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L’inserimento nelle regole da parte del penalty è datato 1891 e già un anno dopo la necessità di battere un rigore a tempo scaduto porta all’introduzione di un’altra novità, quella del tempo di recupero. Ci vuole il nuovo secolo per stabilire fino a che punto del campo un fallo sia passibile di massima punizione.

LE REGOLE SUI RIGORI

PARTITE AI CALCI DI RIGORE

IL PODIO DEI GOL DAL DISCHETTO IN A

PAZZINI IL MIGLIOR RIGORISTA 

NESSUNO AL MONDO COME LE TISSIER

E infatti nasce l’area di rigore e, già che ci siamo, viene anche codificato il punto da cui calciare il penalty, il celebre dischetto. Insomma, da 130 anni, come direbbe Vujadin Boskov, rigore è quando arbitro fischia.

LE REGOLE SUI RIGORI

Poi ci sono una serie di regole, come per esempio quella per cui nessuno degli altri giocatori in campo può entrare in area prima del tiro o quella per cui il portiere non può muoversi dalla linea di porta, ma in fondo il concetto è semplice come le scommesse vincenti: c’è chi tira e chi deve parare. Occhio però, perché l’introduzione del VAR permette di vedere molto più a fondo se il regolamento viene rispettato.

La decisione del VAR

La presenza di almeno uno dei due piedi del portiere sulla linea di porta viene verificata con le telecamere, così come l’eventuale ingresso in area di rigore di qualcuno degli altri calciatori. E non è raro di recente imbattersi in un penalty parato, ma poi ripetuto perché qualcuno ha cercato di fare il furbo.

Se a non comportarsi bene è uno degli attaccanti, il rigore viene battuto di nuovo in caso di rete. Se invece il portiere si muove troppo o un difensore fa invasione d’area, il tiratore dovrà presentarsi di nuovo sul dischetto solo se il rigore gli viene parato o se lo sbaglia.

Poi c'è una norma curiosa, sconosciuta ai più: non si può calciare un rigore all’indietro, ovverosia verso il centrocampo, neanche se si tenta la conclusione a due. E per chi ci prova, arriva anche il cartellino giallo.

PARTITE AI CALCI DI RIGORE

Ma è sempre così semplice segnare un calcio di rigore? Dai un'occhiata alla lista dei rigoristi Serie A 2021/2022!

Evidentemente no, considerando che la media di realizzazioni dei penalty è alta, ma non stellare. Certo, ritrovarsi uno contro uno contro il portiere è certamente una situazione favorevole, ma nel corso degli anni molti estremi difensori si sono specializzati nel neutralizzare le conclusioni dagli undici metri, studiando i possibili rigoristi prima delle partite e in alcuni casi addirittura scrivendosi sulla borraccia le abitudini di tutta la squadra avversaria, se si parla di match a eliminazione diretta in cui c’è la possibilità di finire ai calci di rigore.

Se è vero che ci sono specialisti in porta, ce ne sono però anche dal dischetto. Il calcio di rigore, sia in partita che come tie-breaker, è un’evenienza talmente comune che un po’ tutti devono essere pronti a calciarne uno. Lo spiega benissimo la finale di Europa League tra Villarreal e Manchester United, che è terminata con il portiere argentino Rulli e il collega spagnolo De Gea si affrontano a parti inverse. Ed è proprio l’errore dell’estremo difensore dello United che spedisce il trofeo in Spagna.

I rigori della finale di Europa League

IL PODIO DEI GOL DAL DISCHETTO IN A

In Italia la graduatoria dei rigoristi più prolifici della storia della Serie A vede in cima Francesco Totti, che in carriera è andato a segno ben 71 volte dal dischetto, tutte con la maglia della Roma. L’ex numero 10 giallorosso ha superato in questa speciale classifica il precedente primatista, Roby Baggio, che tra Bologna, Brescia, Fiorentina, Inter, Juventus e Milan ha segnato 68 volte su calcio di rigore. Terzo, ma ben distanziato, Alex Del Piero, per 50 volte nel tabellino dei marcatori con accanto la classica “R” tra parentesi.

