso tra gli addetti ai lavori, poco noto, invece, tra i calciofili meno preparati. La sua carriera da allenatore fa seguito a quella da giocatore, un percorso virtuoso trascorso con le maglie del Manchester United, dell’Arsenal, del City e dell’Everton.

Appesi gli scarpini al chiodo inizia a collaborare con Alex Ferguson. Il tecnico scozzese non è ancora stato nominato “Sir”: quando accadrà, gran parte del suo cammino professionale lo avrà percorso insieme a Brian Kidd. L’assistente di Ferguson proverà a mettersi in proprio nel 1998, ma ci sono tecnici nati per fare l’allenatore in seconda, e Kidd è uno di questi: prende il treno in corsa - la stagione è già compromessa - e si conclude con la retrocessione del Blackburn Rovers.

Tornato in seconda linea, Brian Kidd nel 2009 arriva al Manchester City come assistant coach. E vince tutto, tranne la Champions League: ha vinto titoli con Roberto Mancini e con il cileno Manuel Pellegrini. Ha continuato a ricoprire il ruolo di allenatore in seconda anche con l’arrivo di Pep Guardiola. E anche qui, i titoli non sono mancati.

Una figura simile, per quanto riguarda la Liga spagnola, è quella di Carlos Rexach, ex giocatore del Barcellona e assistente di Johan Cruijff nel Dream Team catalano. Anche qui, il connubio vincente nasce in campo; l’intesa non manca, Rexach è un discreto attaccante catalano, e quando nel 1973 si ritrova al fianco del giocatore più forte al mondo, non può che esserne felice: Johann Cruijff sbarca sul pianeta Barça, niente sarà più come prima.

Rexach e Cruijff giocano insieme per cinque anni, poi il Profeta del gol decide che la sua esperienza in Catalogna può finire lì, anche perché i dirigenti hanno deciso nuovamente di allontanare Rinus Michels, che per Johann Cruijff è come un padre. Cruijff sa che quello è solo un arrivederci, sa bene che tornerà in quel posto, e che scriverà in bella calligrafia altre pagine di storia.

Quando l’olandese riappare sulla porta dello spogliatoio del Non Camp, Rexach è lì: dopo aver appeso gli scarpini al chiodo, è rimasto nei quadri tecnici del Barcellona; nella stagione 1987-88 ha affiancato Luis Aragones sulla panchina della prima squadra, e ha chiuso la stagione come primo allenatore. Durante l’estate sbocciano i tulipani ed i bonus scommesse: l’Olanda vince l’Europeo, Cruijff torna a Barcellona.

Negli otto anni alla guida degli azulgrana i catalani vincono per quattro anni consecutivi la Liga, una coppa delle Coppe e la prima storica Coppa dei Campioni, battendo in finale la Sampdoria di Mancini e Vialli. Rexach ha legato la sua lunga carriera di assistente al Barcellona fino al 1996 - quando - il nuovo tecnico Bobby Robson decise di estrometterlo dall’incarico per affidare il ruolo di assistant coach a un giovanissimo Josè Mourinho: cose che capitano, se hai davanti a te uno Special One.

Nel prossimo articolo, racconteremo le meravigliose storie di vita, ancor prima che professionali, di Narciso Pezzotti, El Mono Burgos, Italo Galbiati e Luca Gotti: uno su mille ce la fa!


*L'immagine di apertura dell'articolo è di Cesar Rangel (AP Photo).

May 22, 2020
simone pieretti
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Giornalista, scrittore, innamorato di futbol. Scrive per trasmettere emozioni e alimentare sogni. Il calcio è una scienza imperfetta: è arte, è musica, è poesia. E' un viaggio nel tempo che ci fa tornare bambini ogni qual volta diamo un calcio a un pallone.

 

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Metodi di scommesse live


Ogni scommettitore che si rispetti deve lasciarsi guidare dalla propria passione, cercando così di modificare l'eventuale puntata a seconda dell'andamento della gara e delle proprie sensazioni. Scommettere, alla fine, è un po' come partecipare in modo intrinseco alla gara in corso. Quale miglior modo, dunque, che usare la propria passione per lo sport per effettuare le giuste puntate facendo leva sull'atmosfera del gioco in tempo reale?

Questo discorso vale per i più grandi tornei di calcio, le corse di Formula 1 o le partite di tennis in tempo reale che si seguono attraverso i principali siti di betting o di streaming online. Non c'è da stupirsi, dunque, se i grandi appassionati degli sport più importanti al mondo siano degli habitué delle scommesse live dedicate alle rispettive discipline: ogni evento presenta diverse caratteristiche di studio e di sviluppo, il che obbliga coloro che amano scommettere a dover tenere in considerazione una serie di dinamiche a seconda dello sport sul quale intendono puntare.

Andiamo a vedere dunque quali sono i metodi e i fattori da tenere in considerazione per effettuare le migliori scommesse live.

Come effettuare le scommesse live

Nel contesto attuale, è possibile avere un palinsesto di scommesse live davvero ampio e sempre in aggiornamento. Oltre alle migliori tecniche per riuscire ad avere successo in questo campo, ossia quelle che prevedono di informarsi in maniera esaustiva sulle tendenze di atleti e squadre prese in considerazione, è importante conoscere tutte le tipologie di scommesse contemplate dagli eventi live.

Prendendo come punto di riferimento le scommesse sul calcio, lo sport più popolare in assoluto, proponiamo di seguito le opzioni di puntate live, ovvero le scommesse piazzabili ad evento in corso.


•    1x2: si tratta della puntata più classica. Il giocatore deve scegliere se vincerà una squadra in particolare o se il match finirà in pareggio.
•    Risultato esatto: il nome dice tutto! Si gioca quando si intende guadagnare di più, indovinando il risultato esatto della partita in questione.
•    Under / Over: si punta su un numero totale di goal che sia inferiore o superiore a 2,5 per partita. Si tratta di un'alternativa piuttosto buona quando non si vuole rischiare con il risultato preciso dell'incontro stesso.
•    Goal / No Goal: si effettua puntando sulla realizzazione o meno di una o più reti. È una delle scommesse più rischiose: nel caso lo scommettitore puntasse sul "No Goal", l'esito della puntata potrebbe cambiare in un solo momento.
•    Somma goal: si tratta di una puntata sul numero esatto di reti totali che saranno segnate da entrambe le squadre durante l'evento.
•    Primo tempo / Secondo tempo: in questo caso, si punta a un risultato alla fine dei primi 45' e si può confermare o modificare lo stesso alla fine del secondo tempo.

In generale, è chiaro che sarà fondamentale, per chi intende scommettere, tracciare un'adeguata strategia personale da seguire nel medio-lungo periodo in modo da poter far leva sulle proprie conoscenze ma anche sui trend di una squadra chiamata spesso in causa.

2012, l'Atletico segna per primo a Barcellona che poi rimonta alla grande!

Scommesse Live Last Minute

Uno dei metodi più utilizzati per usare al meglio le scommesse online, secondo gli esperti, è sicuramente la tecnica "last minute". Come spiega il nome stesso, questa strategia prevede infatti di attendere le battute finali di una partita, dato che al termine della stessa le quote sono sempre più alte poiché rimane poco tempo di gara.

Puntare ad esempio sul prossimo goal o sull'Over o l'Under, sempre ovviamente a seconda di come sta andando la partita, è dunque un automatico esercizio d'istinto e di abilità nell'intendere ciò che sta per accadere. Del resto, così come accade proprio durante le vere partite, è nei momenti finali che un risultato assume più o meno importanza.

Trucchi per le scommesse live

Calcio


Nel video, i migliori goal all'ultimo minuto

Una delle strategie per le scommesse live, specialmente relativamente al calcio, consiste nel saper sfruttare i momenti salienti della partita, sia all'inizio o alla fine, come menzionato in precedenza.


•    Uno dei trucchi più classici è senza dubbio quello di cambiare la puntata durante l'incontro in corso nel momento in cui, ad esempio, una delle due squadre perda un giocatore per espulsione oppure per infortunio. Questo aumenta le probabilità di vittoria dell'altra squadra e di conseguenza ne diminuisce la quota di vincita rispetto a quanto pubblicato prima del match. In questo modo si riducono sia i rischi e al contempo si aumenta la quota sulla quale si decide di scommettere in tempo reale.


•    La seconda tecnica è invece volta ad aumentare l’affidabilità delle puntate in diretta e ridurre al minimo il fattore casuale. In questo caso si può puntare su una delle scommesse più convenienti, ossia quella della soglia totale di goal messi a segno da superare nel match giocato.

A livello statistico, infatti, è più facile indovinare la somma goal rispetto al risultato del match in questione, il che aumenta così le probabilità di indovinare più pronostici, sebbene l'importo sia minore rispetto alla puntata classica 1x2. In questo modo, però, la puntata globale sarà più affidabile e lo scommettitore avrà più possibilità di vincere in caso di un sistema di scommessa multipla.

