Laurent Blanc | Blanc allenatore | Blanc calciatore

Da quando la marcatura a zona ha preso piede nel calcio mondiale, il ruolo del libero è andato progressivamente scomparendo. Certo, c’è comunque stato qualche caso di squadra che giocando un calcio molto…vecchio stile è riuscita a trionfare, come la Grecia nel pazzesco europeo 2004.

Gli inizi del Blanc calciatore

Blanc tra Ligue 1, A, Premier e Liga

Laurent Blanc con i Blues

Il Manager Blanc

Ma guardando al pallone degli ultimi vent’anni, è evidente come di calciatori che giochino qualche metro dietro dei compagni di reparto, gestendo la difesa e facendo ripartire la manovra, non ce ne siano più. Il ruolo è stato assorbito dalle nuove tipologie di difensori centrali e di liberi veri e propri non se ne vedono. L’ultimo di una grande scuola, dunque, resta il francese Laurent Blanc.

Gli inizi del Blanc calciatore

Nato nel 1965 ad Alès, Blanc comincia la sua lunga e vincente carriera nel 1983 al Montpellier, ma non in difesa. Il francese nasce infatti come centrocampista offensivo, che grazie a un fisico imponente riesce a trovare con facilità la via della rete nella Seconda Divisione transalpina. Anzi, la squadra dell’Occitania viene promossa in Ligue 1 nel 1987 grazie all’importantissimo contributo di Blanc, che segna 16 gol in campionato e 20 in tutte le competizioni.

La prima stagione nella massima serie è funestata da un infortunio alla gamba, che però non gli impedisce di diventare campione d’Europa Under-21 con la nazionale. Ma al ritorno da quello stop, la carriera di Blanc cambia radicalmente. L’ex allenatore Mezy, ora diventato direttore tecnico del Montpellier, gli consiglia di perdere qualche chilo, ma soprattutto di arretrare il suo raggio d’azione.

Con i suoi mezzi fisici, il francese può diventare un libero perfetto. E infatti va così, con Blanc che nelle sue ultime tre stagioni allo Stade de la Mosson gioca proprio dietro la linea degli altri difensori. Non che offensivamente i suoi numeri cambino troppo, perché arrivano 48 reti in tre anni. E sorprende ma non troppo pensare che Blanc sia tuttora il miglior marcatore della storia del Montpellier, con 84 gol, tra cui quello che vale la vittoria della Coppa di Francia nel 1990.

Blanc tra Ligue 1, A, Premier e Liga

Nel 1991 il difensore tenta l’avventura in Serie A, firmando con il Napoli. Nonostante ottime prestazioni, il francese decide di tornare in patria dopo appena una stagione, prima accettando l’offerta di un prestito al Nimes e poi venendo ceduto definitivamente al Saint-Etienne.

La permanenza in Ligue 1 dura fino al 1996, quando Blanc, che nel frattempo era passato all’Auxerre con cui vince campionato e coppa di Francia, viene acquistato addirittura dal Barcellona. Anche in Liga però l’esperienza dura poco, appena una stagione in cui il club però porta a casa la Copa del Rey e anche la Coppa delle Coppe.

L’anno dopo, il difensore è di nuovo in patria, stavolta con la maglia dell’Olympique Marsiglia, dove dimostra di non aver ancora perso la confidenza con il gol, segnando 16 gol in due stagioni.

L’Italia però è di nuovo nel suo destino: lo vuole Marcello Lippi all’Inter, dove Blanc resta due anni, nonostante il tecnico viareggino venga esonerato dopo poche partite dalla società nerazzurra. Per chiudere in bellezza una carriera importantissima, Blanc vola verso Manchester, sponda United. Sir Alex Ferguson, orfano di Stam, gli regala un canto del cigno importantissimo, con 75 partite e “solo” 4 reti, la vittoria della Premier League e l’addio al calcio nel 2003, a vent’anni dall’esordio, con i festeggiamenti per il campionato inglese.

Laurent Blanc con i Blues

Ma è impossibile analizzare la carriera da calciatore di Blanc senza parlare dell’esperienza in nazionale. Le prime presenze arrivano a fine anni Ottanta e inizio anni Novanta, un periodo non esattamente florido per i Bleus, che saltano entrambi i mondiali del 1990 e del 1994. Non possono però saltare quelli del 1998, visto che si disputano proprio oltralpe.

Già durante Euro ’96, quando la Francia si ferma in semifinale, Blanc ha indossato la fascia di capitano e nelle gerarchie del CT Jacquet è il numero due, dietro Deschamps. Nella Coppa del Mondo casalinga, il difensore si fa notare per il bacio portafortuna alla testa del portiere Barthez e gioca benissimo, segnando anche il Golden gol contro il Paraguay che vale l'accesso ai quarti di finale e stoppa il live scommesse.

Il gol di Blanc al Paraguay negli ottavi fi Francia '98

Il suo mondiale però termina al minuto 74 della seminale con la Croazia, quando Blanc riceve un cartellino rosso.

Niente finalissima, seppure con la gioia di poter alzare il trofeo. E nonostante abbia quasi compiuto 35 anni, il nuovo CT Lemerre lo porta anche agli Europei. Per Blanc arriva il secondo titolo con la nazionale, stavolta giocando la finale contro l’Italia da titolare. Per lui in totale con la Francia 97 presenze e ben 16 reti, compresa una doppietta nelle qualificazioni mondiali del 1994.

Il Manager Blanc

Per un leader in campo, la panchina sembra lo sbocco logico, ma ci vuole un po’ prima che Blanc decida di diventare allenatore. Ma quando lo fa, le cose gli vanno molto bene. Nella stagione 2007/08 prende la guida del Bordeaux, che porta immediatamente al secondo posto in Ligue 1 dietro all’imbattibile Lione. Va ancora meglio nella stagione successiva, perché i Girondini vincono il titolo nazionale, la Coppa di Lega e la Supercoppa di Francia. Supercoppa che è anche l’unico trofeo della stagione 2009/10, terminata dal Bordeaux al sesto posto.

Il contratto quadriennale che lo lega al club viene sciolto, anche perché nel luglio 2010 per Blanc arriva il posto da CT della nazionale. L’esperienza non è per nulla positiva, un po’ per problemi di campo e un po’ per questioni che esulano dal terreno di gioco. Di certo l’eliminazione, con uno 2-0 subito dalle Furie Rosse favorite per le quote calcio, ai quarti di finale agli Europei 2012 non aiuta, così come le polemiche che si creano attorno alla presenza in nazionale di calciatori naturalizzati francesi.

Nel 2011 il CT finisce nel bel mezzo della questione delle cosiddette “quote etniche” all’interno dei vivai federali, che causa parecchi scontri anche con ex compagni campioni del mondo e che alla fine rappresenta uno dei motivi dell’addio alla panchina della nazionale.

Ad attenderlo, dopo un anno di stop, c’è il Paris Saint-Germain degli sceicchi. Alla guida del PSG, l’ex difensore non fallisce un colpo in Francia, vincendo tre volte il campionato, due la coppa nazionale, tre la coppa di lega e tre la supercoppa.

Blanc con David Luiz!

Ma la proprietà vuole la Champions League e in Europa le cose non vanno benissimo, con tre eliminazioni ai quarti di finale e quindi nel giugno 2016 Blanc viene esonerato con una buona uscita record

È l’inizio di un lungo periodo di stop, terminato solo a fine 2020 con l’ingaggio da parte del club qatariota dell’Al-Rayyan, anch’esso di proprietà della famiglia reale del Qatar come il PSG. Al momento però le cose non vanno benissimo per Blanc nel Golfo Persico. E chissà se è solo questione di togliersi di dosso la ruggine di quasi cinque anni ai box…

Blanc, ottimo comunicatore

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo.
 

