Yamal rinnova a 20 l'anno. Il monte ingaggi del Barcellona

Il caso Dani Olmo

Stipendi Barcellona: da quando il club è pian piano scivolato in una buca che poi si è trasformata in una vera e propria voragine, per il Barcellona la parola “ingaggi” è diventata un incubo.

Il grosso dei problemi finanziari dei catalani, infatti, è dovuto a un monte stipendi che con il crollo delle entrate seguito alla pandemia è diventato totalmente insostenibile per le casse del club. E non sorprende dunque che, dopo gli addii pesantissimi degli ultimi anni (a partire da quello di Leo Messi), ci siano comunque state delle situazioni di profonda difficoltà a livello contabile.

L’esempio migliore è quello che riguarda Ilkay Gundogan. Il Barça ha acquistato a parametro zero il centrocampista nell’estate del 2023, ma si è fatto male i conti, visto che il contratto da 10 milioni di euro dell’ex Manchester City pesava troppo a bilancio. Dunque, il calciatore è tornato all’Etihad dopo appena una stagione.

Non che questo abbia risolto tutti i problemi, come dimostra il caso che ha coinvolto Dani Olmo. Il trequartista è arrivato dal Lipsia per 55 milioni nell’estate del 2024, inserendolo in lista come sostituto dell’infortunato Andreas Christensen.

Ma una volta che il danese è tornato disponibile, ci sono state diverse difficoltà per la registrazione successiva di Dani Olmo, con la Liga che ha ritenuto che la somma utilizzata tra spese e monte ingaggi (anche senza contare cartellino e stipendio del nuovo arrivo) superasse già il limite consentito dalle finanze blaugrana.

Ci sono voluti nuovi introiti messi a bilancio all’ultimo momento da parte del club per mettere a disposizione di Hansi Flick l’ex Lipsia per tutta la stagione 2024/25, quella del record gol Barcellona!

Il Barcellona spende 200 milioni per gli ingaggi

Per capire quanto la situazione sia complicata, basta vedere i trasferimenti stagionali in uscita. Oltre all’addio di Gundogan, hanno lasciato a zero il Camp Nou anche un senatore come Sergi Roberto, una pedina importante come Marcos Alonso e altri elementi, tra cui Sergino Dest.

La lista non finisce qui, perchè ci sono anche giocatori dagli ingaggi pesanti che sono stati ceduti in prestito, come nel caso di Clément Lenglet, spedito per una stagione all’Atletico Madrid.

Insomma, sembra quasi che il monte salariale da quelle parti non basti mai. Ma come spende tutti questi soldi (oltre 200 milioni per gli ingaggi) il Barcellona?

Beh, basta vedere la classifica dei giocatori più pagati della rosa di Flick (che a sua volta ha un contratto da 10 milioni di euro a stagione) per farsi un’idea di dove vanno a finire gli introiti dei blaugrana, per le scommesse calcio, favoriti, di fatto, a tutte le competizioni alle quali prendono parte!

Lewa il il più pagato dal Barcellona

Il paperone blaugrana è Robert Lewandowski. Il centravanti polacco ha firmato nel 2023 un contratto a salire fino al 2026, che nella stagione in corso gli permette di arrivare a guadagnare 33 milioni di euro. Decisamente ben spesi, visti i gol che il centravanti garantisce, nonostante gli anni continuino a passare. 

Dietro di lui c’è Frenkie de Jong. Il centrocampista ha infatti firmato un contratto fino al 2026 che gli fa guadagnare 25 milioni fino al 2026, tra un compenso fisso di 19 milioni e premi per ulteriori 6 milioni.
 

stipendi Barcellona

A chiudere il podio c’è un’altra situazione complicata, quella di Ansu Fati. L’attaccante, erede di Messi, vista la maglia numero 10, ha un contratto fino al 2027 e guadagna…da futuro pallone d’oro, con 14 milioni di euro lordi a stagione.

Ma gli infortuni gli stanno creando parecchie difficoltà, nonostante il talento non sia certamente in discussione.

Raphinha ha un ingaggio di oltre 12 milioni

Poco più sotto c’è un gruppetto di calciatori che guadagnano tra gli 11 e i 14 milioni di euro. A guidarlo c’è Jules Koundé, un altro che negli scorsi anni ha avuto problemi di registrazione, con il suo contratto da 13,5 milioni fino al 2027.

Cifre simili, con 13 milioni (9 fissi e 4 di bonus) fino al 2026, per il compagno di reparto Andreas Christensen e per Ferran Torres (10 fissi e 3 di bonus), che dovrebbe rimanere in blaugrana fino al 2027. Stessa scadenza anche per uno dei vice capitani, Raphinha, che ha uno stipendio da 12,5 milioni, esattamente come Pedri.