Altri sport

La Mercedes di Bottas in Spagna!

Va ricordato che le indicazioni sopra menzionate si riferiscono principalmente al calcio perché in questo sport un goal è un evento poco frequente e, oltre a dare vita a una serie di record, tende a cambiare l'andamento di un incontro in maniera molto più netta e determinante.

In sport come il basket o il volley, dove i punteggi sono diversi, spesso molto più alti e l'azione di gioco è decisamente più intensa, il discorso è chiaramente diverso. Lo stesso succede per le scommesse live su eventi di Formula 1 e MotoGP: in questo caso, le sorprese nel contesto di una giocata in tempo reale sono rappresentate principalmente dai sorpassi o dai giri veloci, motivo per cui chi ci punta deve stare molto attento anche ai tempi registrati durante la gara in corso.

Per quanto riguarda il tennis, invece, è molto importante conoscere lo stato di forma di ogni giocatore al momento dell'incontro in questione, oltre ovviamente alla superficie sulla quale si gioca la partita o il torneo sul quale si intende puntare.

In generale, per puntare in maniera efficace e redditizia sugli eventi live bisogna non solo conoscere per bene il background delle competizioni in sé, quanto, e forse soprattutto, riuscire a mantenere la calma e il sangue freddo per effettuare puntate in modo concreto e senza mai esagerare.

È infatti inutile lasciarsi ingolosire da risultati troppo ovvi, soprattutto all'inizio dell'evento scelto. Meglio attendere gli sviluppi e cercare di essere risoluti al momento giusto, usando così in modo più concreto la cifra messa a disposizione per la giocata desiderata.

Dinamiche dei vari sport


Sia per quanto riguarda il calcio sia se parliamo di altri sport molto popolari, le scommesse online disponibili continuamente offrono un'enorme varietà di puntate. Tuttavia, chi vuole iniziare ad addentrarsi con criterio nel mondo delle scommesse live deve essere consapevole di una dinamica sempre valida, ossia quella dello stato di forma degli sportivi chiamati in causa, specialmente per quanto riguarda quegli sport dove lo sforzo umano è fondamentale, come ad esempio il calcio, il basket e il tennis, tra i più amati in assoluto.

Se parliamo invece di Formula 1 e MotoGP, ovvero gli sport dove i motori la fanno da padrone, allora le dinamiche da tenere in considerazione sono diverse: la scuderia, il team di preparazione atletica, ma anche i finanziamenti ricevuti per migliorare la moto o la vettura in questione diventano infatti dei fattori chiave.

Mentre, per quanto riguarda gli sport di squadra, in cui non si tratta di un solo individuo, ma spesso di un team di sportivi e sportive, ognuno con le proprie caratteristiche e personalità diverse, va detto che i pronostici possono subire variazioni dell'ultimo minuto per via degli infortuni dei migliori giocatori, i quali sono spesso essenziali per la propria squadra, per non parlare delle sanzioni, nonché delle espulsioni nel calcio e nel basket dopo il quinto fallo, le quali privano le squadre di alcuni dei loro migliori giocatori e possono così alterare l'andamento dell'incontro. 

In questo contesto di giocate veloci e rapide di pensiero, il calcio è lo sport più aleatorio in assoluto, come dimostrano grandi e storiche partite come ad esempio la finale di Champions League del 1999 tra Manchester United e Bayern Monaco, vinta per 2-1 dagli inglesi in rimonta con due goal nel finale di partita. Per ragioni come queste, le scommesse e quote per il calcio sono spesso un esercizio dedicato ai grandi esperti delle dinamiche di questo sport.

La delusione di Stefen Effenberg

In definitiva, si tratti di calcio, Formula 1 o tennis, gli appassionati delle scommesse live devono non solo conoscere bene le dinamiche di ogni sport o campionato in questione, ma principalmente puntare sul loro istinto e sulla loro passione di effettuare scommesse live, pensando bene prima di realizzare la puntata ma anche lasciandosi trascinare dall'intuizione del momento. 

*Le immagini dell'articolo, tutte distribuite da AP Photo, sono, in ordine di pubblicazione  di Camay Sungu, Manu Fernandez, Joan Monfort  e Camay Sungu.

 

May 20, 2020
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I migliori tennisti italiani | Nessuno come Sinner | Berrettini finale a Wimbledon

L'Italia non era mai stata una nazione in grado di produrre tantissimi campioni in uno sport come il tennis, sia per tradizione sia per investimenti nelle strutture. Tuttavia dagli anni '70 in poi, ossia in piena era Open e a partire dall'istituzione della classifica a punti ufficiale dell' ATP che oggi il nostro Jannik Sinner scala in continuazione, sono stati vari i tennisti azzurri capaci di farsi notare per uno o più exploit a livello internazionale.

Andiamo a vedere quali sono stati i migliori tennisti italiani della storia.

Nicola Pietrangeli e la Davis in Cile

Adriano Panatta vincitore di uno Slam

Corrado Barazzutti stoffa da capitano

Gaudenzi, talento incompiuto?

La classe di Fabio Fognini

Berrettini che finale a Wimbledon!

Consulta quotidianamente la analisi del nostro blog per i pronostici tennis

I quattro successi di Sinner, classe 2001, bis a Sofia, dopo la vittoriosa finale tutta azzurra contro Travaglia, "rischiano" seriamente di scrivere una storia diversa per il futuro!

Il rovescio di Sinner

Pietrangeli, il capostipite dei tennisti italiani

Nato nel 1933 a Tunisi, Nicola Pietrangeli sarebbe stato il primo tennista italiano a far parlare di sé. Per molti si tratta del più grande tennista tricolore di sempre, visti anche i suoi trionfi di rilievo come i due Roland Garros vinti di seguito nel 1959 e nel 1960, oltre all'impresa sfiorata nella semifinale di Wimbledon 1960 quando perse solo al quinto set con il fenomenale Rod Laver.

Dotato di un talento fuori dal comune ma conosciuto anche come un uomo che amasse godersi la vita, è stato lui il capitano dell'Italia che nel 1976 si aggiudicò la Coppa Davis in Cile contro i padroni di casa sudamericani nonostante la nostra rappresentanza non partisse con i favori delle scommesse e quote per il tennis, soprattutto quelle per il vincitore finale del torneo.

Da giocatore ottenne dei successi mai più ripetuti dai migliori tennisti italiani. Il pioniere assoluto al quale è inoltre stato intitolato il vecchio campo centrale del Foro Italico di Roma è stato uno dei grandi tennisti della sua epoca, spiccando tra i favoriti delle scommesse dell'epoca soprattutto per quanto riguarda i tornei su terra rossa, come il torneo romano, nel quale si impose in due occasioni.

Panatta, il vincitore

Se si parla di tennis in Italia, il nome di Adriano Panatta è sicuramente il più altisonante.

Si tratta, infatti, dell'unico italiano ad aver vinto un torneo del Grande Slam in era Open.

Il suo trionfo al Roland Garros nell'edizione del 1976, lo stesso anno nel quale si proclamò campione del mondo con la nazionale italiana in Coppa Davis, è stato senza dubbio la ciliegina sulla torta di un tennista eccezionale che con il suo gioco rese l'Italia una delle grandi potenze del tennis mondiale relativamente alle scommesse sulla Coppa Davis, entrando di diritto nel novero dei migliori tennisti italiani di sempre.
 


Nel video, gli scambi finali del Roland Garros del 1976, Panatta-Solomon.

A suo agio principalmente sulla terra rossa, il terreno preferito da quasi tutti gli italiani e sul quale i pronostici delle quote delle scommesse sugli azzurri sono spesso a favore, il romano avrebbe ottenuto un buon risultato a Wimbledon 1979, quando arrivò ai quarti di finale. 

Come personaggio del tennis italiano, Panatta è stato unico sia per lo stile tecnico di gioco sia per il carisma, tratto che lo avrebbero poi fatto anche capitano di un'Italia che nella seconda metà degli anni '90 avrebbe ottenuto buonissimi risultati in quella Coppa Davis a lui tanto cara e mai più alzata al cielo dagli azzurri dopo la vittoria di Santiago del Cile. 
 

Le imprese di Barazzutti


Un altro grande protagonista della vittoria della Coppa Davis del 1976 fu Corrado Barazzutti, nato ad Udine nel 1953 e ancora giovanissimo all'epoca del memorabile successo. Dotato di grande velocità nei colpi e di un'energia straripante, il friulano fu fondamentale nella vittoria finale grazie al vantaggio ottenuto nel primo match della finalissima di Santiago per 3 set a 1 contro il padrone di casa Jaime Fillol. 

