Il rinnovo di Berardi è l'acquisto migliore del Sassuolo!

Se c’è un club in Serie A che nelle ultime stagioni ha fatto passi da gigante, anche e soprattutto grazie alla programmazione e alla capacità di investire sul mercato, quello è sicuramente il Sassuolo. I neroverdi sono arrivati nella massima serie nel 2013 e, a parte un breve flirt con la retrocessione poi scampata nella stagione di esordio, hanno sempre dimostrato non solo di poter competere in A, ma di poter creare parecchi fastidi anche alle big del campionato tricolore.

Il mercato 2022 del Sassuolo

Gli obiettivi di mercato del Sassuolo

I neroverdi Campioni d'Europa a Wembley

Le bandiere del Sassuolo

Acquisti e cessioni record del Sassuolo

Il bonus di benvenuto di 888sport!


Il tutto attraverso una crescita costante, basata sull’acquisizione di giovani di talento poco considerati dalle big o cercati in tenerissima età e fatti crescere nell’innovativo centro sportivo costruito dalla società. Sul mercato, il concetto del player trading è quello preferito dal Sassuolo, che come dimostrano le ultime stagioni lo va man mano perfezionando.

Il mercato 2022 del Sassuolo

E come sempre, il mercato dei neroverdi è pieno di nomi che forse al momento dicono poco, ma che potrebbero affermarsi a breve. Il calciatore pagato più nell’estate 2022 è l’uruguaiano Augustin Alvarez, centravanti acquistato dal Peñarol e pagato 12 milioni di euro.

Segue il trequartista norvegese Kristian Thorstvedt, scovato nel Genk e pagato 10 milioni. C’è poi stato il riscatto di alcuni calciatori già in rosa nella scorsa stagione, come Matheus Henrique (8 milioni), Abderrahman Harroui (3 milioni), Emil Konradsen Ceïde (anche lui 3 milioni) e Riccardo Ciervo (2 milioni).

Arriva infine dall’Inter, in prestito con diritto di obbligo di riscatto a 20 milioni e accordo verbale per la recompra, Andrea Pinamonti. Non sono inoltre mancate le cessioni importanti, come quella di Gianluca Scamacca al West Ham per 35 milioni, oltre al riscatto di Jeremie Boga da parte dell’Atalanta che ne ha portati 22.

Matheus Henrique nell'epico derby di Libertadores!

 

Gli obiettivi di mercato del Sassuolo

In entrata la rosa è quasi completa, ma i neroverdi potrebbero rinforzare l’attacco (anche in vista di eventuali cessioni eccellenti) con l’esterno destro francese Armand Laurientè, in forza al Lorient e valutato 7 milioni di euro.

Tra le possibili uscite ci sono quelle di Davide Frattesi, che il club valuta 30 milioni, mentre Giacomo Raspadori, da gioiello della casa, ha raggiunto il Napoli per una complicata formula che prevede una serie di bonus.

I neroverdi Campioni d'Europa a Wembley

Del resto, però, al Sassuolo non è che serva poi spendere tanto per portare a casa talenti incredibili. Curioso il fatto che i tre calciatori neroverdi che si sono laureati campioni d’Europa nel 2020 siano costati in totale poco meno di 20 milioni di euro.

Per Berardi, cresciuto nel vivaio, ceduto alla Juventus e riacquistato definitivamente nel 2015, sono usciti dalle casse del club 5,5 milioni (ceduto a 4,5 e ricomprato a 10), mentre Locatelli è arrivato dal Milan per 14 milioni. Raspadori, invece, è un esempio di campione d’Europa a costo zero, in quanto arrivato nel vivaio e inserito stabilmente in prima squadra senza trasferimenti intermedi.

Il rigore di Mimmo Berardi!

Dunque, Sassuolo esempio virtuoso di società che investe e rientra ampiamente di quanto speso. E in fondo c’era da aspettarselo, perché la vertiginosa ascesa del club è stata legata alla volontà del compianto Giorgio Squinzi, grande capo di Mapei e patrono dei neroverdi a partire dall’inizio del nuovo millennio. La sua opera è portata avanti nella dirigenza dai figli Marco e Veronica e nelle decisioni calcistiche da Giovanni Carnevali, amministratore delegato e direttore generale da quando la squadra è salita in Serie A.

Una proprietà ambiziosa, che ha contribuito alla crescita sportiva ed economica del club, che ha uno stadio di proprietà (il Mapei di Reggio Emilia) e un centro sportivo e medico all’avanguardia.