Il centrocampista, considerato l’erede di Iniesta, ha un contratto fino al 2030 ed è uno degli otto giocatori che il Barça ha deciso di proteggere con una clausola rescissoria di un miliardo di euro. “Solo” da 500 milioni invece la clausola di Dani Olmo, con i suoi 11,5 milioni (9,5 fissi, 2 di bonus)  fino al 2030 che tante difficoltà hanno creato alle casse del club.

Per Szczesny un contratto lampo da 3 milioni

Tra i i 9 e i 10 milioni c’è un trio di giocatori, composto da Ronald Araujo, Gavi e Inigo Martinez. Il difensore uruguaiano, richiesto da molte big europee, ha da poco messo la sua firma su un rinnovo a lunghissimo termine, che gli fa guadagnare 10 milioni fino al 2031.

Stessa cifra, ma clausola rescissoria monstre, per Gavi. Il classe 2004, cresciuto alla Masia, ha un contratto fino al 2030 e anche nel suo caso per portarlo via da Barcellona serve un miliardo di euro. A 9 milioni invece c’è Inigo Martinez, che è arrivato a parametro zero nel 2023 e che ha un contratto fino al 2026 con i blaugrana.

Si scende poi a cifre più “umane”, come i 6,3 milioni fino al 2028 per Marc-Andrè ter Stegen, indispensabile tra i pali dei catalani da ormai un decennio.

Stipendi Barcellona

Guadagna 6 milioni fino al 2026 Eric Garcia, ex canterano passato al Manchester City e poi tornato in blaugrana. A proposito di canterani, hanno da poco rinnovato due delle nuove stelle made in Masia, Fermin Lopez e Pau Cubarsi, entrambi con un accordo da 4 milioni fino al 2029.

A 3 milioni, rispettivamente fino al 2026 e al 2025, gli altri due portieri della rosa, ovvero Inaki Pena e Wojciech Szczesny, messo sotto contratto in fretta e in furia dopo il crac di Ter Stegen.

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Yamal rinnova a 20 milioni l'anno fino al 2031

Infine, strano ma vero, si chiude con due dei calciatori più importanti della rosa. A 2 milioni all’anno (1,6 netti e 400mila euro di bonus) c'erano infatti Alejandro Balde e soprattutto Lamine Yamal. Il terzino, che ha già giocato con la nazionale i mondiali 2022, ha un contratto fino al 2028.

Yamal, la stellina blaugrana, il 30 maggio 2025 rinnova fino al 2031 con un ingaggio di 20 milioni di euro l'anno.

Yamal infatti dovrà aspettare di compiere i 18 anni, il 13 luglio 2025, per vsottoscrivere i moduli federali del suo nuovo accordo per i prossimi 6 anni!

E pazienza se il monte ingaggi poi creerà problemi. Del resto, il Barça è già stato costretto a lasciare andare la Pulce e non vuole assolutamente correre il rischio di perdere anche quello che ormai è universalmente considerato il suo erede…

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*L'immagine di apertura è distribuita da Alamy; quelle all'interno dell'articolo da AP Photo. Prima pubblicazione 25 novembre 2021.

May 31, 2025
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Francesco vive di sport, di storia e di storie di sport. Dai Giochi Olimpici antichi a quelli moderni, dalle corse dei carri a Bisanzio all'Olanda di Cruijff, se c'è competizione o si tiene un punteggio, lui si appassiona sempre e spesso e volentieri ne scrive.

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Gli stipendi dei Reds: rinnovo record per Salah

Reds di nuovo campioni

Stipendi Liverpool: prima ancora dell'era Slot, da quando Jurgen Klopp si è seduto sulla panchina del Liverpool nel 2015, le cose dalle parti di Anfield sono cambiate parecchio. Il tecnico tedesco è riuscito a riportare la Champions League ai Reds nel 2019, dopo esserci andato vicino anche l’anno precedente. 

Il podio degli stipendi dei Reds

I calciatori indispensabili per Klopp

8,5 milioni per Jordan e Jamie

I nuovi acquisti dei Reds

Ma soprattutto ha permesso al Liverpool di vincere quella che, conti alla mano, è la prima Premier League per le scommesse sport della sua storia, considerando che il campionato precedente il club l’aveva portato a casa quando ancora si chiamava First Division.

Insomma, il lavoro dell’amatissimo allenatore sulla formazione Liverpool ha portato i suoi frutti, anche se per aprire un ciclo in grande stile i Reds devono ancora riconfermarsi in Inghilterra o in Europa.