In seguito, Barazzutti si sarebbe distinto come uno dei migliori tennisti italiani di sempre realizzando grandi cavalcate come al Roland Garros e agli US Open, tornei nei quali arrivò in semifinale. Sebbene non abbia vinto nessun Grande Slam, il friulano è stato l'unico italiano ad essersi spinto così avanti in questo tipo di tornei, il che gli conferisce una distinzione non da poco.

Negli annali rimarrà la finale raggiunta nel 1977 a Montecarlo, uno dei tornei più prestigiosi al di là degli Slam, nella quale perse con onore contro uno straripante Bjorn Borg.

Il suo ruolo da capitano della nazionale femminile nella Fed Cup lo ha visto trionfare in ben quattro occasioni dal 2009 al 2013, un record assoluto a questi livelli. Dal suo esempio sono emersi altri tennisti di rilievo in Italia, nonostante il ricambio generazione abbia tardato ad arrivare.

Gaudenzi, classe assoluta tra i migliori

Nella foto Andrea Gaudenzi
 

Uno dei migliori tennisti italiani in assoluto è stato Andrea Gaudenzi, nato a Faenza nel 1973 ed esploso a metà degli anni '90, quando a parte gli esempi di Camporese e Cané non vi erano altri esponenti di un certo livello del tennis nostrano. Il romagnolo fu senza dubbio una delle grandi sorprese di quell'epoca, arrivando anche al numero 18 della classifica mondiale attraverso una serie di prestazioni di livello assoluto contro i migliori giocatori del momento ma anche dei tennisti italiani. Campione del mondo juniors del Roland Garros e degli US Open, fu da subito riconosciuto per il suo stile di gioco virtuoso e bello da vedere e spiccò da subito come uno dei giovani tennisti italiani e tra i più indicati a vincere i tornei giovanili dalle quote delle

Una delle sue più grandi imprese è stata senza dubbio quella di aver portato l'Italia in finale di Coppa Davis del 1998, quando dovette ritirarsi durante un incontro cruciale contro Magnus Norman al quinto set per uno strappo al tendine della spalla quando il punteggio era di 6-6 al quinto set. 

Indimenticabile poi il match di Parigi nel 2002 contro Pete Sampras quando al primo turno il faentino riuscì a battere l'ex numero 1 del mondo in uno dei suoi migliori match di sempre. In quell'occasione sarebbe stato poi battuto nei turni successivi dal futuro campione del Roland Garros 2002 Albert Costa.

Vincitore di solamente tre tornei ATP, Gaudenzi si è sempre distinto per il suo attaccamento alla maglia dell'Italia, difesa con onore in Coppa Davis, trofeo dove ha portato a casa grandi vittorie per il tennis italiano: ricordiamo su tutte quella sul francese Pioline nel 1996 e quella in doppio insieme a Diego Nargiso contro la Russia nello stesso anno. 
 

Fognini, talento puro
Il talento di Fognini!

Negli ultimi anni, tuttavia, sembra essersi mosso qualcosa nel tennis all'italiana, con un nuovo movimento di talenti capitanato da Fabio Fognini, tennista nato a Sanremo nel 1987 e diventato professionista nel 2002. Dotato di un talento puro che lo rende uno dei tennisti italiani e internazionali più forti sulla terra rossa e una scelta sicura per chi segue le scommesse sul tennis, si è imposto tardi nei grandi palcoscenici, vincendo infatti il torneo di Montecarlo, il più prestigioso del suo palmarés, solamente nel 2019, ossia a 32 anni.


Nel video tratto dalla pagina YouTube di Tennis Tv, alcuni dei migliori colpi di Fognini nel 2018

I suoi colpi, però, riflettono il talento puro e assoluto di un campione che è arrivato al numero 7 della classifica del doppio e al numero 9 del ranking in singolare. Il suo miglior piazzamento ottenuto in un torneo del Grande Slam sono i quarti al Roland Garros. La carriera di Fognini si è distinta per le grandi soddisfazioni in doppio insieme al compatriota Simone Bolelli, con il quale ha vinto ben tre tornei ATP tra cui spicca l'Australian Open del 2015, l'unico torneo del Grande Slam che ha visto trionfare dei rappresentati italiani nell'era Open.

Non è sbagliato affermare, dunque, che la coppia Fognini - Bolelli sia stata spesso una garanzia per coloro che amano puntare sulle scommesse relative al doppio nel tennis mondiale.

Berrettini, la speranza del futuro


Nato negli anni '90, il tennista del presente e del futuro dell'Italia è sicuramente Matteo Berrettini, protagonista di una serie di exploit negli ultimi mesi confermati anche dalla sua costante presenza tra i favoriti secondo le scommesse sportive di 888 sport per i tornei del Master. 

Matteo Berrettini

Nato a Roma nel 1996, Berrettini è stato l'ultimo azzurro ad approdare alle semifinali di un torneo del Grande Slam, più esattamente lo US Open del 2019, oltre che l'ultimo italiano a qualificarsi al torneo delle finali del Master dell'anno scorso dopo aver raggiunto in extremis l'ottavo posto del ranking ATP, traguardo mai raggiunto nemmeno da Fognini e diventando di fatto il miglior tennista italiano della stagione. 

Si è imposto tra i migliori giovani tennisti in circolazione ed è riuscito anche a portare a casa una vittoria insperata nelle Finals contro il più quotato Dominic Thiem, ottenendo così un trionfo mai raggiunto da nessun altro italiano. Altro primato clamoroso per un tennista azzurro è la finale meravigliosa giocata a Wimbledon nel 2021.

Dall'alto dei suoi 1,96 metri di altezza per 95 kg, il tennista romano fa della potenza e della tecnica i suoi punti di forza, il che lo rende un giocatore sul quale si può puntare per il numero di ace, vista la capacità al servizio, come testimoniano i 200 km orari raggiunti con questo colpo. Con Sinner, la speranza dell'Italia per il futuro è senza dubbio lui, che punterà presto a sorprendere in Coppa Davis e anche alle Olimpiadi dell'anno prossimo.
 
Il tennis italiano, sebbene non abbia la visibilità del calcio o di altri sport, guarda dunque con fiducia al futuro dopo un passato fatto di pochi ma eccellenti atleti che hanno onorato il tricolore nel mondo. 

*Le immagini dell'articolo sono tutte distribuite da AP Photo. Prima pubblicazione 20 maggio 2020.

November 3, 2021
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Come scommettere sul basket


Il basket è senza dubbio uno degli sport più elettrici e dinamici: le partite di pallacanestro si concludono sempre con punteggi piuttosto alti e sono caratterizzate da costanti cambi repentini da un lato all'altro del campo, con i due canestri spesso divisi da pochissimi secondi tra un'azione e l'altra.

 

L'adrenalina che offre questo sport a chi vi gioca e a coloro che lo seguono si riflette anche sulle scommesse sportive disponibili online. Questa guida di 888sport servirà sicuramente ai grandi appassionati della palla a spicchi, una disciplina tra le più seguite nel mondo che fa ogni anno più proseliti soprattutto grazie alle evoluzioni della NBA, il campionato più bello e spettacolare del mondo..

L'ebbrezza del risultato in bilico


(Nel video i Lakers leggendari)


Di qualsiasi partita di basket o torneo si tratti, è importante sempre monitorare con cognizione di causa lo stato di forma fisica dei principali giocatori di ogni squadra. Ma, al di là di questa base da prendere in considerazione, va ricordato che nel basket il risultato può cambiare continuamente ed essendo tanti i punti possibili da realizzare i colpi di scena sono frequenti.

Chi dispone dunque della passione per questo gioco deve usare la stessa nel momento in cui scommette. Sebbene risulti fondamentale sapere quale sia il trend di risultati di una squadra e il momento di forma fisica dei suoi migliori giocatori, è importante seguire sempre le proprie sensazioni per riuscire a vincere scommettendo minuto dopo minuto, seguendo così anche l'andamento dell'incontro in sé, mischiando in questo modo adrenalina e conoscenze relative proprio al basket e ai suoi migliori interpreti in campo in quel preciso istante. 

Inoltre, visto che nel basket non esiste il pareggio, prima di effettuare la propria puntata occorre sapere in quale squadra ci siano più giocatori in grado di cambiare l'esito dell'incontro con una sola giocata sul finale, ossia i classici campioni per i quali la palla non scotta quando si avvicina il suono della sirena.

Una delle migliori opzioni al giorno d'oggi, ad esempio, è quella di puntare sui Los Angeles Lakers, che contano sul talento di LeBron James, per molti uno dei più grandi giocatori della storia e sempre pronto a prendersi la responsabilità dell'ultimo tiro. Per ultimo, non vanno dimenticati gli infortuni di alcuni atleti, i quali possono condizionare non poco il rendimento degli stessi, soprattutto se non sono più giovanissimi. 