November 15, 2021
Ermanno Pansa
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Ermanno è un grande appassionato di sport, in particolare del calcio, vissuto a 360°: come professionista e come tifoso. Ha seguito tutte le fasi finali delle manifestazioni internazionali degli ultimi 15 anni, Mondiali ed Europei.

Amante degli incontri ricchi di gol, collabora quotidianamente con il blog di 888sport, per il quale rappresenta una costante fonte di idee.

 

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Formazione Liverpool | Formazione Liverpool 2022 | Giocatori Liverpool

Dopo una stagione complicata, soprattutto a causa degli infortuni, il Liverpool torna a fare la voce grossa sia in Inghilterra che in Europa. La vittoria del campionato inglese dopo trent’anni (e la prima da quando c’è la Premier League) e la Champions della stagione precedente sembravano far pensare all’apertura di un ciclo.

I portieri dei Reds

La difesa di Klopp

I centrocampisti del Liverpool

Salah e gli altri: l'attacco atomico

Il 2020/21 è stato però a ostacoli per la squadra di Klopp, che ha salvato il salvabile qualificandosi all’Europa che conta e lavorando per la stagione successiva. E i risultati stanno dando ragione ai Reds, che si sono presentati al 2021/22 con una rosa alquanto competitiva, insieme al Chelsea, unici rivali credibili della formazione del City!

I portieri dei Reds

In porta, neanche a dirlo, c’è una sicurezza. Alisson Becker, vincitore del primo Premio Yashin, è certamente tra i migliori estremi difensori al mondo. Il brasiliano ha subito un leggero periodo di appannamento nella scorsa stagione, anche a causa di qualche infortunio, ma è di nuovo tornato ai suoi altissimi livelli. E dietro di lui ci sono ben tre colleghi pronti a sostituirlo.

Il portiere brasiliano del Liverpool!

Lo spagnolo Adrian, eroe della supercoppa europea 2019, l’irlandese Caoimhin Kelleher, che è già stato provato da Klopp per il futuro in partite di coppa, e addirittura il tedesco Loris Karius, tornato dal prestito all’Union Berlin e ancora sotto contratto con i Reds, con cui però non gioca, naturalmente, una partita dalla sfortunata notte di Kiev nella finale di Champions League contro il Real Madrid.

La difesa di Klopp

Al lato della difesa del suo classico 4-3-3, Klopp è in una botte di ferro. I due terzini titolari del Liverpool sono infatti considerati tra i migliori al mondo nel proprio ruolo. A destra c’è Trent Alexander-Arnold, che a 23 anni appena compiuti è già un veterano che ha vinto tutto e da protagonista.

L’esterno dal piede fatato (è stato principe degli assist in Premier), che il tecnico può anche permettersi di schierare a centrocampo, è certamente una delle stelle della squadra. Così come lo è il suo dirimpettaio Andew Robertson. Una decina di anni fa, lo scozzese cercava squadra sui social, ma da quando è arrivato a Liverpool è diventato insostituibile e fondamentale per gli equilibri, visto che la sua corsa sembra davvero inesauribile.

A coprire le assenze dei due ci sono rispettivamente Neco Williams, gallese prodotto delle giovanili del club, e il greco Kostas Tsimikas, che però trovano poco spazio perché i colleghi titolari difficilmente saltano una partita…

Dopo una stagione disastrosa in quanto a infortuni nel ruolo che sono costati tante, tante sconfitte impreviste per le scommesse Premier League, il Liverpool ora si ritrova ben cinque difensori centrali in rosa. Il più celebre è ovviamente Virgil van Dijk, la cui assenza per la rottura del legamento crociato ha pesato tantissimo.

Virgil van Dijk

L’olandese, che nel 2019 è andato vicinissimo al Pallone d’Oro, è la roccia della difesa di Klopp e da quando è tornato Alisson e soci sono molto più tranquilli.

Per decidere chi schierargli accanto, il tecnico ha l’imbarazzo della scelta. Il titolare dovrebbe comunque essere l’inglese Joe Gomez, anche lui a lungo assente nella scorsa stagione, ma il rientro è ancora molto graduale. Ha giocato parecchio finora il camerunese Joel Matip, che l’anno scorso si è caricato il reparto sulle spalle, mentre Klopp sta inserendo con molta attenzione il francese Ibrahima Konatè, acquistato dal Lipsia per 40 milioni di euro e che in futuro dovrebbe rappresentare l’altra metà della coppia titolare.

E infine c’è Nate Phillips, prodotto del vivaio, come quinto centrale in rosa.

I centrocampisti del Liverpool

Il centrocampo a tre del Liverpool è stato uno dei segreti delle vittorie dei Reds negli anni. Il trio titolare è quello composto da Fabinho, Jordan Henderson e Thiago Alcantara. Il brasiliano, dopo un anno passato a fare la spola col centro della difesa, ha ripreso il suo posto davanti ai compagni e gli equilibri della squadra ringraziano, visto il suo inesauribile lavoro come frangiflutti. Henderson è il riferimento in campo del tecnico, il centrocampista e capitano che organizza la squadra e che ripulisce palloni pericolosi permettendo la transizione.

Thiago, dopo una prima annata tra luci e ombre, mette a disposizione il suo talento sia in fase di rifinitura che nell’inserimento personale, non facendo certo rimpiangere l’addio di Wijnaldum. Ma anche in panchina le possibilità di Klopp sono quasi infinite.

Alex Oxlade-Chamberlain, centrocampista dello scacchiere di Klopp!

Con Thiago ai box, il tedesco ha recuperato Naby Keita, che è finalmente tornato ai livelli di quando dominava la Bundesliga nel centrocampo del Lipsia. Alex Oxlade-Chamberlain è il jolly che può ricoprire un po’ tutte le posizioni, mentre Curtis Jones, ennesimo prodotto delle giovanili, è un talento classe 2001 che si sta prendendo sempre più spazio. Impossibile poi dimenticare l’eterno James Milner, che a dispetto dei suoi 37 anni è sempre una sicurezza per i compagni, sia in campo che all’interno dello spogliatoio.

Salah e gli altri: l'attacco atomico

Ma se si pensa al punto forte del Liverpool, impossibile non farsi venire in mente il tridente d’oro di Klopp. A destra c’è Mohamed Salah, che in questo 2021 è tornato in una forma strepitosa, candidandosi al Pallone d’Oro e superando il record di Drogba come miglior marcatore africano della storia della Premier League. Da quando è arrivato a Liverpool, l’egiziano si è scoperto goleador implacabile e spesso è l’ago della bilancia nelle partite più complicate.

Sadio Manè con Salah!

Dall’altra parte Klopp non potrebbe mai fare a meno di Sadio Manè, che rispetto al collega di reparto è forse meno prolifico, ma certamente più utile tatticamente. Anche lui, nonostante non sia un bomber vero e proprio, ha però superato lo scoglio delle 100 marcature in Premier proprio in questa stagione. Il centravanti, in realtà, centravanti non è.

Robert Firmino, per tutti Bobby, è un perfetto falso nueve che gioca al servizio dei due compagni di reparto, ma non disdegna match in cui finalizzare lui, regalando spesso marcature multiple. In panchina, ma non troppo, c’è il portoghese Diogo Jota, che è l’alter ego di Firmino ma che può anche andare a sostituire uno tra Salah e Manè.