Berardi a Wembley!

Le bandiere del Sassuolo

Tra i talenti che hanno vestito il neroverdi ci l’attuale capitano della Roma Lorenzo Pellegrini, il centrale della Lazio (e anche lui campione d’Europa) Francesco Acerbi, il centrocampista dell’Inter Stefano Sensi, campione d’Italia 2020/2 e l’esterno del Napoli Matteo Politano.

Tra le leggende del club, però, ci sono certamente anche il capitano e recordman di presenze Francesco Magnanelli, al Sassuolo dal 2005, il portiere Andrea Consigli (arrivato nel 2014) e il terzino Federico Peluso.

Un pregevole stop di sinistro di Federico Peluso!

Acquisti e cessioni record del Sassuolo

IInsomma, nel comprare i giocatori il Sassuolo ci sa fare eccome e non spende neanche troppo, considerando che il calciatore più costoso di sempre, almeno fino a che non scatterà l’obbligo da 20 milioni per Pinamonti, è Hamed Traorè, il cui riscatto è costato 16 milioni.

Dietro di lui c’è Manuel Locatelli, costato 14 milioni, seguito da Marlon, pagato 12 milioni al Barcellona. Nella lista si inserisce, a pari merito con Matheus Henrique, anche il nuovo arrivo Alvarez, con i suoi 12 milioni.

Acquisti record - Sassuolo

  1. Junior Traorè - Empoli (2021 - 16 milioni)
  2. Manuel Locatelli - Milan (2019 - 14 milioni)
  3. Matheus Henrique - Gremio (2021 - 12 milioni)


Cessioni record - Fiorentina

  1. Gianluca Scamacca - West Ham (2022 - 35 milioni)
  2. Jeremie Boga - Atalanta (2022 - 22 milioni)
  3. Matteo Politano - Inter (2019 - 21,1 milioni)

 

E per le cessioni? Qui la storia si fa assai più interessante, perché la cessione record…è appena arrivata, con i 35 milioni spesi dal West Ham per Scamacca.

Che però possono essere superati alla fine della stagione, visto che le modalità del passaggio di Locatelli alla Juventus prevedono un prestito biennale con obbligo condizionato di riscatto a una cifra che parte da 25 milioni e può arrivare a 37,5. In ogni caso, un prezzo che batterà la seconda miglior cessione attuale, quella di Stefano Sensi nell’estate 2020 all’Inter per 25 milioni.

Seguono i 22 milioni dell’Atalanta per Boga e i 21,1 milioni di euro sborsati sempre dall’Inter per Matteo Politano nella stagione 2019/20.

Demiral con la maglia del Sassuolo!

Ma anche in questo caso, come per il Sassuolo in generale, l’impressione è che il meglio…debba ancora venire e che presto i neroverdi saranno tra le prime 5 per le quote Scudetto!

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo.

August 23, 2022
Ermanno Pansa
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Ermanno è un grande appassionato di sport, in particolare del calcio, vissuto a 360°: come professionista e come tifoso. Ha seguito tutte le fasi finali delle manifestazioni internazionali degli ultimi 15 anni, Mondiali ed Europei.

Amante degli incontri ricchi di gol, collabora quotidianamente con il blog di 888sport, per il quale rappresenta una costante fonte di idee.

 

Stipendi calcio femminile | calcio femminile Serie A stipendi | Serie A donne stipendi

Dopo anni di relativa oscurità, interrotta da fiammate di notorietà grazie alle grandi manifestazioni, il calcio femminile in Italia sembra aver finalmente trovato una sua dimensione. Che tra l’altro è assolutamente in crescendo, anche e soprattutto grazie alla decisione di prevedere che i grandi club del pallone degli uomini avessero anche squadre composte da ragazze.

Lo status da dilettanti da superare

Il limite di retribuzione annua

Il passaggio al professionismo dalla stagione 2022/23

Le calciatrici più pagate in Italia

Alex Morgan la più pagata al Mondo

Una situazione che ha totalmente ribaltato i rapporti di forza del calcio femminile in Italia, soprattutto visto l’arrivo di vere e proprie corazzate. La Juventus Women, finora sempre campione d’Italia da quando è stata creata, la Roma Femminile ma anche realtà come il Sassuolo Femminile o la Fiorentina sono destinate a contribuire ad aumentare in maniera esponenziale l’importanza della disciplina nel nostro paese e, perché no, a lanciare qualche candidata spendibile per il pallone d'oro femminile anche grazie all’apporto sempre maggiore di pubblico mutuato dalle squadre maschili.