Nella top ten assoluta spuntano altri nomi leggendari, come quelli di Savoldi e Signori, specialista nel calciarli da fermo, rispettivamente quarto e quinto, o persino di Maradona, che nella sua esperienza a Napoli ha segnato 30 volte su rigore e che chiude i primi dieci. Ad affiancarlo di recente è stato Mimmo Berardi, sempre ottima opzione come marcatore per le quote Serie A che è entrato anche lui nel club dei trenta, uno dei pochi calciatori ancora in attività assieme a Ciro Immobile (40) e Fabio Quagliarella (32).

Il cucchiaio di Mertens in Polonia!

 

PAZZINI IL MIGLIOR RIGORISTA 

Segnare più rigori, però, non significa mica essere i migliori rigoristi. Basterebbe pensare che il solo Totti ne ha sbagliati 17 in Serie A, il che significa che l’80,6% di esecuzioni andate a segno. E tra i migliori rigoristi di sempre per percentuale, il romanista non entra neanche nelle top 20, ovviamente considerando chi ne ha tirati almeno 20.

Da questo punto di vista, il cecchino infallibile è Giampaolo Pazzini, che su 25 penalty calciati nel massimo campionato ne ha messi dentro 24, il 96%. L’unico errore è arrivato nel 2011 contro uno degli esperti dall’altro lato, ovvero Samir Handanovic, che tra parentesi in carriera ne ha parati ben 32 in Serie A, superando il precedente recordman, Pagliuca.

Pazzini infallibile dagli undici metri!

Dietro Pazzini si piazza una leggenda come Marco van Basten, che ha una percentuale di poco inferiore, considerato che ha sbagliato un rigore più dell’ex azzurro (due), tirandone uno in più (26).

Chiude la top 3 per effettività dal dischetto Mario Maraschi, centravanti di Lazio, Vicenza e Fiorentina, con 22 centri su 24 rigori. Più dietro si piazzano altri specialisti come Perotti, Cristiano Ronaldo e Immobile, che riesce (assieme a Maradona) a entrare nella top 10 sia per numero di reti che per percentuale di realizzazione.

NESSUNO AL MONDO COME LE TISSIER

Insomma, sembra proprio che sia impossibile calciare tanti rigori senza sbagliarne mai neanche uno, anche perché ovviamente più aumentano i tentativi, più ci sono possibilità di vedersene parare uno, o di sbagliare la mira.

A dimostrarlo c’è anche quello che viene considerato uno dei migliori rigoristi di sempre, Matt Le Tissier, leggenda del Southampton e di tutto il calcio inglese. Per lui in carriera 49 tentativi e 48 reti, con un metodo... infallibile: “li tiro fortissimo e molto angolati, se poi il portiere azzecca l’angolo giusto non ci arriva comunque”. Ma forse qualcuno con il 100% di efficacia c’è.

Come spiega persino il sito della UEFA, è impossibile trovare una prova che il croato Ivan Krstanović abbia mai sbagliato dal dischetto. Anzi, lui stesso ha dichiarato di aver segnato almeno 30 calci di rigore. Considerato che è un classe 1983, la possibilità che si ritiri con una statistica perfetta c’è eccome. Ma occhio, segnare un penalty sarà anche semplice, ma anche a sbagliarlo…ci vuole un attimo!

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo.

November 10, 2021
Ermanno Pansa
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Ermanno è un grande appassionato di sport, in particolare del calcio, vissuto a 360°: come professionista e come tifoso. Ha seguito tutte le fasi finali delle manifestazioni internazionali degli ultimi 15 anni, Mondiali ed Europei.

Amante degli incontri ricchi di gol, collabora quotidianamente con il blog di 888sport, per il quale rappresenta una costante fonte di idee.