Prima di puntare

Una volta ottenute tutte le principali informazioni riguardo le squadre in gioco, ecco che i pronostici e i consigli per le scommesse sul basket possono risultare più comprensibili al momento di iniziare a partecipare al grande gioco. In primis, tuttavia, bisogna considerare che nel basket i cambi di fronte, anche dal punto di vista del risultato, possono essere più che frequenti e portare dunque a una serie di sorprese in corso d'opera.

Perciò, è necessario partire dal presupposto che la gerarchia delle varie forze presenti difficilmente viene contraddetta nel match in questione e dunque in casi di scontri tra una squadra sulla carta più forte di un'altra solitamente è la prima ad imporsi fin dal principio. A differenza del calcio, sport nel quale i punti messi a segno sono di solito pochi e l'opzione del pareggio è a volte un compromesso per entrambe le squadre, il basket è uno sport dal risultato secco e definito.

È più che normale, dunque, che una squadra di NBA favorita al titolo come ad esempio i Lakers o i Warriors si imponga contro una compagine meno attrezzata come ad esempio i Knicks o i Cavaliers, che non dispongono di roster di primissimo livello. Fatta questa premessa, il suggerimento migliore per iniziare a darsi da fare con scommesse e quote per il basket mondiale è il seguente: puntare principalmente sulle squadre che sono date come favorite dalle quote iniziali. 

Le puntate principali


Nel video i momenti finali di Toronto Raptors vs. Golden State Warriors del 2019
 

Vincente incontro

Come ogni sport di squadra che si rispetti, il basket presenta nel contesto delle scommesse il quadro più ovvio, ovvero quello che prevede la vincitrice di un incontro singolo. Si tratta, in definitiva, di una classica scommessa testa a testa in cui si deve propendere principalmente per una squadra piuttosto che per un'altra.

In questo caso parliamo dunque del pronostico riguardo il vincitore della partita, over time inclusi, il che significa che bisogna indovinare il risultato finale dopo gli eventuali tempi supplementari dettati dal risultato di parità al termine dei quattro quarti di gioco. Ma, anche in questa circostanza, 

Parliamo del pronostico più semplice dato che non prevede calcoli sul margine di punti ed è consigliato principalmente per partite dall'esito incerto, ovvero quando una squadra è solo in parte favorita rispetto all'altra. Una partita sulla quale si poteva puntare in modo secco l'anno scorso è stata senza dubbio la gara numero 6 della finale NBA tra Toronto Raptors e Golden State Warriors, un incontro nel quale i canadesi si sarebbero imposti solo nel finale con uno striminzito 114 a 110 con quattro tiri liberi del fenomeno Leonard. 

Handicap

Questa opzione è una delle più utilizzate nei casi in cui si voglia aumentare il possibile guadagno ma senza rischiare in modo eccessivo.  Si tratta di una possibilità di puntata per alzare la posta in caso di eventi in cui il favorito è assolutamente chiaro e il risultato finale sembra essere praticamente scontato. In questa stagione, ad esempio, un match tra i Los Angeles Lakers e i Minnesota Timberwolves, tra le compagini con il  peggior record in generale, è fin dall'inizio indirizzato alla vittoria della squadra californiana.

Lo scommettitore, dunque, per aumentare il potenziale della propria vincita potrebbe utilizzare l'opzione dell'handicap, cioè una sorta di svantaggio per quanto riguarda il punteggio all'inizio dell'incontro per la squadra favorita dal pronostico. Ad esempio, se la quota fissata dell'handicap è di 8,5 punti e la gara termina con punteggio di 107-99, chi ha scommesso sulla vittoria del club ospitante perderà il suo investimento, dato che il distacco tra le due squadre è inferiore alla quota impostata prima della scommessa. 

Vittoria con scarto minimo


Nel video, Warriors vs. Cavaliers: i momenti salienti del game 7

Quella di cui parleremo di seguito è sicuramente il tipo di scommessa più conosciuta nell’ambito del basket mondiale. Si tratta, riassumendo, di un pronostico riguardo uno scarto di punti maggiore o uguale a 6 che coinvolge la squadra sulla quale si punta. Nel caso in cui lo scarto sia uguale o inferiore a 5 punti il pronostico corretto è invece la X, ossia quella sorta di pareggio che in realtà nel basket non è mai contemplato ai termini del regolamento.

Questo tipo di puntata prevede dunque il segno 1 nel caso in cui siano i padroni di casa ad imporsi con 6 o più punti di vantaggio, il segno 2 nel caso in cui questo vantaggio viene ottenuto dagli ospiti e il segno X quando lo scarto è di 5 o meno punti. Ad esempio di questo tipo di scommessa così intrigante e più studiata possiamo prendere la gara 7 delle finali NBA della stagione 2015-16, quando, come ben indica il video di cui sopra, ad imporsi furono i Cleveland Cavaliers di LeBron James per 93 a 89 sul campo dei Golden State Warriors, il che significa che l'esito della scommessa è stato il 2. 

Questa tipologia di pronostico, dunque, è per molti la più classica in assoluto, dato che prevede la puntata esatta su una delle due squadre. Non a caso si tratta del tipo di scommessa preferito dagli utenti medi, soprattutto durante i momenti più elettrizzanti della stagione, come ad esempio di playoff. In questo periodo della stagione, infatti, essendo impegnate le squadre più forti, il livello medio è simile e dunque i risultati finali vedono spesso uno scarto minimo di punti tra una squadra e l'altra.

D'altronde, spesso i titoli vengono decisi da una semplice giocata o da un tiro da tre allo scadere, sfociando così nell'epica assoluta della giocata tipica del basket. 

Over/Under - Pari/Dispari

È possibile anche fare dei pronostici sul numero di punti realizzati in un singolo match (indipendentemente dall’esito dell’incontro) basandosi sui valori stabiliti dai bookmaker. In questo caso sono disponibili due varianti di scommessa.

Si parla dunque di un pronostico sulla somma di punti segnati dalle due squadre. L'obiettivo è quello di pronosticare un totale di punti predefinito: ad esempio, nel caso di un match finito 110- 112 con un Over fissato a 210,5 la scommessa sarà vincente per chi avrà puntato sull'Over, dato che la somma totale dei punti realizzati da entrambe le squadre sarà superiore al valore di 210,5 punti stabilito prima dell'incontro.

Nel caso dell'opzione Pari/Dispari va indovinato se la somma di punti totale sarà un numero pari o dispari. Ma, attenzione! Prima di effettuare questo tipo di puntata bisogna ricordare che queste due opzioni si basano sui punti realizzati nei tempi regolari, escludendo dunque eventuali tempi supplementari.

In definitiva, seppur il basket sembri essere uno sport abbastanza semplice, per scommetterci sopra è prima necessario studiarne bene le dinamiche, senza lasciarsi prendere troppo dall'entusiasmo. 

*La foto di apertura dell'articolo, distribuita dall'Agenzia AP Photo, e' di Jeff Chiu.

May 20, 2020
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Come scommettere sul calcio

Negli ultimi anni, sempre più utenti si stanno affacciando all’universo delle scommesse sportive, in particolar modo a quelle inerenti il calcio. Ma quali sono le tipologie di scommesse disponibili e in che modo è preferibile gestire il proprio budget nel gioco? Sono queste le domande a cui oggi cercheremo di dare risposta, nel tentativo di far conoscere il mondo del betting anche ai meno esperti che iniziano a scommettere per puro divertimento.

Quali sono le scommesse “tradizionali”

 

Il nostro viaggio all’interno del mondo delle scommesse partirà da quelle che sono generalmente riconosciute come le giocate "tradizionali". Stiamo parlando di quelle tipologie di scommesse che sono presenti da più tempo su ogni piattaforma di gioco e che, inevitabilmente, sono conosciute anche da coloro i quali non possono essere considerati degli esperti in materia.

Eccone alcune:


•    Esito 1X2: questa opzione permette agli utenti di prevedere quale sarà la squadra che si aggiudicherà l’incontro. Più nello specifico, la giocata sarà un 1 se è prevista una vittoria della squadra che gioca in casa, 2 se invece viene pronosticata la vittoria della squadra che gioca in trasferta, X se invece viene previsto un pareggio.


•    Doppia chance: questa è un’altra tipologia di giocata molto utilizzata ed è disponibile nella modalità IN o OUT. Chi volesse scommettere su questa quota potrebbe abbassare il rischio rispetto alla tradizionale scommessa “Esito 1X2”, permettendo al giocatore di scommettere sulla circostanza che la partita possa terminare con la vittoria della squadra di casa o in un pareggio (1X), o di contro, nella modalità X2, nel pareggio o nella vittoria della compagine che gioca in trasferta. 