E proprio per evitare che i talenti se ne vadano da Anfield, il club li paga molto bene…

Il podio degli stipendi dei Reds

Il calciatore con lo stipendio più alto dei Reds è, poco sorprendentemente, Mohamed Salah. L’egiziano ha da poco rinnovato il suo contratto con il club, per uno stipendio da quasi 20 milioni di euro a stagione. 

Segue nella classifica dei più pagati Virgil van Dijk. L’olandese ha da poco firmato un prolungamento con quello che è l’accordo più oneroso della storia del club: per lui ogni stagione ci sono 13 milioni di euro. Una cifra che ben si addice a un difensore che in fondo due anni fa è andato vicinissimo alla vittoria del Pallone d’Oro. 

Stipendi Liverpool

 

I calciatori indispensabili per Arne Slot

Sarà felice il protagonista dell'operazione record di mercato Darwin Nuñez, che ha firmato un contratto con il Liverpool fino al 2028, anche lui per la cifra chiave di 11 milioni di euro.

Un portiere come Alisson Becker è praticamente senza prezzo, ma persino il brasiliano…ha un ingaggio. E anche di quelli pesanti, perché il rinnovo firmato in estate garantisce all’ex numero uno della Roma poco più di 9 milioni di euro fino al 2027 e lo colloca tra i portieri più pagati al mondo. E viste le prestazioni e l’importanza delle sue parate, va a finire…che è anche poco.

Diogo Jota ingaggio

A 9 milioni arrivava Diogo Jota. Lo sfortunato campione portoghese è stato il primo cambio in attacco, ma il fatto di arrivare da una squadra di medio livello come il Wolverhampton non lo aveva aiutato dal punto di vista dell’ingaggio.

Jota, deceduto in un tragico incidente il 3 luglio 2025, aveva un contratto fino al 2027.

Diogo Jota ingaggio

 

5 milioni per Robertson

Andy Robertson ha rinnovato: lo scozzese ha messo la firma su un accordo fino al 2026 che gli garantisce poco meno di 5 milioni a stagione. A 4,5 c’è l’inglese Joe Gomez: il difensore centrale è legato al club fino al giugno 2024.

 

Gli acquisti dei Reds nelle ultime stagioni

Scendendo ulteriormente spuntano due degli acquisti più recenti. Il difensore Ibrahim Konate, pagato 40 milioni di euro al Lipsia nel 2021, ha firmato un contratto fino al 2025 da poco più di 4 milioni di euro a stagione.

E poi c’è il grande colpo del mercato di gennaio 2022, Luis Diaz. Il colombiano, pagato 45 milioni al Porto, ha firmato fino al 2027 un contratto da 3,6 milioni di euro a stagione, ma ha già dimostrato di valere ogni centesimo speso.

Stipendi Liverpool

Il terzino greco Kostas Tsimikas è invece arrivato due stagioni fa e quindi ha un accordo fino al 2025, che gli fa guadagnare la stessa cifra di Diaz. A chiudere questa fascia di stipendi c’è lo spagnolo Adrián. Il portiere di riserva del Liverpool, eroe della Supercoppa Europea, ha un contratto da 3,3 milioni con scadenza 2022.

E poi…c’è un nutrito gruppo di situazioni particolari. A poco meno di 2 milioni c’è Nathaniel Phillips, difensore passato per le giovanili e che ha un contratto fino al 2025. Rinnovato da poco anche l’accordo di Caoimhin Kelleher, che rimarrà al Liverpool fino al 2026 con un contratto da circa un milione di euro.

E infine si chiude con i due gioielli della casa. Meglio non farsi ingannare dal fatto che guadagnano entrambi appena un milione di euro a stagione: Curtis Jones (scadenza 2025) e Harvey Elliott (2027) sono il futuro del Liverpool.

E non appena diventeranno…il presente, Slot sarà il primo a chiedere che il loro ingaggio venga adeguato… Restano fuori dalla lista i due nuovi arrivi, Fabio Carvalho e Calvin Ramsay. Per entrambi contratto fino al 2027, ma i Reds non hanno ancora reso noti i loro ingaggi. Ma conoscendo il club, non saranno altissimi, salvo essere ritoccati appena i due giovani dimostreranno le loro qualità…

Stipendi Liverpool

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo ed Alamy. Prima pubblicazione 23 novembre 2021.

July 4, 2025
Ermanno Pansa
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Ermanno è un grande appassionato di sport, in particolare del calcio, vissuto a 360°: come professionista e come tifoso. Ha seguito tutte le fasi finali delle manifestazioni internazionali degli ultimi 15 anni, Mondiali ed Europei.