 

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fasce gol fantacalcio | fascia gol fantacalcio | 66 e 72 fantacalcio

Il calcio è lo sport più amato d’Italia e forse non c’è luogo comune più realistico di quello che descrive gli italiani come sessanta milioni di allenatori. Ecco perché non sorprende per nulla che oltre al calcio giocato, anche il fantacalcio sia una vera e propria passione di tantissime persone, che si dilettano a giocare contro amici, parenti o anche contro dei semplici sconosciuti.

LE FASCE DEL FANTACALCIO

L'ODIATO 65,5 AL FANTA

LE DEROGHE ALLE FASCE DEI 6 PUNTI

IL FANTA CON LA CLASSIFICA GENERALE

FANTA... PRESSIONE!

Del resto, tutto quello che c’è nel fantacalcio è fatto apposta per replicare le emozioni del pallone. 

LE FASCE DEL FANTACALCIO

A partire dall’asta, con Ciro Immobile oggetto dei desideri nella griglia attaccanti, in cui ci si trasforma in geniali direttori sportivi capaci di strappare un campione inatteso a due spiccioli, oppure a prendere il più classico dei bidoni, strapagandolo. Ma non c’è dubbio che il momento clou della settimana fantacalcistica sia la partita.

Ciro Immobile trasforma un rigore!

E come quelli da 90’, il match si vince facendo un gol più degli altri. Già, ma come si contano i gol al fantacalcio? Se dovessero contare soltanto le reti effettivamente segnate dai calciatori, si perderebbe l’utilità del voto, dei malus e dei bonus scommesse. Ecco perché il sistema di “marcature” del fantacalcio è basato su delle fasce. A seconda del punteggio della squadra, si ottiene un determinato numero di gol nella partita.

E il numero magico, quello per cui si può cominciare perlomeno a esultare, è 66. Logico, considerando che si gioca in undici. E quindi l’idea che di media tutta la squadra abbia preso una sufficienza è premiata con un gol.

Dopodiché, la regola più comune prevede che si assegni un’ulteriore rete ogni sei punti in più. Quindi una squadra avrà segnato due gol quando raggiungerà quota 72, tre a 78, quattro a 84, cinque a 90, sei a 96, per poi arrivare a improbabili goleade con squadre che grazie a prestazioni monstre dei calciatori selezionati accumulano 102, 108 o 114 punti.

L'ODIATO 65,5 AL FANTA

Attenzione, però, perché questo sistema è la croce e la delizia dei fantallenatori, perché basta mezzo punto in più o in meno per cambiare interamente le sorti di una partita.

E quindi un elemento che può sembrare superfluo come un’ammonizione (che per l’appunto, toglie 0,5 punti al voto del calciatore che la subisce) è in grado di determinare il risultato. Non per nulla il numero più odiato dai fantallenatori è 65,5, perché significa essere arrivati a un passo dal gol, ma non esserci riusciti per il minor scarto possibile.

Figurarsi poi se invece il proprio avversario ha raggiunto quota 66 per miracolo… Ma non è solo questa la frustrazione del fantallenatore, perché esistono anche casi inversi. Come quelli in cui le due squadre sono ai limiti estremi della propria fascia, ma finiscono comunque per pareggiare. Non è facile accettare di portare a casa un solo punto in classifica quando la differenza di punteggio si avvicina ai sei fatidici punti.

Un 2-2 tra un undici che totalizza 72 punti e uno che invece si ferma a 77,5 magari non rifletterà perfettamente i valori delle scelte dei due allenatori, ma del resto nel calcio “vero” succede anche che una squadra meriti ampiamente di vincere, per poi finire a maledire gli dei del pallone per un pareggio!

LE DEROGHE ALLE FASCE DEI 6 PUNTI

Non in tutti le leghe, però, utilizzano queste fasce. Del resto, come avviene per tante altre attività ludiche, basta organizzarsi e, previo accordo dei partecipanti, le regole possono cambiare eccome. La necessità di fasce di diverso tipo diventa per esempio pressante anche quando la lega è composta da parecchie squadre. Naturalmente, più partecipanti ci sono, più la qualità media delle rose si abbassa.