Oltre a queste tipologie di giocate volte a prevedere l’esito della partita, ci sono poi le giocate GOAL/NO GOAL o l’OVER/UNDER 2.5 che danno la possibilità agli utenti di pronosticare se entrambe le squadre segneranno o meno un goal e di scommettere su quante reti verranno messe a segno in una determinata partita:


•    GOAL: piazzando questa giocata, l’utente prevede che durante l’arco dei 90 minuti entrambe le compagini metteranno a segno almeno una rete, mentre la giocata NO GOAL, di contro, presuppone che una sola delle compagini o nessuna delle due riuscirà a realizzare una rete.
•    OVER 2.5: il giocatore che decide di scommettere su un OVER 2.5 pronostica che durante la partita verranno messe a segno almeno tre reti. Per meglio intenderci, il risultato di 2-1 o di 3-0 andrà a confermare un OVER 2.5, mentre se la partita dovesse terminare sul risultato 2-0 o 1-1, ecc, l’esito finale sarebbe riconducibile all’interno della categoria UNDER 2.5, in quanto il numero derivante dalla somma dei goal segnati è inferiore a 2,5. 

L'Atletico Madrid festeggia l'Europa League, vinte con un Over 2.5; 3-0, infatti, il risultato finale!

 
Le tipologie di scommesse più recenti
 

Oltre alle scommesse “tradizionali”, negli ultimi tempi stanno prendendo sempre più piede quelle che uniscono diverse tipologie di giocate all’interno delle stessa quota. In questa categoria rientrano sicuramente le scommesse MULTIGOAL e COMBO, sempre più utilizzate ed apprezzate da parte degli utenti in quanto garantiscono agli stessi una buona quota e, di conseguenza, un buon moltiplicatore finale. Andiamo a vederle nel dettaglio: 
 
•    MULTIGOAL: queste scommesse sono molteplici e riservano all’utente la possibilità di prevedere quante reti verranno messe a segno dalla squadra di casa o da quella in trasferta. Per meglio intenderci, la giocata “MULTIGOAL CASA 1-3” permette al giocatore di scommettere sulla circostanza che la squadra di casa realizzerà una quantità di reti che andrà da 1 a 3.

Ne deriva che se la compagine in questione dovesse mettere a segno 2 reti la giocata sarebbe vincente mentre se, al contrario, non dovesse riuscire a segnare nessun goal o a realizzarne ben 4, la stessa sarebbe perdente. La scommessa MULTIGOAL offre la possibilità all’utente di scegliere la propria selezione tra una quantità di opzioni pressoché illimitata. 


•    COMBO: questa scommessa è costituita da diversi eventi che vengono racchiusi all’interno della medesima quota, garantendo una vincita maggiore e molto più interessante rispetto alle giocate tradizionali. Se, ad esempio, l’utente volesse scommettere sulla vittoria della squadra di casa con entrambe le squadre sul tabellino del risultato, basterà scegliere l’opzione COMBO 1+GOAL, anziché limitare la propria giocata al semplice GOAL o al tradizionale “Esito 1X2”. 

Risultato esatto: un’altra tipologia di giocata estremamente interessante ed allettante è sicuramente quella che permette al giocatore di scommettere sul risultato esatto dell’incontro. Dando un’occhiata alle scommesse e quote per il calcio, noteremo come di recente è stata introdotta anche la possibilità di piazzare scommesse live inerenti il risultato esatto dell’incontro e ciò consente agli utenti più coraggiosi di divertirsi e mettere alla prova le proprie capacità d'analisi delle partite puntando su eventi con quote interessanti. 


Nel video, 10 tra i goal più belli di Cristiano Ronaldo!!!


 
Scommettere sul calcio significa studiare le statistiche
 

Ogni giocatore che si rispetti, prima di scommettere, dedica una notevole quantità del proprio tempo allo studio dei dati statistici riguardanti le singole squadre ed i campionati oggetto di giocata. Non possiamo pertanto esimerci dall'analizzare nello specifico quali sono i risultati che nell’ultima stagione si sono verificati con maggiore frequenza nella nostra Serie A, così come nelle serie minori del nostro calcio, panoramica che potrà essere lo spunto di partenza per chi si affaccia al mondo delle scommesse.

Dalla analisi dei numeri emerge con estrema evidenza come anche nella nostra Serie A, sulla scia di quanto avvenuto nella maggior parte degli altri principali campionati europei, il fattore casa non sia più determinante come in passato e come sempre più spesso le squadre che giocano in trasferta riescano a portare a casa i tre punti.

Analizzando le statistiche riguardanti la stagione in corso, possiamo infatti notare come il 40,23% delle gare si sia concluso con una vittoria da parte dei padroni di casa, il 22,65% delle stesse con un pareggio, mentre ben nel 37,10% dei casi la gara si è conclusa con una vittoria da parte della squadra in trasferta. Per quanto riguarda invece la categoria risultati esatti, il risultato più frequente, verificatosi in circa il 12,1% dei casi, è rappresentato dalla vittoria della squadra di casa con il risultato di 2-1.

Al secondo posto in questa particolare classifica, troviamo invece il pareggio per 1-1 che si è verificato nel 9,7% dei casi. Dalla semplice lettura dei dati statistici, emerge quindi che, eccezion fatta per Atalanta e Lazio, nel campionato di Serie A le partite vengono decise nella stragrande maggioranza dei casi da un solo goal di scarto.

L'Atalanta, squadra sempre interessante per le sue statistiche!

Tale tendenza, ad ogni modo, non riguarda solo la nostra massima serie, ma dati pressoché identici sono rinvenibili anche nell’analisi delle altre categorie del calcio italiano. In particolar modo, dando un’occhiata alle quote e scommesse sulla Serie D, notiamo come difficilmente gli incontri terminano in goleada o con più di tre reti messe a segno.

 

Come gestire il proprio budget nello scommettere sul calcio?

Dopo aver fatto una breve disamina di alcune tra le tipologie di giocate più amate dagli scommettitori ed aver comprovato quanto sia importante l’analisi statistica ai fini di ogni singola giocata, il nostro viaggio nel mondo del betting si concluderà con un argomento di fondamentale importanza per chiunque decida di scommettere: la gestione del budget.

Ogni giocatore ha la propria giocata preferita, ma sia che si parli di “multipla” dalla quota contenuta sia di multipla ad alto coefficiente di difficoltà o anche più semplicemente di “singola”, la gestione del proprio budget è alla base di ogni strategia di gioco. Sono diverse le correnti di pensiero su quale debba essere la giusta suddivisione del capitale a disposizione ed è difficile individuare regole fisse che si possono applicare ad ogni singolo utente. Ciononostante, esistono consigli generali utili su come gestire il proprio denaro, soprattutto per chi sta muovendo i primi passi nel settore dopo aver recentemente scoperto il mondo delle scommesse.

Pertanto, partendo da un budget ipotetico di 100 €, una soluzione sarebbe quella di impiegare l’80% del capitale iniziale in una scommessa in modalità “raddoppio” ed il restante 20% su una giocata in multipla. Il raddoppio è una delle giocate più praticate in assoluto: questa tipologia di scommessa presuppone che l’utente scommetta su un evento, o più eventi, la cui quota totale sia pari a 2. Così, utilizzando l’80% del budget iniziale su una scommessa a quota 2, il giocatore cercherà di raddoppiare il proprio capitale iniziale con una singola giocata dal rischio contenuto.

La scommessa in multipla è invece preferita dai più esperti e appassionati di betting in quanto rappresenta il giusto compromesso tra rischio e divertimento. Utilizzando il restante 20% del budget iniziale, l’utente potrà infatti decidere di piazzare una scommessa a quota 10 o superiore, con la possibilità di decuplicare il proprio capitale iniziale grazie ad una singola giocata. Se è vero che rispetto al raddoppio la giocata in multipla appare più rischiosa, è altrettanto vero che permette al giocatore di scommettere tentando di vincere molto sacrificando solo una piccola parte del proprio budget.
 
Dopo aver descritto quali sono le modalità di giocate più amate dagli utenti, aver spiegato quanto le statistiche siano importanti per ogni giocatore che si rispetti ed aver dato delle utili indicazioni sul frazionamento del proprio budget, il nostro viaggio all’interno del mondo delle scommesse sportive termina qui; non possiamo fare altro che augurarvi buon divertimento!

*La foto di apertura dell'articolo è di Alessandra Tarantino, la seconda di Paul White, l'ultima di Luca Bruno, tutte distribuite da AP Photo.

May 20, 2020
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I migliori difensori di sempre in Serie A

Da sempre, il calcio italiano ed in particolar modo la Serie A sono generalmente riconosciuti come una straordinaria fucina di grandissimi portieri e di numeri 10.