Amante degli incontri ricchi di gol, collabora quotidianamente con il blog di 888sport, per il quale rappresenta una costante fonte di idee.

 

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Storia del calcio | la storia del football | dove nasce il calcio

Come è potuto un passatempo per i giovani delle scuole britanniche divenire lo sport più amato e seguito al mondo? Il calcio è parte integrante della vita di tantissime persone, che in tutti i continenti si divertono a prendere a calci un pallone o a vedere 22 persone che lo fanno.

Nel 1963 nasce la Football Association

La First Division è il primo campionato della storia

La creazione della Fifa e le Olimpiadi di Londra 

Il campionato mondiale di calcio Uruguay 1930

Nel 1955 inizia la Coppa dei Campioni

Il calcio diventa entertainment tra Premier e Champions League

Il calcio, anche se non proprio come lo conosciamo oggi, nasce a metà del XIX secolo in Gran Bretagna. All’epoca, da una rudimentale disciplina denominata semplicemente football e simile al calcio fiorentino medievale, si stanno sviluppando diverse tipologie di gioco. A Cambridge nel 1848 vengono stabilite le omonime regole, che prevedono l’impossibilità di placcare l’avversario e di toccare il pallone con le mani. Nel 1857 nascono invece le Sheffield Rules, messe a punto dallo Sheffield Football Club, la prima squadra di calcio di sempre, fondata proprio in quell’anno. 

Nel 1963 nasce la Football Association

Ma siccome all’epoca c’è confusione e ognuno vuole giocare con le sue regole, nel 1863 arriva il primo spartiacque. Nasce la Football Association, che oltre a creare un set di regole (che incorpora alcune delle Sheffield Rules, ma non è identico) sancisce anche la scissione definitiva tra calcio e rugby.

Nel 1871 viene organizzata la prima competizione calcistica a carattere nazionale, la FA Cup, che raccoglie squadre da tutta l’Inghilterra. Ma il calcio si sta diffondendo immediatamente anche nelle altre isole britanniche e ci vuole poco affinché venga organizzata la prima partita internazionale. Ad affrontarsi nel 1872 sono, neanche a dirlo, Scozia e Inghilterra, in un match che finisce 0-0 nonostante le due squadre scendano in campo schierando rispettivamente un 2-2-6 e un ancora più offensivo 1-1-8.

La First Division è il primo campionato della storia

Negli anni Ottanta dell’Ottocento arrivano altre pietre miliari della storia del calcio. Intanto nasce la querelle sul calcio professionistico, con i club inglesi che si spaccano sulla possibilità di pagare o no “stipendi” ai calciatori e di comprare e vendere il loro tesseramento.

E poi nel 1888 viene creato il primo campionato della storia, la First Division, che viene vinto dal Preston North End. Nel frattempo anche a livello internazionale ci sono novità importanti. Nel 1884 nasce il primo torneo internazionale, che coinvolge le quattro federazioni delle Isole Britanniche (Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda) e nel 1886 viene fondata l’IFAB, l’International Football Association Board, il cui scopo è quello di definire le regole del calcio, di farle applicare e di adattarle anche ai tempi.

Moratti con l'allora presidente dello Sheffield FC, Richard Tims

Già, perché il calcio tutto è fuorché uno sport stagnante, complice anche la sua diffusione al di fuori dei confini delle Isole Britanniche.

Fa molto ovviamente l’Impero, che permette di conoscere il calcio in Australia, in India e in Africa, ma anche e soprattutto la presenza costante degli inglesi nelle grandi città portuali in giro per il mondo. Sorprende dunque, ma fino a un certo punto, che i primi campionati non britannici a nascere siano in Sudamerica quello argentino (nel 1891) e in Europa quello belga (1895), due nazioni legate a doppio filo alla rete mercantile britannica.

Gli inglesi fanno proseliti anche in Italia e nel 1893 nasce la prima squadra di calcio tricolore, il Genoa, mentre nel 1898 si tiene anche la prima edizione del campionato nazionale, sotto l’egida della FIGC, che viene creata nel marzo dello stesso anno.

La creazione della Fifa e le Olimpiadi di Londra 

La rivoluzione del pallone parte a pieno regime nei primi anni del nuovo secolo. Nel 1902 si tengono i primi incontri internazionali al di fuori delle isole britanniche. A luglio in Sudamerica si sfidano Argentina e Uruguay, ma il match non è ufficiale, a differenza di quello tra Austria e Ungheria nell’ottobre dello stesso anno.