Non tutti hanno la fortuna di avere in rosa uno specialista dal dischetto come Mimmo Criscito e considerando che a volte non si riescono neanche a schierare gli undici titolari, le possibilità di andare “in gol” si abbassano drasticamente.

Il capitano del Genoa, Criscito!

Di conseguenza non tutti usano i sei punti, ma preferiscono optare per scarti minori. Una soluzione che però piace poco ai puristi, che ritengono le fasce classiche quelle più in grado di rispecchiare l’andamento di una vera partita, non rendendo né troppo semplice né praticamente impossibile riuscire a fare un gol in più dell’avversario.

Ma visto che di regole universali non ce ne sono, la fantasia di chi organizza il fantacalcio non ha praticamente limiti. E infatti alcune leghe arrivano addirittura a utilizzare delle fasce progressive, che rendono abbastanza più semplice “dilagare”. Queste ultime cominciano a 66 come quelle classiche, ma che poi dopo aver assegnato due reti a 72 cominciano a diminuire i punti necessari per realizzare quelle successive.

Quindi il terzo gol sarà a quota 77 (5 punti di distacco), mentre dal quarto in poi bastano quattro punti in più per assicurarsi la rete successiva. E per chi odia i pareggi con troppo distacco, ci sono anche leghe che quando le due squadre sono nella stessa fascia ma con un divario ampio, assegnano un gol in più…a tavolino a quella ha il punteggio più alto! 

IL FANTA CON LA CLASSIFICA GENERALE

Il fantacalcio nel mondo non è solo fatto da fantasiosi giuristi, capaci di inventare nuovi sistemi di punteggio e cavilli vari. C’è addirittura chi per evitare la frustrazione del mezzo punto preferisce non assegnare gol e giocare partite, per poi conteggiare i punti in una mega-classifica generale che si aggiorna di giornata in giornata.

Questo sistema però non piace a molti, in quanto la mancanza degli scontri diretti toglie pepe alla competizione. Più in generale, la classifica generale tende a favorire squadre che magari avrebbero perso questa o quella partita vista la giornataccia dei propri calciatori, ma che con un’ottima prestazione nella giornata successiva recuperano in graduatoria senza pagare pegno per quella che in un fantacalcio “classico” sarebbe stata una sconfitta senza attenuanti.

FANTA... PRESSIONE!

Insomma, visti i tanti e diversi modi di approcciare ai gol al fantacalcio, sembra quasi strano che il classico mezzo punto possa continuare a fare la differenza, ma è evidente che in qualsiasi caso può essere lo spartiacque tra un’ottima giornata e un fine settimana catastrofico. Il che spiega (ma di certo non giustifica) l’enorme pressione che alcuni fantallenatori decidono di mettere sulle spalle dei “loro” giocatori, magari dopo averli riscoperti come nel caso di Giovanni Simeone, opzione di marcato perfetta per le scommesse online da quando al Verona c'è Tudor!

Giovanni Simeone con la maglia dell'Argentina!

Da quando i social sono diventati parte integrante del quotidiano, infatti, non è raro vedere calciatori postare infastiditi i messaggi privati e i commenti in cui (spesso con modi e con parole censurabili) si chiede loro di segnare o di giocare meglio non tanto per la propria squadra, ma perché qualcuno li ha comprati al fantacalcio.

Certo, poi ci sono anche molti protagonisti del pallone che invece si divertono anche loro a giocare e a fare la formazione, magari comprandosi e schierandosi. E in quel caso, forse, a non perdere il famoso mezzo punto ci pensa direttamente chi scende in campo!

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo. 

 
November 10, 2021
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Francesco vive di sport, di storia e di storie di sport. Dai Giochi Olimpici antichi a quelli moderni, dalle corse dei carri a Bisanzio all'Olanda di Cruijff, se c'è competizione o si tiene un punteggio, lui si appassiona sempre e spesso e volentieri ne scrive.

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record vittorie consecutive Serie A | primato vittorie consecutive in campionato

La storia del calcio italiano spiega che giocare un intero campionato senza mai perdere è possibile. Ci sono riuscite Juventus e Milan, vincendo lo Scudetto, ma anche il Perugia per un leggendario secondo posto. Molto più complicato, invece, è vincere sempre.