  1. Gaetano Scirea
  2. Franco Baresi
  3. Paolo Maldini

Si tende però a dimenticare che nel nostro calcio la difesa riveste da sempre un’importanza determinante ed oggi la nostra attenzione sarà pertanto rivolta a scoprire quali sono, a nostro avviso, i difensori più forti che nel corso degli anni hanno calcato i campi della Serie A.

Partendo da Scirea, passando da Baresi e Maldini, sino ad arrivare a Cannavaro, cercheremo di scoprire quali sono stati i punti di forza di questi campioni e perché hanno contribuito a cambiare per sempre il ruolo di difensore non solo nel calcio italiano ma anche a livello internazionale. Per gli amanti delle scommesse poi andremo a snocciolare qualche dato interessante.  

Gaetano Scirea: il primo difensore moderno

Scirea alza la Coppa del Mondo a Madrid!

Il nostro viaggio nei migliori difensori di sempre della Serie A non avrebbe potuto che partire da Gaetano Scirea. Nato il 25 maggio del 1953 a Cernusco sul Naviglio, in provincia di Milano, Scirea ha iniziato a calcare i campi di calcio nelle giovanili dell’Atalanta, squadra con cui ha esordito il 24 settembre del 1972 nella partita tra Cagliari e Atalanta, conclusasi con il risultato di 0-0.

La sua straordinaria tecnica individuale, unita ad una fisicità prorompente per l’epoca, fece sì che nel giro di pochissimo tempo Gaetano diventasse l’oggetto del desiderio di tutti i migliori club italiani dell’epoca.

Grazie ai rapporti privilegiati che ai tempi intercorrevano tra Atalanta e Juventus, alla fine ad aver la meglio furono proprio i piemontesi che nell’estate del 1974 riuscirono a portarlo a Torino per poco più di 700 milioni di lire. Sin dai suoi primi mesi in Piemonte, Scirea dimostrò di essere un calciatore speciale, capace di ricoprire il ruolo di libero come pochi prima di lui e diventò ben presto un pilastro della Nazionale italiana, allora guidata da Bearzot. 
 
Proprio nel 1982, nonostante secondo le scommesse e quote per il calcio l'Italia non fosse tra le favorite, Scirea guidò il reparto difensivo dell’Italia che riuscì a laurearsi Campione del mondo in terra spagnola, andando a comporre insieme a Zoff, Cabrini, Gentile, Bergomi e Collovati uno dei reparti difensivi azzurri più forti e impenetrabili di sempre. Durante la sua carriera, Scirea ha contribuito a rivoluzionare il ruolo del difensore centrale, sfatando per sempre il mito del difensore violento e dalla scarsa tecnica.

Dopo aver vinto sette scudetti con la maglia della Juventus, due Coppe Italia, una Coppa UEFA, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa UEFA, una Coppa dei Campioni, una Coppa Intercontinentale ed il Mondiale 1982, Scirea si dedicò dapprima alla carriera da allenatore, per poi passare a quella di dirigente. Fu proprio durante un viaggio di lavoro che il 3 settembre del 1989 Gaetano Scirea morì prematuramente in un terribile incidente d’auto in Polonia.

La sua scomparsa non fece altro che accrescere ulteriormente il suo mito e ancora oggi è ricordato come uno dei difensori più forti di sempre del calcio italiano, oltre ad essere generalmente riconosciuto come uno dei personaggi più positivi che abbiano mai calcato un campo di calcio.
 

Franco Baresi: da libero a migliore difensore centrale

Franco Baresi, nato a Travagliato, piccolo paesino in provincia di Brescia, l’8 maggio del 1960, è considerato da molti il miglior difensore centrale italiano di sempre della nostra Serie A, nonché il più forte di tutti i tempi a livello mondiale. Cresciuto calcisticamente nelle giovanili del Milan, Baresi è uno dei pochi calciatori della nostra Serie A che può vantare l’onore di aver vestito durante tutta la durata della sua carriera una sola maglia, quella appunto rossonera.

Dall’esordio a soli 17 anni avvenuto nella stagione 1977-1978, sino ad arrivare al giorno del suo ritiro avvenuto nel 1998, Baresi ha rappresentato al meglio il prototipo del difensore “moderno” che, dotato di una fisicità importante, non disdegnava “zingarate” palla al piede grazie alle sue buone doti di palleggio in fase di impostazione di gioco.

Il talento di Travagliato è stato il pilastro del Milan di Sacchi prima e di Capello poi, che sotto la presidenza di Silvio Berlusconi, e grazie al supporto del trio “olandese”, rivoluzionò per sempre il gioco a suon di calcio “totale” e di trofei. Baresi era inoltre un esperto rigorista e la quota "Marcatore SÌ" relativamente al difensore bresciano sarebbe stata decisamente bassa, anche in considerazione del fatto che in carriera è riuscito a mettere a segno ben 21 reti.


Nella sua ventennale carriera, Franco Baresi può infatti vantare ben sei Scudetti, tre Coppe dei Campioni, due Coppe Intercontinentali, tre Supercoppe Europee, quattro Supercoppe Italiane e due campionati di Serie B. Ai successi e ai trofei ottenuti con la maglia del Milan, non sono però seguiti altrettanti trionfi con la maglia della Nazionale italiana e la mancata vittoria di un trofeo con gli azzurri resta l’unico piccolo neo della sua straordinaria carriera. Con la maglia azzurra, ad ogni modo, si rese protagonista di una delle prestazioni individuali più impressionanti di sempre (nel video di sopra le incredibili giocate difensive di Baresi nella finale contro il Brasile ai Mondiali del ’94 con commento di Bruno Pizzul).

Dopo aver subito un’operazione al ginocchio per la rottura del menisco ed aver saltato le prime partite del Mondiale, Baresi riuscì a tornare a disposizione in tempo per la finale tra Italia e Brasile. Dopo aver recuperato in tempi record in soli 24 giorni, primato tuttora imbattuto, Baresi guidò magistralmente la difesa italiana, annullando per tutto l’arco dei 120 minuti due fenomeni del calibro di Romario e Bebeto.

Quella prestazione memorabile fu tuttavia macchiata dall’errore dal dischetto che, unito a quelli di Daniele Massaro e Roberto Baggio, condannò l’Italia alla sconfitta e consegnò la Coppa del Mondo nelle mani del Brasile.
 

Paolo Maldini: tra i migliori difensori di sempre della Serie A

Paolo Maldini, nato il 26 giugno del 1968 a Milano, è considerato uno dei maggiori interpreti sia del ruolo di difensore centrale che di quello di terzino sinistro della storia. Cresciuto calcisticamente nel Milan, club in cui ha disputato tutte le sue partite da professionista in una squadra di club, assieme a Baresi, Costacurta e Tassotti ha dato vita a quello che è considerato il reparto difensivo più forte di sempre.

Nel corso della sua ventennale carriera, Paolo Maldini ha saputo impressionare sia nel ruolo di difensore centrale, proprio al fianco di Baresi, sia in quello di terzino sinistro ed ha vissuto entrambi i cicli vincenti del Milan di Berlusconi, entrando di diritto sul podio dei difensori più forti di sempre.  

Assieme a Gaetano Scirea, Paolo Maldini ha incarnato alla perfezione l'emblema del difensore "pulito", con il bianconero che in 16 anni di carriera ha ricevuto solo tre cartellini gialli e nessun rosso! La quota di una scommessa sull’ammonizione di uno dei due sarebbe stata decisamente alta (nel video, una compilation di magie difensive di Paolo Maldini).

Maldini in scivolata sul Fenomeno


Oltre ad essere stato una delle colonne portanti del Milan degli anni '90 a guida Sacchi-Capello, Maldini è stato il capitano anche del grande Milan di Carlo Ancelotti che negli anni 2000 è riuscito a vincere tutto sia in Italia che, soprattutto, in Europa.

Con la maglia dei rossoneri, oltre ad aver raggiunto il record assoluto di 902 presenze, nell’arco di un ventennio Paolo è riuscito ad aggiudicarsi ben sette Campionati italiani, cinque Supercoppe Italiane, una Coppa Italia, cinque Champions League, cinque Supercoppe Europee, due Coppe Intercontinentali ed un Mondiale per Club. 

Così come il suo amico e compagno di reparto Franco Baresi, Maldini non è tuttavia riuscito a vincere nessun trofeo con la Nazionale Italiana e la sua esperienza in azzurro è stata condita da cocenti delusioni. Dopo aver concluso la sua carriera da calciatore in polemica con la Curva Sud del Milan al termine della sua gara d’addio, Maldini ha trascorso diversi anni lontano dal calcio, salvo tornare in un ruolo dirigenziale all’inizio della stagione 2019/2020.