E pur non avendo la prolificità dei due africani, il lusitano è un’opzione tattica interessante anche sull’esterno. Le altre alternative sono lo sfortunato Harvey Elliott, talento cresciuto nel vivaio che si è gravemente infortunato a settembre, e il giapponese Takumi Minamino, che Klopp adora ma che non riesce quasi mai a schierare, visto che i tre del tridente sono quasi impossibili da tenere a riposo.

E si chiude con Divock Origi, l’uomo dei gol pesanti, compreso il punto che ha stoppato le scommesse live nella finale di Madrid. Il belga, dopo anni complicati, sta trovando di nuovo minuti di gioco e ripaga quasi sempre la fiducia di Klopp con prestazioni importanti per la squadra e con gol a volte incredibili. Del resto, in uno squadrone come quello dei Reds, persino le riserve devono essere molto speciali…

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo. Prima pubblicazione 15 novembre 2021.

December 23, 2021
Ermanno Pansa
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Ermanno è un grande appassionato di sport, in particolare del calcio, vissuto a 360°: come professionista e come tifoso. Ha seguito tutte le fasi finali delle manifestazioni internazionali degli ultimi 15 anni, Mondiali ed Europei.

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Con il rinnovo, Theo diventa il numero 1 a Milanello!

Se esistesse un premio da assegnare alla squadra che è più migliorata nell’ultimo periodo, sarebbe difficile non attribuirlo al Milan. Un paio di stagioni fa il Diavolo era in un momento molto complicato, con un progetto tecnico, quello legato a Marco Giampaolo, fallito dopo una manciata di mesi.

Theo è il più pagato al Milan

Tra i 3 ed i 2 milioni di euro di ingaggio

Il rinnovo di Ibra

Il contratto del gioiellino Brahim Diaz

Poi però è arrivato Stefano Pioli, che ha rivoluzionato la squadra in campo e nella testa. E nonostante nelle ultime sessioni di mercato siano arrivati addii importanti, quelli di Gigio Donnarumma e di Hakan Calhanoglu nel 2021 e quelli di Franck Kessie e Alessio Romagnoli, tutti via a parametro zero, lo società rossonera è riuscita a sostituire a dovere i partenti, arrivando a vincere il tricolore nella stagione 2021/22 e candidandosi al bis in quella successiva.

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Theo è il più pagato al Milan

Ma soprattutto, il club ha anche saputo mantenere una gestione particolarmente virtuosa, come dimostrano gli ingaggi che il Milan deve pagare ai suoi calciatori nella stagione 2022/23. Il calciatore che guadagna di più infatti è Theo Hernandez, primo marcatore stagionale con il rigore trasformato contro l'Udinese per le quote serie A, che ha visto le sue ottime prestazioni ricompensate da un rinnovo fino al 2026 con uno stipendio di 4 milioni.

Hernandez al tiro!

Lo stesso di Divock Origi, arrivato a parametro zero dal Liverpool, anche lui legato al club fino al 2026. Per chiudere il podio si scende a 3,5 milioni di euro a stagione.

A guadagnarli al Milan ci sono il croato Ante Rebic, il francese Olivier Giroud e l’insostituibile difensore inglese Fikayo Tomori. I calciatori a disposizione di Pioli vengono da situazioni totalmente diverse, ma hanno in comune l’ingaggio netto.

Non la durata del contratto, però, visto che Rebic ha un accordo fino al 2025, il Campione del Mondo 2018 nel 2021 ha firmato un biennale che lo lega al club fino al 2023 e il britannico ha appena rinnovato il suo contratto fino al 2027.

Guadagnerà 2,5 milioni di euro anche Sandro Tonali, dopo il rinnovo quinquennale siglato a settembre!

Tra i 3 ed i 2 milioni di euro di ingaggio

Nella fascia compresa tra i due e i tre milioni di euro netti a stagione c’è parecchio…affollamento. Ad aprirla Mike Maignan. Il portiere francese è arrivato al Milan con l’ingrato compito di non far rimpiangere Gigio Donnarumma, ma non ha certo fallito il compito. Con lui il Milan ha pensato di cautelarsi, con un accordo fino al 2026 da 2,8 milioni di euro a stagione.

Assai più di breve durata l’accordo con Tiemouè Bakayoko. Il centrocampista ivoriano guadagna infatti 2,5 milioni fino al 2023, quando terminerà il prestito biennale dal Chelsea e bisognerà decidere del suo futuro. A proposito di futuro, a 2,2 milioni a stagione c’è il belga Charles De Ketelaere, che ha sottoscritto un accordo a lunga durata: per lui contratto fino al 2027.

La rosa dei portieri francesi


A 2 milioni c’è un terzetto abbastanza variegato. In primis il capitano, Davide Calabria. Il difensore  venuto dal vivaio è un elemento fondamentale per il club e il suo accordo fino al 2025 lo dimostra ampiamente.

Sulla stessa cifra c’è anche il portoghese Rafael Leao, tra le scommesse decisamente vinte dai rossoneri, che per ora lo dovrebbero pagare relativamente poco fino al 2024. Ma anche nel suo caso si pensa al rinnovo, viste le sirene delle big.

E a chiudere c’è anche l'infortunato Alessandro Florenzi, che si è trasferito definitivamente in rossonero firmando un contratto fino al 2025.

Il rinnovo di Ibra

Che il Milan stia spendendo bene, però, lo dimostra anche la fascia di ingaggi successiva. Alcuni dei calciatori che stanno rendendo di più hanno infatti un ingaggio netto compreso tra il milione e il milione e mezzo netto a stagione. A 1,5 milioni all’anno c’è Ismael Bennacer: l’algerino si è accordato con il club fino al 2024.

Arrivo di Pioli a parte, è innegabile che il salto di qualità, anche nelle quote serie A, il Milan l’abbia fatto con il ritorno a San Siro di un certo Zlatan Ibrahimovic.

E quindi è totalmente normale che lo svedese, nonostante gli anni che passano, abbia ancora un contratto importante. Per lui ci sono 1,4 milioni di euro netti all’anno fino a giugno 2023. Poi…si vedrà perché con Ibra mai dire mai e la “pensione” calcistica, nonostante l’infortunio che lo terrà fermo a lungo, non sembra ancora vicina. 

A confermare la bontà del lavoro del club, però, c’è sicuramente il terzetto che guadagna 1,2 milioni di euro all’anno e che al momento è la spina dorsale della squadra: Sandro Tonali, prima del rinnovo, Ciprian Tatarusanu e Simon Kjaer. L’ex Brescia, sotto contratto fino al 2026, si è addirittura decurtato l’ingaggio pur di rimanere al Milan e sta ripagando il club a suon di prestazioni maiuscole.

Il portiere romeno (scadenza 2023) invece ha avuto il gravoso compito di sostituire Maignan quando il francese si è infortunato e lo ha fatto benissimo. Per non parlare del difensore danese, vera colonna del reparto arretrato, che fino al 2024 resterà l’angelo custode della retroguardia rossonera.

A 1,1 milioni a stagione c’è Rade Krunic, con un accordo col club fino al 2024, mentre a un milione ci sono il tuttocampista belga Alexis Saelemaekers (contratto fino al 2026), Junior Messias (scadenza 2024), Fodè Ballo-Tourè (che ha un accordo fino al 2025) e il rientrante Tommaso Pobega (sotto contratto fino al 2027).

Il contratto del gioiellino Brahim Diaz

Resta ancora un mistero lo stipendio del nuovo arrivato Yacine Adli. Il trequartista francese ha firmato un contratto fino al 2027 e il suo ingaggio dovrebbe aggirarsi sugli 800mila euro a stagione. Ultimi, ma non certo meno utili, calciatori che comunque Pioli sta decisamente valorizzando.