LE 10 VITTORIE DEL BOLOGNA E DEL MILAN

IL RECORD DELLA ROMA DI SPALLETTI

IL PRIMATO ASSOLUTO: 17 SUCCESSI

I NUMERI DI ALLEGRI

I RECORD ALL'ESTERO

Persino le squadre che hanno dominato una particolare stagione hanno lasciato punti per strada. Vincere con continuità, senza inciampare mai, è davvero complicato e lo dimostra il record di vittorie consecutive in Serie A, che solo nelle ultime stagioni ha spiccato il volo, proponendo serie in grado di durare quasi metà campionato.

LE 10 VITTORIE DEL BOLOGNA E DEL MILAN

Per parecchi decenni il primato è appartenuto al Bologna 1963/64, quello dello scudetto vinto contro l’Inter allo spareggio. La squadra di Bernardini, guidata in campo da Bulgarelli, Hamrin e Pascutti, infila un filotto di dieci vittorie consecutive tra il novembre 1963 e il febbraio 1964, lanciandosi verso la vetta della classifica e prendendosi un record destinato a durare oltre quarant’anni.

Persino il Milan degli Immortali, quello di Arrigo Sacchi, non riesce a fare meglio. I rossoneri a inizio 1990 mettono il turbo e vincono anche loro dieci partite di fila, prima di interrompere la serie con una netta sconfitta subita dalla Juventus.

Il Milan della finale a Vienna nel 1990!

Ironia della sorte, raggiungere il record del Bologna non serve a moltissimo, perché a fine stagione, pur consolandosi con la seconda Coppa dei Campioni consecutiva, il Milan è costretto ad arrendersi al Napoli di Maradona, che vince il suo secondo Scudetto.

IL RECORD DELLA ROMA DI SPALLETTI

Ci vogliono parecchi anni prima che qualcuno riesca a superare quel primato ed è un’altra squadra che il campionato in questione non lo vince. Anzi, la Roma della stagione 2005/06 sul campo arriva quinta, ma dopo alcuni mesi di fuoco. I giallorossi di Spalletti partono male, ma dalla giornata numero 17 alla 27 sono letteralmente ingiocabili.

La partita del record eguagliato, quella con l’Empoli, rimane nella storia come quella dell’infortunio di Totti, che rischia di saltare i mondiali in Germania. Il match che vale il primato solitario, dunque, è ancora più importante, considerando che è anche un derby. La Roma, con Taddei falso nueve, si impone per 2-0 e iscrive così il suo nome nella storia della Serie A, sfilando il record a due squadre leggendarie.

Luciano Spalletti nel 2006!

 

IL PRIMATO ASSOLUTO: 17 SUCCESSI

Per un altro passo avanti bisogna attendere pochi mesi, quando un’altra squadra che ha scritto la storia del calcio italiano, la seconda Grande Inter, si gioca le sue carte. Nella stagione post-Calciopoli, con un Ibra nel motore, i nerazzurri fanno 97 punti, 51 dei quali arrivano in 17 partite consecutive. La striscia interista inizia a ottobre 2006 con la vittoria sul Livorno e viene interrotta soltanto a fine febbraio 2007 da un pareggio contro l’Udinese.

E la Roma…la vive male, anche perché i giallorossi dovrebbero affrontare i nerazzurri il 4 febbraio, con la possibilità di interrompere a 14 la striscia della squadra di Mancini. Ma i problemi a Catania costringono la FIGC a spostare al 22sima giornata e l’Inter può arrivare a 17.

Mancio, allenatore del record!

Anche qui, la sorte ci mette lo zampino, perché l’unica sconfitta stagionale dei campioni d’Italia arriva proprio nello scontro contro la squadra di Spalletti, recuperato ad aprile. Quello dell’Inter resta il record di vittorie consecutive in Serie A, anche se negli anni successivi molte squadre sono riuscite a mettere assieme almeno dieci trionfi di fila.