Per venire incontro a questo aumento di interesse e per una migliore collaborazione a livello internazionale, nel 1904 nasce la FIFA, la federazione internazionale delle federazioni calcistiche, a cui gli inglesi non aderiscono subito, preferendo attendere un anno prima di entrare a farne parte.

Anche grazie alla neonata confederazione, il calcio entra anche a far parte degli sport olimpici nei Giochi di Londra del 1908. E persino la Grande Guerra, nonostante faccia ovviamente interrompere i tornei ovunque in Europa, non ferma l’avanzata del pallone. Nel 1916 nasce infatti il primo torneo continentale, la Copa America, con la partecipazione di tutte le nazionali sudamericane.

Il campionato mondiale di calcio Uruguay 1930

Gli Anni Venti, oltre ad alcune modifiche regolamentari storiche (come quella sul fuorigioco), vedono anche la creazione di un torneo internazionale di club, la Mitropa Cup, che vede sfidarsi squadre provenienti da tutta l’Europa centrale.

Le stesse federazioni che la organizzano decidono anche di creare un torneo per le nazionali, noto semplicemente come Coppa Internazionale, che però ha vita breve perché nel 1930 si tiene la prima edizione della competizione destinata a diventare, Giochi Olimpici a parte, l’evento sportivo più seguito al mondo. Nasce il Campionato Mondiale di calcio, che a cadenza quadriennale accompagnerà tutti i decenni successivi, esclude due edizioni saltate per il secondo conflitto mondiale.

Il secondo dopoguerra accelera ulteriormente lo sviluppo del calcio. La comunicazione di massa (radio prima e televisione dopo) permette di superare ancora più facilmente qualsiasi confine e di far conoscere al mondo i campioni che giocano negli altri paesi.

Nel 1955 inizia la Coppa dei Campioni

Nel 1955 in Europa si tiene la prima edizione della Coppa dei Campioni e non è di certo un caso se, anche in questa competizione, il Madrid sarà sempre una delle favorite per le scommesse calcio, mentre nel 1960 nasce la Coppa delle Coppe. Dall’altro lato del mondo, nel frattempo, spunta la Copa Libertadores, la massima competizione continentale del Sudamerica.

Lo straordinario Di Stefano

E sempre nello stesso anno la UEFA, la federazione europea, organizza il primo campionato europeo, anch’esso a cadenza quadriennale e alternato di due anni rispetto ai mondiali. Dal 1956, inoltre, France Football assegna ogni anno il Pallone d’Oro, il premio per il miglior calciatore europeo, che dal 1996 viene esteso a tutti i calciatori di qualsiasi nazionalità, a patto che giochino in un club del vecchio continente.

La rivoluzione televisiva fa sì che il calcio diventi un fenomeno di costume e sociale, oltre che sportivo. I calciatori si trasformano in dei veri e propri divi, che rivaleggiano con quelli della musica e del cinema. I tornei internazionali assumono sempre più importanza, competitiva ed economica.

Il calcio diventa entertainment tra Premier e Champions League

L’arrivo dei grandi capitali nel calcio italiano degli anni Ottanta e la nascita della Premier League in Inghilterra sono l'apertura di un nuovo ciclo, che porta alla riformulazione della Coppa dei Campioni.

Nella stagione 1992-93 la competizione viene aperta non solo alle squadre che vincono il titolo nazionale e diventa la Champions League, che con alcune modifiche successive si trasforma in un vero e proprio campionato europeo per club, con un valore per investimenti e ricavi che fa concorrenza alle grandi leghe americane.

Romario contro la Svezia ad USA '94

Nel frattempo la Coppa del Mondo ha aperto sempre più agli altri continenti come l'edizione negli USA, aumentando le squadre qualificate fino ad arrivare alle 32 attuali e alle 48 previste per l’edizione 2026: ciò cambierà, naturalmente, anche il modo di puntare sulle scommesse sport, almeno per la fase a gironi. E pian piano anche le federazioni africane e asiatiche si sono conquistate il loro posto al sole, cominciando a porre le basi per sfidare le nazionali e i club europei e sudamericani.

Insomma, da quando era lo sport degli studenti inglesi, il calcio di strada ne ha fatta parecchia. E visto l’amore che c’è per questa disciplina, difficile pensare che si possa fermare…

La TV sempre più padrona del calcio!

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo.

 
November 23, 2021
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Francesco vive di sport, di storia e di storie di sport. Dai Giochi Olimpici antichi a quelli moderni, dalle corse dei carri a Bisanzio all'Olanda di Cruijff, se c'è competizione o si tiene un punteggio, lui si appassiona sempre e spesso e volentieri ne scrive.

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