Come Antonio Mirante, arrivato in fretta e furia dopo l’infortunio di Maignan con un contratto fino a giugno 2023 da circa 700mila euro a stagione. O Pierre Kalulu, che fa fruttare parecchio i 600mila euro all’anno che il Milan gli versa fino al 2025. O ancora Matteo Gabbia, cresciuto nelle giovanili, che guadagna come il francese ed è sotto contratto fino al 2024. Tra i meno costosi c’è lo spagnolo Brahim Diaz, che riceve appena 500mila euro a stagione fino al 2023.

Il promettente trequartista spagnolo Diaz

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo. Prima pubblicazione 15 novembre 2021.

 
September 9, 2022
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Francesco vive di sport, di storia e di storie di sport. Dai Giochi Olimpici antichi a quelli moderni, dalle corse dei carri a Bisanzio all'Olanda di Cruijff, se c'è competizione o si tiene un punteggio, lui si appassiona sempre e spesso e volentieri ne scrive.

Formazione Manchester City | formazione manchester city 2022 | giocatori manchester city

Con oltre un miliardo di euro speso da quando c’è in panchina Pep Guardiola, il Manchester City è certamente una delle squadre più ricche, con gli stipendi più alti e con la rosa di maggior valore nel mondo del calcio. E a parte il fatto che la Champions League continua a essere una chimera, nonostante la finale raggiunta per la prima volta nella scorsa stagione (ma persa contro il Chelsea), c’è da dire che il tecnico catalano sta decisamente raggiungendo i risultati richiesti.

I portieri del City

La difesa di qualità di Guardiola

Che scelte a centrocampo per il City

Gli attaccanti del Manchester City

Guardando ai calciatori che ha a disposizione, verrebbe anche da dire che è quasi…semplice. Il Manchester City ha alternative importantissime in (quasi) ogni ruolo, il che permette a Guardiola di non snaturare i suoi principi di gioco anche quando mancano pedine che per ogni squadra al mondo sarebbero fondamentali.

I portieri del City

In porta il City ha una sicurezza di nome Ederson. Quando il club di Manchester ha ricoperto d’oro (40 milioni di euro) il Benfica per averlo, molti hanno storto il naso. Errore, perché il verdeoro non solo è incredibile tra i pali, ma è forse anche il miglior portiere al mondo quando si tratta di giocare con i piedi, caratteristica che Guardiola considera fondamentale.

Il…libero del City è l’ultimo uomo in difesa e il primo in attacco, come dimostrano i suoi lunghissimi rilanci che a volte diventano addirittura assist. Ci manca soltanto che Pep gli faccia tirare i rigori (e il portiere lo ha chiesto più volte) e che al tabellino Ederson aggiunga anche i gol per trasformarsi in giocatore di movimento vero e proprio.

Dietro di lui c’è lo statunitense Zack Steffen, numero uno della nazionale a stelle e strisce, che però non trova molto spazio, avendo giocato 16 partite in due stagioni e mezza, principalmente nei primi turni delle coppe nazionali.

Zack Steffen, il portiere statunitense del City

Il terzo portiere è invece Scott Carson, vecchia conoscenza del club riportata all’Etihad in questa stagione come estremo difensore di esperienza.

La difesa di qualità di Guardiola

Sulle fasce difensive del suo 4-3-3, Guardiola ha un misto di certezze e…problemi. Le certezze sono i due terzini destri, Kyle Walker e Joao Cancelo. L’inglese ha superato lo scetticismo per il suo cartellino da quasi 60 milioni e si è adattato perfettamente al gioco di Guardiola, scoprendosi quasi tuttocampista e finendo addirittura in porta in una memorabile partita di Champions League contro l’Atalanta.

Walker portiere a San Siro

Il portoghese invece sta facendo di tutto per farsi rimpiangere dalla Juventus, che forse l’ha lasciato andare via con troppa leggerezza. Guardiola lo impiega ovunque e Cancelo ricambia la fiducia con gol, assist e prestazioni maiuscole, anche ora che spesso gioca dall’altro lato del campo. Già, perché a sinistra ci sono le spine di Pep.

La prima è l’ucraino Oleksandr Zinchenko, ormai terzino ma che nasce molto più offensivo. E si vede, perché spesso sono i suoi errori a costargli caro, al punto che il tecnico lo sta relegando in panchina sempre più spesso anche in assenza del collega di ruolo Benjamin Mendy. Che invece sta avendo problemi molto più seri, dato che attualmente è indisponibile perché in carcere in attesa di essere giudicato per le accuse di violenza sessuale che gli sono state rivolte da alcune ragazze all’inizio della stagione…

Meglio guardare al centro della difesa, dove invece brillano alcune stelle. In particolare quella del portoghese Ruben Dias, che è arrivato nella scorsa stagione e si è preso la squadra, al punto che Guardiola l’ha già inserito tra i capitani. Il centrale classe 1997 sarà anche costato parecchio (68 milioni), ma il premio come miglior calciatore della Premier della scorsa stagione segnala che sono stati soldi molto ben spesi.

Accanto a lui, il…miracolo di Guardiola. Quando è arrivato al City, il catalano si è ritrovato davanti John Stones, difensore roccioso ma non esattamente adatto al gioco di possesso. E invece, anni dopo, l’inglese è diventato un vero e proprio calciatore moderno, sorprendendo tutti e rendendosi totalmente indispensabile alla causa con i suoi gol e una capacità impensabile di gestire il pallone.

Anche i centrali di riserva comunque sono di livello altissimo. Il francese Aymeric Laporte è arrivato per prendere il posto di Stones, ma evidentemente dovrà impegnarsi di più per farlo, mentre l’olandese Nathan Akè vuole dimostrare al Chelsea che cederlo non è stata una buona idea. I due non giocano spessissimo, ma quando scendono in campo danno sempre un ottimo contributo.

Che scelte a centrocampo per il City

A centrocampo il City sembra avere poche opzioni, ma è…un miraggio. Nel 4-3-3 di Guardiola infatti molti calciatori offensivi possono ricoprire anche il ruolo di mezzala. La certezza però è che senza uno tra Rodri e Fernandinho non si gioca. I due mediani sono il punto d’equilibrio della squadra, come lo era Busquets al Barcellona del Triplete da favoriti per il sito scommesse.

Il brasiliano, capitano, ha ormai 36 anni e in questa stagione (l’ultima del suo contratto) ha finalmente ceduto il posto da titolare allo spagnolo, che sta dissipando ogni dubbio sulla bontà del suo calcio e si sta prendendo la mediana con prestazioni sempre più convincenti.

Rodri

Tra i centrocampisti si deve annoverare anche quello che forse è il miglior calciatore della rosa, il belga Kevin de Bruyne, l’uomo che dà un senso alle geometrie del City. A 30 anni appena compiuti l’ex Chelsea è a tutti gli effetti uno dei top player del calcio mondiale e sebbene la sua grandezza non sia riconosciuta ai livelli dei colleghi che giocano più avanti come Messi o Ronaldo, i numeri sono dalla sua parte. Così come il fatto che in sua assenza persino il City ha problemi.

Nel reparto c’è anche il tedesco Ilkay Gundogan, che ogni anno sembra partire indietro nelle gerarchie, ma che esattamente come fa in campo con i suoi inserimenti, in silenzio spunta sempre più spesso e finisce per prendersi il posto da titolare.