I NUMERI DI ALLEGRI

Nel 2013, per esempio, si ripete la Roma, che unisce la vittoria nell’ultima giornata del campionato 2012/13 alle dieci consecutive in apertura della stagione successiva (ancora primato della Serie A), raggiungendo di nuovo quota 11.

Un’impresa riuscita anche alla Lazio nella stagione 2019/20, quando la banda Inzaghi tra ottobre e gennaio mette in fila undici vittorie, fino al derby di inizio febbraio in cui la Roma evita che i cugini possano superarla in questa speciale classifica.

Anche l’Inter di Conte, nell’annata del suo diciannovesimo scudetto, fa l’accelerazione decisiva a colpi di vittorie consecutive: tra fine gennaio e inizio aprile i nerazzurri mettono assieme 33 punti in 11 partite, facendo scattare la freccia e sorpassando il Milan, scavando il solco che li porterà ad essere una scommessa vincente per lo Scudo con parecchie giornate d’anticipo.

Numeri clamorosi anche quelli del Napoli di Sarri nel 2017, a cavallo di due stagioni. I partenopei terminano l’annata 2016/17 con cinque vittorie consecutive, a cui poi vanno ad aggiungersi gli otto trionfi di fila all’inizio della stagione successiva, per un totale di 13 partite vinte. In nessuno dei due campionati, però, la squadra del tecnico toscano va a vincere lo Scudetto.

Cosa che invece accade alla Juventus grazie alla miglior striscia di sempre della storia del club bianconero, che è anche la seconda per lunghezza in Serie A. La squadra di Allegri comincia la stagione 2015/16 parecchio in chiaroscuro, ma poi scatta qualcosa. Dalla fine della decima giornata in poi, il campionato diventa un monologo dei campioni d’Italia in carica, che delle restanti 28 partite ne vincono 26, pareggiandone una sola e perdendo alla trentasettesima.

La coreografia dei tifosi bianconeri!

È proprio il pareggio contro il Bologna a interrompere a 15 la serie di vittorie consecutive dei bianconeri, che si fermano a due lunghezze dal record di proprietà dell’Inter. In compenso, le undici partite che seguono il pari con i rossoblù sono altrettante vittorie, che portano il bottino della Juventus all’incredibile cifra di 79 punti in 27 match, che portano un record anche per le scommesse Serie A, ma non quello di vittorie consecutive.

I RECORD ALL'ESTERO

Insomma, i nerazzurri di Mancini restano in cima alla graduatoria, ma persino la loro striscia è più breve rispetto a quelle di altre squadre, anche solo rimanendo nell’ambito dei grandi tornei. In Premier League il record è di 18 vittorie ed è condiviso da Manchester City (nel 2017) e Liverpool (tra 2019 e 2020).

Il Liverpool del 2020!

In Bundesliga, neanche a dirlo, il primato ce l’ha il Bayern con 19 vittorie di fila tra ottobre 2013 e marzo 2014. In Olanda il PSV fa ancora meglio, perché nell’anno del triplete (1987/88) la squadra di Eindhoven infila 22 successi di fila. Il record nei campionati più importanti è invece certamente quello del Benfica, che tra l’aprile 1972 e il marzo 1973 sa solo vincere, con 29 partite portate a casa.

Se poi si esce dall’Europa ci sono i giordani dell’Al-Faisaly con 32 vittorie consecutive a inizio millennio. E tornando invece a tempi parecchio antichi, ci sono le 51 vittorie di fila dello Sparta Praga all’inizio degli anni Venti, che però potrebbero essere anche di più (o anche di meno…), visto che le fonti dell’epoca non sono particolarmente precise. Insomma, l’Inter stravince in Italia. Ma in giro per il mondo si è fatto molto di meglio…

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo.
 

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Francesco vive di sport, di storia e di storie di sport. Dai Giochi Olimpici antichi a quelli moderni, dalle corse dei carri a Bisanzio all'Olanda di Cruijff, se c'è competizione o si tiene un punteggio, lui si appassiona sempre e spesso e volentieri ne scrive.

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