Staremo a vedere se da dirigente Paolo riuscirà a replicare i successi che ha vissuto da giocatore e la speranza dei tifosi è che nel prossimo futuro il Milan possa tornare ad essere tra le favorite per la vittoria finale della competizione secondo le scommesse e quote per la Serie A, o anche per la semplice qualificazione alla prossima edizione della Champions League.
 

Fabio Cannavaro: un difensore centrale atipico
Fabio Cannavaro con il Pallone d'Oro in compagnia dell'attrice Monica Bellucci!

Dopo aver ripercorso brevemente le straordinarie carriere di alcuni tra i migliori difensori di sempre della nostra Serie A e del calcio mondiale, non ci resta che parlare di Fabio Cannavaro, ultimo calciatore italiano in grado di vincere il Pallone d’Oro.

Fabio Cannavaro nasce a Napoli il 13 settembre del 1973, e sin dai suoi primi anni nella Primavera dei partenopei lascia intendere di essere uno dei futuri prospetti del calcio azzurro, nonostante a differenza dei suoi colleghi di reparto non sia dotato di un fisico prorompente o di grandissime doti tecniche. L’esplosione della sua carriera, arriverà, tuttavia, lontano da Napoli e più precisamente con la maglia del Parma che in quegli anni sotto la presidenza Tanzi dominava sia in Italia che in Europa. 

Dopo una breve e poco positiva esperienza a Milano sponda Inter, Cannavaro raggiunse la sua definitiva consacrazione a Torino con la maglia della Juventus, prima di disputare tre stagioni da protagonista anche in Spagna con la maglia del Real Madrid. Amante delle giocate in anticipo e di tutti i rischi che ne conseguono, un difensore come cannavaro sarebbe stati il principale indiziato delle scommesse "Prima Ammonizione", con quote basse.

Se è vero che a differenza di Maldini e Baresi, Cannavaro ha vinto relativamente poco con le proprie squadre di club, è altrettanto vero che lo "scugnizzo" napoletano verrà ricordato per sempre per aver condotto la Nazionale Italiana alla vittoria del Campionato del Mondo del 2006 andato in scena in Germania e proprio la prestazione contro i padroni di casa della quale pubblichiamo il relativo video, gli valse con molta probabilità il Pallone d’Oro!

Quella vittoria gli valse contro ogni previsione delle agenzie di scommesse e quote la nomination per il Pallone d’Oro, premio che si aggiudicò proprio al termine della stagione e che fa di lui l’ultimo giocatore italiano in grado di vincere un trofeo di tale importanza. A seguito del ritiro dal calcio giocato, Cannavaro ha deciso di studiare da allenatore e dopo essere stato in giro per il mondo ha confermato che l’obiettivo è di tornare in Italia, o quantomeno in Europa a tempo debito.
 
Parafrasando un detto molto famoso, potremmo affermare che da sempre l’Italia è considerata un paese di “portieri e numeri dieci”.

La verità, tuttavia, è che il nostro campionato di Serie A, competizione su cui sono disponibili anche le scommesse sportive online sia in live che in pre match con i classici ESITO 1X2, OVER 2.5, GOAL e con i più intriganti MULTIGOAL e Risultato Esatto, nel corso degli anni è riuscito a sfornare campioni e fenomeni in ogni reparto e che possiamo vantare alcuni dei difensori più forti: non a caso, il calcio italiano è famoso per la cura dell'aspetto difensivo e la Serie A è considerata uno dei campionati più difficili in cui andare a rete.

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo. Prima pubblicazione 20 maggio 2020.

 
October 21, 2021
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The 888sport blog, based at 888 Towers in the heart of London, employs an army of betting and tipping experts for your daily punting pleasure, as well as an irreverent, and occasionally opinionated, look at the absolute madness that is the world of sport.

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Bundesliga, non solo Haaland: i dieci talenti da seguire

La Bundesliga è diventata improvvisamente il centro del calcio europeo. L’aver anticipato la ripresa ha accentrato in Germania l’attenzione dei tanti appassionati europei. Il primo weekend di calcio giocato ha fatto registrare numeri straordinari dal punto di vista dell’audience, sia in Germania che in Italia.

Quante partenze milionarie dalla Bundes

Shalke, che prospetti 

Il percorso di Cunha

Under 21 da urlo

I talentini del 2020 sono già campioni importanti, a partire naturalmente da Kai Havertz!

Quante partenze milionarie dalla Bundes

Gli elementi da seguire in Bundesliga sono tantissimi, a cominciare dai giovani terribili del Dortmund. Haaland, Sancho e Hakimi sono ormai delle certezze per i gialloneri, così come in casa Bayern si sono affermati Gnabry e soprattutto Alphonso Davies, vera rivelazione sulla fascia per i bavaresi.

Uno dei talenti più reclamati e osservati in Germania è stato senza dubbio Kai Havertz, gioiellino che ha incantato con la maglia del Bayer Leverkusen, autore di una fantastica doppietta nel primo Monday Night della primavera 2020, prima di finire al Chelsea. Come promesso nella nostra guida alla Bundes, andiamo ad analizzare i dieci giovani talenti che potrebbero sbocciare definitivamente in questi ultimi due mesi di campionato. 

Kai Havertz decide la Champions 2021!

Shalke, che prospetti 

Lo Schalke 04 è stata una delle sorprese del girone d’andata, chiuso in piena zona Champions grazie all’esplosione di diversi talenti. Il disastroso girone di ritorno con una sola vittoria in nove gare e addirittura 19 reti incassate hanno portato lo Schalke a metà classifica.

Nel girone d’andata l’assoluto protagonista nell’attacco dello Schalke è stato il marocchino Amine Harit. Agile trequartista classe ’97 autore di sei reti e quattro assist nella prima metà di stagione, si è però eclissato con la crisi del suo Schalke. Da dicembre, il marocchino non ha mai segnato, né fornito assist ai compagni.

Chi si è messo in luce insieme ad Harit in fase offensiva è stato il centrocampista tedesco di origine turca Suat Serdar. Dopo un primo anno di ambientamento a Gelsenkirchen, l’ex Mainz è esploso quest’anno segnando sette reti in 19 partite ed è attualmente il capocannoniere dello Schalke. Il suo contratto è in scadenza nel 2022 e i tedeschi stanno già lavorando al rinnovo, ma il nome di Serdar sarà da tenere d’occhio nella prossima finestra di mercato.

Suat Serdar, a sinistra, festeggia con Michael Gregoritsch il suo gol al Borussia Moenchengladbach!

Un gran colpo è stato messo a segno la scorsa estate dallo Schalke, che, battendo la concorrenza di diverse big tra cui il Milan, ha strappato alla concorrenza Ozan Kabak. Il centrale turco aveva fatto vedere tutte le sue qualità nei sei mesi trascorsi a Stoccarda la scorsa stagione. Con la retrocessione dello storico club tedesco, l’ex Galatasaray è diventato uomo mercato, ma solo lo Schalke ha creduto con forza sulle sue qualità investendo ben 15 milioni di euro.

Il difensore classe 2000 ha risposto presente, risultando uno dei protagonisti dello straordinario inizio di stagione dello Schalke. La sua stagione di fatto è finita con l’infortunio alle vertebre accusato a fine febbraio che lo dovrebbe tenere ai box fino alla fine del mese di giugno. 

Il percorso di Cunha

La stagione 2019/20 ha dato una svolta decisiva alla carriera di tre talenti della Bundesliga. A cominciare da Milot Rashica, esterno di grande talento ex Vitesse arrivato due anni fa al Werder Brema per sette milioni. I dieci gol e cinque assist in stagione sono la dimostrazione del talento di Rashica, in grado, partendo da sinistra, di saltare l’uomo nell’uno contro uno e fare la differenza anche in zona gol.

Annata straordinaria anche per l’ex PSG Christopher Nkunku. Il francese era chiuso a Parigi ed è arrivato a Lipsia con la voglia di mettersi in mostra. Quattro gol, quindici assist e un ruolo sempre più da protagonista nella squadra di Nagelsmann dimostrano come l’investimento del Lipsia sia stato più che azzeccato.

Chi invece ha lasciato il Lipsia è stato Matheus Cunha, che a gennaio si è trasferito a Berlino per aiutare l’Hertha nella lotta per non retrocedere. Tre gol e un assist in cinque gare, questo il biglietto da visita del brasiliano ai tifosi dell’Hertha. Tra gli altri anche il gol gioiello, da vero brasilano, nel successo per 3-0 in casa dell’Hoffenheim. Poi, dopo Tokyo 2020, vola a Madrid. 

Cunha, oggi all'Atletico!

Under 21 da urlo

Bayern e Borussia hanno già pronti i talenti del futuro. I bavaresi sanno che potranno contare su Joshua Zirkzee, attaccante olandese classe 2001 autore già di due reti e tre assist in Bundesliga in 16 presenze come vice-Lewandowski.