E poi…beh, poi c’è Phil Foden. Il gioiello delle giovanili, il calciatore che Guardiola non farebbe partire neanche per 500 milioni, uno che dal centrocampo in su può giocare ovunque (e che infatti Pep ha anche schierato da falso nueve). Per il talento di Stockport, appena ventunenne, questa è la stagione della consacrazione e la fiducia del tecnico viene costantemente giustificata da quello che l’inglese combina in campo.

Gli attaccanti del Manchester City

Andando in avanti, ci sono tanti altri calciatori che in teoria Guardiola può mettere ovunque, ma che vengono impiegati con più costanza nei tre ruoli offensivi.

Si parte con Bernardo Silva. Il portoghese, che nelle ultime stagioni sembrava essere sceso di livello, quest’anno è partito con il piede giusto e da possibile pedina di mercato è tornato a essere fondamentale nelle rotazioni. Chi, visto il cartellino, non può non esserlo è invece Jack Grealish.

Il nuovo numero 10 del City è il calciatore più pagato di sempre nella storia della Premier (117 milioni all’Aston Villa) e si sta pian piano adattando al gioco di Pep. Certo, per uno abituato a tenere il pallone al piede come l’inglese non è semplice, ma se il tecnico l’ha voluto con tanta insistenza, di certo ha visto qualcosa in lui.

Così come ha visto qualcosa nello spagnolo Ferran Torres, la vera rivelazione dell’ultimo periodo. L’esterno destro, che all’occorrenza ha fatto anche la prima punta, è diventato un fedelissimo dell’allenatore ed è totalmente esploso, al punto da guadagnarsi la nazionale giocando, come Sterling, anche un Europeo e una Nations League da protagonista.

Sterling, soprattutto in Champions, difficilmente gioca novanta minuti e la sua forma è lontanissima da quella di qualche anno fa, quando l’esterno segnava con costanza e offriva assist ai compagni. Meglio il contributo di Riyad Mahrez, che nonostante non sia più inamovibile è comunque una certezza e quando viene spedito in campo entra spesso e volentieri nel tabellino che fa fede per le scommesse live.

Un meraviglioso scatto di Gabriel Jesus!

Per chiudere, una domanda retorica: ma questa squadra un centravanti vero ce l’ha? Sì ed è Gabriel Jesus. Ma se il brasiliano contava di giocare di più dopo l’addio di Aguero, ha capito male. Guardiola preferisce infatti schierare un falso nueve, alternando in quel ruolo i tanti calciatori di talento che possono ricoprirlo. E il verdeoro resta esattamente quello che era quando c’era ancora il Kun: una riserva di assoluto valore. Il che riassume perfettamente la situazione del Manchester City…
 

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo. Prima pubblicazione 14 novembre 2021.

December 23, 2021
Ermanno Pansa
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Ermanno è un grande appassionato di sport, in particolare del calcio, vissuto a 360°: come professionista e come tifoso. Ha seguito tutte le fasi finali delle manifestazioni internazionali degli ultimi 15 anni, Mondiali ed Europei.

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Haaland supera KDB sul podio degli ingaggi del City!

Da quando Pep Guardiola si è seduto sulla panchina del Manchester City, il club di proprietà di un fondo degli Emirati Arabi Uniti ha fatto ulteriormente il salto di qualità. 

La formazione del City studiata dal catalano ha portato finora in dote, oltre l'inedita Champions 2023, cinque titoli di campione d’Inghilterra, gli ultimi tre consecutivi, quattro coppe di lega, due FA Cup, l'ultima nell'inedito derby in finale contro lo United e due Community Shield.

Il podio dei più pagati dal City

Grealish guida la classifica degli umani

6 milioni per Kyle Walker

Lo stipendio di Foden

E soprattutto, all’Etihad sono arrivati fior di campioni per cifre impressionanti, come i 117 milioni di euro versati per Grealish all’Aston Villa nella scorsa stagione o i 60 ricevuti dal Borussia Dortmund per Erling Braut Haaland.

Da manager del City, Guardiola ha speso finora oltre un miliardo di euro. Ma i cartellini non sono l’unico costo importante per il club, che anche quando deve pagare gli stipendi deve fare uno sforzo che per tantissime altre società sarebbe quasi improponibile.

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Il podio dei più pagati dal City

Il calciatore che guadagna di più al City è appunto il nuovo arrivato Haaland. Il club inglese avrà anche risparmiato sul cartellino, visto che la clausola rescissoria ha permesso ai Citizens di pagare il norvegese solo 60 milioni, ma sullo stipendio c’è stato poco da fare.

Per il centravanti il contratto è fino al 2027 e parla di 30 milioni di euro a stagione. Mica male per un ventiduenne!

Con il contratto monstre di Haaland, perde il suo primo posto il belga Kevin de Bruyne, che nella scorsa stagione ha firmato il rinnovo di contratto fino al 2025 con modalità perlomeno particolari.

Il centrocampista ha infatti gestito da sé la trattativa, attraverso una serie di statistiche ricavate dai data-analyst per mostrare la sua importanza nello scacchiere tattico di Guardiola e per giustificare le sue richieste da leader assoluto dei favoriti seriali anche per la Premier League 2023/2024 delle quote calcio!

E il club ha preso molto sul serio gli argomenti del belga, considerando che per lui è arrivato un accordo da quasi 25 milioni di euro a stagione.

Partito Sterling, chiude il podio uno dei senatori del club, il difensore John Stones. L’inglese, che ha un accordo con il club che scade nel 2026, guadagna circa 15 milioni di euro ogni anno.

L'esultanza di Sterling!

Grealish guida la classifica degli umani

Dove si inserisce, invece, l’acquisto record Grealish in questa speciale classifica? L’ex calciatore dell’Aston Villa, arrivato nel 2021 dopo che il City ha stabilito il record di spesa della storia della Premier League, deve accontentarsi della medaglia di legno.

L’accordo firmato nell’estate 2021, che durerà fino al 2027, prevede per il ragazzo di Birmingham uno stipendio annuale di poco superiore ai 14 milioni di euro. Per lui comunque c’è la soddisfazione di essere l’ultimo dei quattro calciatori del club che superano la soglia dei 10 milioni di sterline.

Il successivo infatti è il portoghese Bernardo Silva, che guadagnerà poco più di nove milioni di euro grazie a un accordo a lunga scadenza, considerato che l’ultimo rinnovo lo ha legato al City fino al 2025. Stessa cifra anche per un nuovo arrivo, l’inglese Kalvin Phillips. Per l’ex gioiellino del Leeds United c’è un accordo lunghissimo, fino al 2028.

Poco più basso lo stipendio di un altro senatore della squadra, Ilkay Gundogan. Il tedesco, straordinario specialista dei calci piazzati e sempre ottima opzione come marcatore, ha un contratto da poco più di 8 milioni di euro a stagione fino al 2023.

Il capitano del City

Scendendo ancora, arrivano gli altri. Per lo spagnolo Rodri, che si è preso l’eredità di Fernandinho, il City ha sborsato 80 milioni di euro e ne paga circa 9 a stagione al centrocampista, il cui contratto attuale scade nel 2027.

Un anno in più (2025) per Aymeric Laporte, che ha giocato anche con la maglia della Spagna. Per il difensore centrale lo stipendio annuale è simile a quello del connazionale, 7 milioni di euro. Sulle stesse cifre c’è anche Riyad Mahrez, che invece ha un accordo con il City che scade nel 2025 dopo il rinnovo firmato qualche tempo fa.

Nessun problema di carta d'identità invece per Ruben Dias, arrivato tre anni fa dal Benfica e già un punto fermo della squadra di Guardiola. Per il portoghese è addirittura già arrivato il primo rinnovo, firmato nel 2021, che lo lega al Manchester City fino al 2027 e che gli permette di guadagnare poco meno di 7 milioni di euro a stagione. 

6 milioni per Kyle Walker

Rimanendo in difesa, supera di poco i 6 milioni il contratto del terzino Kyle Walker, che ha un accordo con la società fino al 2024. Scade invece nel 2025 il contratto di Nathan Ake: per l’olandese il club di Manchester spende circa 5,5 milioni di euro ogni anno.

Kyle Walker

Incredibile, ma vero, alla lista mancano ancora calciatori che per Guardiola e per il City sono fondamentali. E c’è anche un problema non da poco, quello che coinvolge Benjamin Mendy.

Per il terzino francese la situazione contrattuale parla di 5 milioni di euro a stagione fino al 2023, ma ci sono le accuse di violenza sessuale che lo hanno portato in carcere a preoccupare il club. A un occhio attento, però, sfuggono ancora dei nomi che invece Guardiola schiera con una certa continuità.

Tra i meno pagati del City, infatti, spuntano calciatori che in campo sono spesso fondamentali. A partire dal portiere Ederson, che guadagna poco meno di 4 milioni di euro a stagione e ha un contratto fino al 2026. Per non parlare del nuovo arrivo Manuel Akanji: lo svizzero, che il City si è assicurato a parametro zero, ha un accordo fino al 2027 da 4 milioni a stagione.

Stessa scadenza per un fresco campione del mondo, ovvero Julian Alvarez. L’argentino ha un contratto da 3 milioni di euro a stagione e anche lui dovrebbe rimanere fino al 2027 all’Etihad.

Lo stipendio di Foden


Assurdo poi pensare che fino a qualche mese fa uno dei meno pagati della rosa registrata per la Premier fosse uno dei titolari al City. Ma è arrivato il primo rinnovo al rialzo per Phil Foden.

L’inglese, la nuova stella del calcio di Sua Maestà, è il pupillo di Guardiola, che certamente ha fatto pressioni sulla società (ammesso che servissero) per proporre un nuovo accordo al calciatore.

Foden in gol contro il Southampton!

Quello precedente, che scadeva nel 2024, faceva guadagnare al centrocampista poco meno di 2 milioni a stagione. Le ultime indicazioni su quello firmato a ottobre 2022 parlano invece di un contratto quasi quadruplicato, da oltre 7 milioni a stagione, che porta il trequartista a raggiungere compagni molto meglio pagati.

Il futuro, forse, che spetterà anche a Rico Lewis e Cole Palmer, entrambi giovanissimi, ma già usati con regolarità da Guardiola nelle rotazioni. Per loro gli stipendi sono ancora particolarmente “umani”. Ma l’impressione è che a breve anche loro potranno avvicinarsi ai colleghi…

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo. Prima pubblicazione 14 novembre 2021.

June 10, 2023
Ermanno Pansa
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Ermanno è un grande appassionato di sport, in particolare del calcio, vissuto a 360°: come professionista e come tifoso. Ha seguito tutte le fasi finali delle manifestazioni internazionali degli ultimi 15 anni, Mondiali ed Europei.

Amante degli incontri ricchi di gol, collabora quotidianamente con il blog di 888sport, per il quale rappresenta una costante fonte di idee.

 

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Il colpo Cheddira e l'ambiziosa rosa del Bari!

Quando si parla di nobili decadute del calcio italiano, impossibile non pensare al Bari. La società pugliese ha un bacino di tifosi enorme e fedelissimo, un impianto forse obsoleto ma capiente come il San Nicola (e quando la squadra va bene, da quelle parti sono capaci di riempirlo) e una proprietà ambiziosa che fa capo al presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis.  

Tra playoff ed allenatori

Investimenti importanti in un momento delicato

Antenucci il più pagato del Bari e della C

Quanto vale Cheddira

Gli stipendi di Caprile, Folorunsho ed Esposito

Il rebus delle multiproprietà

Il progetto vincente del Bari

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In teoria, ci sarebbero tutte le carte in regola per raccontare una storia di riscatto, del ritorno del Bari dal baratro del fallimento del 2018 nelle categorie che più competono ai biancorossi.

E invece, dopo la promozione dalla Serie D nella stagione 2018/19, il club ha vinto la Serie C solo alla terza stagione. E non sarebbe neanche un problema, se nel frattempo non ci fossero state spese…da grande calcio,

Tra playoff ed allenatori

Già, perché De Laurentiis e suo figlio Luigi, presidente del Bari, hanno fatto le cose in grande per cercare di riportare subito il club tra le grandi, ma le cose non sono decisamente andate come preventivato. 

Particolarmente dolorosa è stata la sconfitta nella finale della stagione 2019/20 contro la Reggiana, ma anche l’inattesa, per le quote calcio, eliminazione del maggio 2021 per mano del Feralpisalò è stata un brutto colpo. E a dimostrare che la situazione è stata parecchio complicata c’è anche il numero degli allenatori che De Laurentiis ha portato sulla panchina del San Nicola da quando è alla guida della società.

Michele Mignani, che alla fine ha portato il Bari in B vincendo il suo girone di Serie C, è infatti il quinto della nuova gestione, considerando che Cornacchini ha vinto la D ma è durato poco in C, Vivarini ha pagato la finale playoff persa e che Auteri è stato prima sostituito da Carrera, poi reintegrato e di nuovo lasciato andare.

Michele Mignani, bandiera anche del Siena!

Investimenti importanti in un momento delicato

Il problema vero però è che gli investimenti del club, ben superiori agli ingaggi medi della Serie C, si sono scontrati con la crisi generale che lo sport italiano ha vissuto negli ultimi anni.

E di investimenti ne sono stati fatti tanti, soprattutto sul parco giocatori. Una girandola infinita che, assieme a quella degli allenatori, non ha certo reso le cose più semplici ai biancorossi.

E che non è per nulla costata poco, visto che tra cartellini e ingaggi la società, secondo la Gazzetta dello Sport, in poco più di tre anni ha speso più di 20 milioni di euro. Non esattamente cifre da Serie C, anzi, che probabilmente avrebbero garantito la tranquilla sopravvivenza di una squadra di B.

Antenucci il più pagato del Bari

In particolare, i costi maggiori sono stati quelli degli ingaggi. Il caso più lampante è quello che riguarda Mirco Antenucci, ormai ex Paperone della Serie C. Quando nella stagione 2019/20 il Bari ha comprato il centravanti, l’obiettivo era tanto semplice quanto complicato: salire subito in B, rendendo quella della Serie C una breve parentesi.

Per farlo, De Laurentiis ha preso a parametro zero l’esperto centravanti della SPAL, ma gli ha offerto un contratto che non collimava decisamente con la categoria: 1,5 milioni di euro per due stagioni, una cifra che neanche qualche collega nella divisione cadetta forse vede.

Antenucci il suo sottoporta continua a farlo eccome ed è sempre un'ottima opzione di marcatore per le scommesse calcio, ma in maniera minore. Il rinnovo nella scorsa estate ha visto una firma fino al 2023, ma a cifre più basse di quelle percepite in C.

Ma che comunque, da quanto spiega il portale specializzato Capology, lo rendono in ogni caso il calciatore più pagato della rosa ormai per la quarta stagione consecutiva. Non male per un calciatore che in fondo si avvicina ai quarant’anni…

Antenucci esulta a Ferrara!