Ancor più giovane il prossimo gioiello del Dortmund, sempre secondo favorito per le scommesse Bundesliga l’americano classe 2002 Giovanni Reyna. All’attivo 11 presenze con la prima squadra e un assist nel match casalingo di Champions contro il PSG, quando Reyna si è rivelato al mondo intero.

Chi ha dato grande visibilità ai giovani è stato il neopromosso Colonia, ottenendo anche dei risultati importanti. Specialmente nel reparto arretrato, si sono messi in mostra due giovani talenti. Il primo è il centrale classe 1999 Sebastiaan Bornauw, arrivato dall’Anderlecht la scorsa estate per sei milioni di euro. Ventidue presenze e ben cinque reti all’attivo per il belga, perno della difesa del Colonia.

Sulla fascia sinistra della linea difensiva di Markus Gisdol si è imposto il classe 2001 Noah Katterbach, che a soli 19 anni ha già totalizzato 13 presenze da titolare in Bundesliga. Solido, attento e preciso in fase difensiva, il giovane difensore del Colonia ha già attirato su di sé gli occhi di diverse big del calcio europeo. 


*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo. Prima pubblicazione 19 maggio 2020.

May 19, 2020
Ermanno Pansa
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Ermanno è un grande appassionato di sport, in particolare del calcio, vissuto a 360°: come professionista e come tifoso. Ha seguito tutte le fasi finali delle manifestazioni internazionali degli ultimi 15 anni, Mondiali ed Europei.

Amante degli incontri ricchi di gol, collabora quotidianamente con il blog di 888sport, per il quale rappresenta una costante fonte di idee.

 

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Gli spareggi al cardiopalma!

In tempi antichi hanno deciso uno scudetto, come quello appannaggio del Bologna (e a discapito dell'Inter) nella stagione 1963/64, normalmente hanno messo in palio una qualificazione nelle coppe europee o la permanenza in Serie A. Sono gli spareggi di fine campionato, quelli a cui si faceva ricorso - prima della regola degli scontri diretti, entrata in vigore a partire dalla stagione 2005-2006 - in caso di arrivo a parità di punti.

Nel caso in cui lo "stallo" coinvolgesse più di due squadre, si procedeva con la famosa (o famigerata) "classifica avulsa" per individuare le squadre "messe peggio" e che avrebbero dovuto vedersela in uno scontro secco, decisivo, "alla morte"... 

Ebbene, noi di 888 Sport abbiamo selezionato i 4 spareggi mozzafiato tra i tanti proposti dalla Serie A dal 1931 (con lo scontro-salvezza Udinese-Lucchese 7-0) al 2005 [con la sfida andata e ritorno Parma-Bologna (0-1) e Bologna-Parma 0-2], procedendo in rigoroso ordine cronologico.

Il derby della Mole

23 maggio 1988: Juventus-Torino 0-0 (4-2 d.c.r) - Stadio "Comunale" di Torino, spareggio per il 6° posto-qualificazione in Coppa Uefa. Nell'anno di consacrazione del Milan di Silvio Berlusconi ed Arrigo Sacchi (l'ultimo della Serie A a 16 squadre), col titolo ai rossoneri, la Juventus fa i conti con una stagione non certo esaltante. D'altra parte, è il periodo più buio, quello a cavallo tra anni Ottanta e Novanta, in termini di Scudetti, per la Vecchia Signora. Che, nello specifico della stagione 87-88, si trova a duellare coi rivali cittadini del Torino per un posto Uefa, il sesto.

Zebre e granata entrambi a 31 punti (quando ancora se ne assegnavano solo 2 a vittoria) con una differenza reti che premiava i primi con appena due centri in più. La formazione di Rino Marchesi aveva prevalso su quella di Gigi Radice (2-2 all'andata e 2-1 al ritorno): tutte discriminanti inutili, tuttavia. L'arrivo a pari punti significava "spareggio", senza discussioni. La partita del 23 maggio al Comunale è tiratissima, senza reti.

E nemmeno i tempi supplementari sono sufficienti, si deve procedere con la lotteria dei calci di rigore: le prime due conclusioni per parte (Vignola e De Agostini per la Juve, Cravero e Bresciani per il Toro) vanno a segno. Poi, con la parata di Fabrizio Lorieri su Sergio Brio, le cose sembrano mettersi bene per i granata. Tutto il contrario: prima Roberto Cravero calcia sulla traversa; quindi, dopo la trasformazione di Antonio Cabrini, Silvano Benedetti conclude a lato.

Il palo-gol del gallese Ian Rush regalerà il 4-2 definitivo alla Juventus e la qualificazione alla Coppa Uefa 1988-89 (quella da noi definita più bella di sempre, vinta dal Napoli, con la Juve eliminata ai supplementari, proprio al San Paolo).

 

Il gol dell'ex


30 giugno 1989: Fiorentina-Roma 1-0 - Stadio "Renato Curi" di Perugia, spareggio per il 7° posto-qualificazione in Coppa Uefa. Quando ancora non esisteva la moda di non esultare in caso di "gol dell'ex". E che "ex"... Già, perché quella volta, a mandare la Fiorentina in Coppa Uefa, a scapito della Roma, fu niente meno che Roberto Pruzzo, che in Viola arrivò proprio dai giallorossi - con cui aveva realizzato 106 gol negli ultimi 10 anni - l'estate precedente. Tredici presenze, appena sei da titolare e zero gol davanti ai nuovi tifosi.

L'unico venne realizzato proprio nella gara di spareggio, di testa all'11' su cross dalla sinistra di Roberto Baggio, praticamente un passaggio di consegne. Festeggiamenti sfrenati prima del ritiro, avvenuto al termine della gara del "Renato Curi": l'ultima rete in carriera del bomber baffuto condannò proprio la "sua" Roma a un anno fuori dall'Europa...
 

Una stagione nata storta...


28 e 31 maggio 1999: Udinese-Juventus 0-0 e Juventus-Udinese 1-1, spareggio per il 6° posto-qualificazione in Coppa Uefa
Una Juventus assolutamente non in salute, quella dell'avvicendamento Marcello Lippi-Carlo Ancelotti dopo la sconfitta interna per 4 a 2 contro il Parma, lascia il posto diretto per l'Europa all'Udinese di Francesco Guidolin. Zero a zero al Friuli, e 1-1 nella gara di ritorno al Delle Alpi: dopo il rigore trasformato al 23' da Filippo Inzaghi, l'Udinese pareggia di giustezza al 61' con Paolo Poggi, dopo un'azione di ripartenza sviluppatasi sulla sinistra.

La Juventus venne così condannata alla Coppa Intertoto, che la vide opposta ad avversari inediti come, ad esempio, i rumeni di Transilvania del Ceahlăul Piatra Neamț nell'apertura della stagione successiva. Quella del diluvio di Perugia e dello scudetto perso all'ultima giornata, a vantaggio della Lazio.
 

Nei piedi di Baggio

23 maggio 2000: Inter-Parma 3-1 - Stadio "Marcantonio Bentegodi" di Verona, spareggio per il 4° posto-qualificazione in Champions League
Spareggio tra le grandi deluse del campionato. Da una parte, la nuova Inter di Marcello Lippi, partita per ammazzare il campionato perché piena zeppa di fuoriclasse (in attacco i nerazzurri potevano contare su Vieri, Roberto Baggio, Ronaldo, Iván Zamorano...); dall'altra, il super Parma di mister Alberto Malesani.

Alla fine, le due squadre si dovettero contendere l'ultimo pass disponibile per la Champions League, quello messo a disposizione dal 4° posto: due prodezze di Roby Baggio, in mezzo l'incornata di Mario Stanic. Nel finale di gara, Zamorano sigla il tris chiudendo la gara del Bentegodi.

Tuttavia, quella stessa estate, l'Inter non riuscì a superare il terzo turno preliminare di Coppa Campioni, clamorosamente eliminata dai modesti svedesi dell'Helsingborg, segnando di fatto l'esperienza nerazzurra di Lippi, terminata qualche settimana più tardi, dopo la famosa conferenza stampa in seguito alla clamorosa sconfitta, per i pronostici Serie A del "Granillo" contro la Reggina (2-1), alla prima di campionato del 1° ottobre.

*La foto di apertura dell'articolo è di Francesco Bellini (AP Photo).


 

May 18, 2020
Stefano Fonsato
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Stefano collabora da anni come giornalista freelance per il portale web di Eurosport Italia, per il quotidiano La Stampa e con la casa editrice NuiNui per la quale è stato coautore dei libri "I 100 momenti magici del calcio" e "I 100 momenti magici delle Olimpiadi".

E' amante delle storie, dei reportage e del giornalismo documentaristico, ma il suo "pallino" resta, su tutti, il calcio d'Oltremanica.

 

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