Quanto vale Cheddira

Tra i nuovi arrivi c’è Whalid Cheddira, acquistato dal Parma e che è stato uno dei grandi protagonisti del Mondiale in Qatar con la maglia del Marocco. Al Tardini il centravanti percepiva quasi 200mila euro all’anno e a Bari ha firmato un contratto fino al 2025 da circa 300mila euro a stagione.

E va comunque considerato che in fondo Cheddira…si è ripagato da solo lo stipendio annuale, perchè tra le cifre che sono state ripartite dalla FIFA per le presenze dei calciatori che hanno preso parte alla manifestazione iridata ci sono anche dei soldi che ha ricevuto il Bari proprio per la presenza del centravanti di Loreto in Qatar.

Cheddira contro la Spagna ai Mondiali

Dai calcoli fatti dal Corriere del Mezzogiorno, Cheddira ha portato alla società circa 285mila euro, grazie alla cavalcata della nazionale di Walid Regragui.

Considerando che la federazione internazionale si fa carico di 10mila dollari al giorno per ogni calciatore partecipante, il Bari è stato molto felice del fatto che il Marocco sia arrivato a giocarsi l’accesso in finale e anche il match per il terzo e quarto posto, visto che così facendo la nazionale africana è rimasta nel Golfo Persico tutti i giorni disponibili, facendo ricevere al club pugliese la bellezza di 300mila dollari.

E il valore di Cheddira è aumentato in maniera esponenziale, con i 180mila euro spesi dal Bari per acquistarlo in estate che sono diventati 6 milioni secondo Transfermarkt. E sono tante le squadre che sono interessate al centravanti italo-marocchino…

Gli stipendi di Caprile, Folorunsho ed Esposito

Un arrivo importante sia per il presente che per il futuro è quello di Elia Caprile. Il portiere classe 2001, cresciuto nel Chievo Verona, ha tentato l’esperienza all’estero al Leeds United, ma alla fine ha deciso di rientrare in patria e di firmare un contratto con il Bari fino al 2025.

Ed è subito diventato titolare, ma del resto si parla pur sempre di un portiere che ha una presenza in Under-21. Per lui lo stipendio dovrebbe aggirarsi sui 60mila euro a stagione, a fronte dei circa 80mila che percepiva a Elland Road.

Altro acquisto proveniente dalla A, sebbene il Cagliari sia retrocesso, è stato quello del colombiano Damir Ceter, che si è accordato con i pugliesi fino al 2023 con opzione di rinnovo annuale e che dovrebbe guadagnare circa 250mila euro a stagione.

Inoltre c’è stato l’arrivo di Francesco Vicari, difensore che ha lasciato la SPAL e che ha firmato un biennale con prolungamento automatico di una stagione in caso di salvezza, da circa 300mila euro a stagione. 

I rapporti con il Napoli hanno fatto anche sì che nel corso degli anni siano arrivati da Castel Volturno alcuni giocatori in grado di aiutare parecchio il Bari.

Quello che si è messo più in mostra nella stagione in corso è certamente il difensore centrale Michael Folorunsho.

L’italo-nigeriano classe 1998, nato a Roma e cresciuto prima nel Savio e poi nella Lazio, è già stato al San Nicola nella prima stagione in cui il club è diventato di proprietà di De Laurentiis e, dopo alcune annate in prestito altrove in Serie B (Pordenone e Reggina), è tornato di nuovo in Puglia, diventando un elemento fondamentale della retroguardia e guadagnandosi persino la convocazione per uno stage da Roberto Mancini.

Il suo prestito scade a fine giugno 2023, ma non è improbabile che il centrale resti a Bari a titolo definitivo o che venga ceduto altrove dal Napoli per monetizzare. Importante anche l’approdo di una delle stelle del calcio giovanile di casa nostra, Sebastiano Esposito.

Il centravanti di proprietà dell’Inter, con un rigore realizzato in Champions come ricorderanno gli amanti delle scommesse della Coppa dalle grandi orecchie, è tornato in Italia dopo le avventure in prestito al Basilea e all’Anderlecht e ha sostituito nella rosa di Mignani un altro talento interista, Eddie Salcedo, il cui prestito è stato interrotto.

Esposito è a lungo stato considerato un prospetto di primo livello, al punto che l’Inter gli ha rinnovato il contratto fino al 2025 a circa 600mila euro a stagione.
 

Il rebus delle multiproprietà

Antenucci trasforma un calcio di rigore nel 2010.

E poi il Bari, per sognare in grande, deve far fronte a un altro problema: quello delle multiproprietà.

Finché i pugliesi e il Napoli non saranno nella stessa serie, non ci saranno questioni, grazie anche alla recente deroga ma anche se De Laurentiis dovesse riuscire nell’impresa di riportare i biancorossi in Serie A, non potrebbe comunque godersi il match tra le “sue” squadre.

La normativa è abbastanza chiara e la sua interpretazione è stata confermata dal recentissimo caso della Salernitana: impossibile per due club legati a livello di proprietà partecipare allo stesso campionato.

Claudio Lotito ha infatti dovuto affidare la società granata a un trust in attesa di trovare un compratore (o che la Salernitana tornasse in Serie B, anche se non era certo la speranza del numero uno biancoceleste), vendendo poi il club all’ultimo momento possibile.

Il progetto vincente del Bari

Una situazione che certamente il presidentissimo del Napoli ha già messo in conto quando ha deciso di acquistare il Bari. Del resto, riportare un club storico come quello pugliese nella massima categoria significherebbe, a livello economico, avere in mano un asset dalla valutazione assai importante.

E a quel punto, forse, si troverebbe un senso ai pesantissimi investimenti da parte della società, che potrebbe trovare un acquirente interessato a una piazza calda, fedele e capace di entusiasmarsi come poche in Italia.

Ora che è nella serie cadetta e che è arrivata la proroga alle multiproprietà nel calcio italiano fino al 2029, De Laurentiis avrà modo e maniera di immaginare il futuro del club di nuovo tra le grandi. Ma finora, il sogno di un ritorno biancorosso in Serie A è stato una fantasia molto romantica, parecchio deludente e…troppo costosa.

*L'immagine del calcio di rigore trasformato è di Francesco Pecoraro (AP Photo). Prima pubblicazione 13 novembre.

April 15, 2023
Ermanno Pansa
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Ermanno è un grande appassionato di sport, in particolare del calcio, vissuto a 360°: come professionista e come tifoso. Ha seguito tutte le fasi finali delle manifestazioni internazionali degli ultimi 15 anni, Mondiali ed Europei.

Amante degli incontri ricchi di gol, collabora quotidianamente con il blog di 888sport, per il quale rappresenta una costante fonte di idee.

 

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Stipendi Napoli | stipendi Napoli calcio | ingaggi calcio Napoli

Una delle realtà più importanti dell’ultimo decennio di calcio è sicuramente il Napoli di Aurelio De Laurentiis. Sembra passata una vita da quando l’imprenditore ha rilevato il vecchio Napoli, fallito e finito nelle serie minori all’inizio del nuovo Millennio.

Da quando nel 2010 è arrivato il primo trofeo dai tempi di Maradona, la Coppa Italia vinta in finale contro la Juventus, per i partenopei è cominciato un nuovo periodo intenso e fatto di grandi sfide sotto la guida di Mazzarri, Benitez, Sarri, Ancelotti, Gattuso e Spalletti.

Koulibaly su tutti

Quartetto d'assi con le stesse cifre

Dopo Manolas a 4 il divario è netto

Gli ingaggi del Napoli a meno di due milioni

Fabian Ruiz da rinnovare ed i portieri

Juan Jesus 1 milione da svincolato

Il tutto all’insegna della buona amministrazione, perché il Napoli, anche grazie all’ottimo lavoro del DS Giuntoli, non strapaga quasi mai i calciatori che acquista, li rivende a cifre importanti e soprattutto non esagera, sull'esempio di Lotito e Tare con gli stipendi Lazio, con gli ingaggi. Come dimostrano quelli della stagione 2021/22…

Koulibaly su tutti

Non sorprende che il calciatore più pagato della squadra sia Kalidou Koulibaly. Il difensore ha strappato un rinnovo fino al 2023 a 6 milioni di euro netti a stagione. La giusta ricompensa per una serie di stagioni che lo hanno portato a diventare uno dei migliori difensori d’Europa, con richieste dalle big del Vecchio Continente.

Ed ecco perché la scadenza relativamente breve del suo accordo è una spina nel fianco di De Laurentiis che, intanto, lavora anche in modo certosino sul monte ingaggi Bari. Esattamente come quella del secondo giocatore più pagato, che poi è anche il capitano della squadra. Lorenzo Insigne è ormai simbolo di Napoli e del Napoli, ma le trattative per il rinnovo del campione d’Europa non sembrano fare troppi passi avanti.

Quartetto d'assi con le stesse cifre

Peccato che il club vada di fretta, perché il contratto da 4,6 milioni che scade nel giugno 2022 non lascia al riparo dalla possibilità di vedersi strappare Lorenzo il Magnifico a parametro zero. Il che sarebbe un brutto colpo sia per il cuore dei napoletani, che per le casse azzurre.

Poco sotto Insigne, c’è un trio di attaccanti da 4,5 milioni di euro netti a stagione che sta rendendo credibile la candidatura del Napoli per le scommesse Serie A oggi. Il nigeriano Victor Osimhen, il messicano Hirving Lozano e il belga Dries Mertens guadagnano tutti la stessa cifra, anche se costano differentemente al club per ingaggio lordo.

Mertens festeggia a Varsavia il primo gol stagionale!

Sugli stipendi del centravanti (scadenza 2025) e del Chucky (contratto fino al 2024), che sono arrivati con il decreto crescita già in vigore, il Napoli paga meno tasse.

Per quello che riguarda l’ormai napoletano “Ciro”, invece, il lordo arriva quasi al doppio dell’ingaggio netto percepito dal giocatore, anche lui in scadenza a giugno 2022 e alla ricerca di un accordo per il rinnovo. Anche perché il nuovo membro della famiglia, il belga vorrebbe farlo nascere sotto il Vesuvio!

Dopo Manolas a 4 il divario è netto

A 4 milioni netti c’è invece il greco Kostas Manolas, che quando è arrivato dalla Roma ha firmato un contratto fino al 2024. L’ultimo di questa fascia di ingaggi è il polacco Piotr Zielinski, uno dei segreti più importanti del Napoli, ancora di più ora che Spalletti lo sta valorizzando. Per il centrocampista l’accordo parla di 3,5 milioni di euro fino al 2024.

Per i prossimi nomi si scende parecchio, perché in graduatoria dopo Zielinski arriva il tedesco Diego Demme. Il centrocampista ex Lipsia è costato molto poco rispetto al suo valore e anche il suo contratto è più che sopportabile per le casse del club: 2,5 milioni fino al 2024.

Incide decisamente di più, considerando che l’algerino è in sostanza fuori rosa, l’esborso annuale per Faouzi Ghoulam. Il terzino era una delle stelle del club, ma gli infortuni lo hanno relegato ai margini e ora è addirittura considerato quasi un esubero. Che però costa parecchio, 2,4 milioni di euro netti a stagione fino a giugno 2022.

Molto meglio spesi invece i soldi dell’ingaggio di Giovanni Di Lorenzo. Il terzino destro campione d’Europa è arrivato senza troppa fanfara, ma si è preso sia la fascia che la nazionale per la modica cifra di 2,3 milioni di euro a stagione fino al 2026. I calciatori che percepiscono più di due milioni continuano con Matteo Politano. L’esterno arrivato dall’Inter si è accontentato di un contratto fino al 2024 da 2,2 milioni di euro, poco più di quello che guadagna Mario Rui.

Il portoghese ha messo la penna su un rinnovo fino al 2025, che gli permette di vedersi arrivare in banca 2,1 milioni di euro a stagione. Sono invece 2 i milioni che guadagna Stanislav Lobotka. Il centrocampista slovacco è a libro paga del club fino al 2024 e chiude questa fascia di ingaggi.

Gli ingaggi del Napoli a meno di due milioni

Quella compresa tra uno e due milioni si apre con Amir Rrahmani e Andrea Petagna. Entrambi i calciatori percepiscono infatti 1,8 milioni di euro a stagione dal Napoli e condividono anche la data di scadenza del contratto: tutti e due sono legati al club partenopeo fino al giugno 2024.

A 1,7 milioni a stagione c’è l'acquisto migliore per le quote scommesse calcio anche Andrè Zambo Anguissa, ma il mediano del Camerun fa storia a sé. E il motivo è duplice. Intanto, il suo è un prestito con diritto di riscatto, il che significa che il contratto scade nel 2022 (anche se con tutta probabilità verrà acquistato a titolo definitivo).

Andrè Zambo Anguissa, straordinario centrocampista del Napoli!

E poi il Napoli paga solo parte del suo ingaggio, mentre l’altra la versa il Fulham, che detiene il cartellino del centrocampista.

È invece tutto del Napoli Adam Ounas, tornato dal prestito al Crotone con la consapevolezza di valere la maglia di una big. Per lui accordo da 1,6 milioni di euro a stagione fino al 2023.

Fabian Ruiz da rinnovare ed i portieri

A 1,5 milioni invece c’è la coppia composta da Eljif Elmas e da Fabian Ruiz. Il macedone, autore del secondo gol più veloce della storia dell'Europa League ha un contratto che scade nel 2025, mentre lo spagnolo è un’altra fonte di preoccupazione per il Napoli, che vorrebbe rinnovare l’accordo (l’attuale è fino al 2023) per evitare l’ingerenza delle grandi squadre europee.

Nonostante il Napoli abbia due portieri di assoluto livello, sia David Ospina che Alex Meret sono quasi alla fine della classifica dei calciatori più pagati del club. E per entrambi il futuro al Diego Armando Maradona non è esattamente scontato. Il colombiano, che guadagna 1,4 milioni a stagione, ha il contratto in scadenza nel 2022.

David Ospina, portiere di Napoli e Colombia!

Una buona notizia per il friulano, che invece incassa 1 milione l’anno fino al 2023 e che con l’addio del collega potrebbe guadagnare, finalmente, il posto da titolare indiscusso…

Juan Jesus 1 milione da svincolato

A 1 milione di euro a stagione c’è anche il brasiliano Juan Jesus, arrivato in estate a parametro zero. A lui il club si è limitato a offrire un contratto fino a giugno 2022, ma le buone prestazioni potrebbero portare a un prolungamento.

Chiude la graduatoria il terzino destro francese Kevin Malcuit, che incassa 800mila euro a stagione fino a giugno 2022. Insomma, con un monte ingaggi lordo che arriva a malapena a 100 milioni, non si può dire che il Napoli non stia facendo fruttare molto bene gli investimenti negli stipendi…

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo.

November 13, 2021
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Francesco vive di sport, di storia e di storie di sport. Dai Giochi Olimpici antichi a quelli moderni, dalle corse dei carri a Bisanzio all'Olanda di Cruijff, se c'è competizione o si tiene un punteggio, lui si appassiona sempre e spesso e volentieri ne scrive.

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