Lo status da dilettanti da superare

Quello che però continua a non cambiare è lo status delle calciatrici, che per il calcio italiano restano sempre e comunque delle dilettanti. I netti miglioramenti del settore, che permettono a chi scende in campo di vivere di calcio e di allenarsi e giocare in strutture che non hanno nulla da invidiare a quelle dei grandi club (anche perché ormai…spesso sono le stesse!), non hanno contribuito a un avanzamento normativo verso il professionismo.

Le Norme Organizzative Interne Federali, le celebri NOIF di riferimento permettono la creazione di accordi di tipo economico, ma lo status dilettantistico impedisce tipologie di lavoro subordinato (contratti) e autonomo (prestazioni da liberi professionisti). Il che, dal punto di vista giuridico, toglie anche alle calciatrici alcune tutele, come quella assicurativa, quella sanitaria e, ovviamente, quella pensionistica.

Il limite di retribuzione annua

Come funzionano dunque gli accordi delle calciatrici di Serie A? Intanto, hanno un limite ben fissato di retribuzione lorda annua che non può essere superato, quello di 30658 euro. Per rimpinguare le proprie casse, le calciatrici devono dunque puntare su altri introiti, come quelli dei bonus, delle indennità, delle spese di viaggio, che però sono anch’essi strettamente regolamentati e non possono superare cifre che restano comunque poco al di sopra dei 1000 euro mensili.

L’ultimo cambiamento al riguardo è datato 2018 e supera uno scoglio che fino a qualche anno fa era caratteristico del calcio femminile, quello del tesseramento annuale.

Come tutti i dilettanti, alla fine di ogni stagione, le calciatrici potevano decidere di rimanere con la propria squadra o di portare il proprio cartellino altrove.

Un abbraccio delle Azzurre!

Le modifiche più recenti prevedono invece la possibilità per le società di sottoscrivere con le atlete accordi economici pluriennali, fino a un massimo di tre stagioni, sempre previa l’impossibilità di pagare all’anno più del limite dei 30.658 euro più le varie indennità. Il fatto che gli accordi vadano pagati in mensilità uguali tra loro (ma entro comunque la finestra temporale della stagione in corso) spiega molto bene come questi accordi siano, almeno dal punto di vista pratico, molto simili ai contratti della controparte maschile, senza però esserlo per quanto riguarda i diritti delle giocatrici.

Il passaggio al professionismo dalla stagione 2022/23

Ancora per poco, però, perché la riforma dello Sport del Governo Draghi ha intenzione di cambiare le carte in tavola. Le decisioni dell’esecutivo spingono per un passaggio al professionismo a partire dalla stagione 2022/23, che dovrebbe dunque rappresentare il momento clou di una lotta che va avanti da anni per una parità di genere che le calciatrici portano avanti da parecchi anni.

Anche perché all’estero la situazione è assai diversa, con parecchi campionati professionistici che permettono alle calciatrici di guadagnare molto di più. Non sorprende dunque che molte azzurre abbiano tentato almeno una volta l’avventura all’estero, magari in Inghilterra o in Francia, dove gli stipendi sono più alti (basterebbe pensare a Samantha Kerr, l’australiana del Chelsea, finalista di Champions 2021 per le scommesse, che guadagna 800mila euro a stagione).

Il tanto pubblicizzato accordo tra Barbara Bonansea, attaccante della Juventus e della nazionale italiana, e Mino Raiola, forse il più influente procuratore del calcio europeo, non era tanto legato alla ricerca di un miglior ingaggio in Italia, perché sarebbe stato impossibile, ma alle prospettive di trovare una sistemazione più redditizia all’estero.

E proprio il timore di una diaspora dei talenti locali è stato il grimaldello sportivo per arrivare all’accordo sul professionismo, che dovrebbe giovare sia al movimento in sé, permettendo di trattenere le migliori azzurre e attrarre anche calciatrici importanti dall’estero, che soprattutto a chi scende il campo a ottenere stipendi migliori.

Le calciatrici più pagate in Italia

Ma questo, per quanto prossimo, è il futuro. Al momento attuale, nel valutare gli stipendi delle calciatrici di A è ancora impossibile salire troppo al di sopra del limite, anche al netto dei bonus e delle indennità introdotte negli ultimi tempi.

Il massimo raggiungibile si aggira sui 40mila euro lordi, cifre che comunque vengono corrisposte soltanto alle top player del campionato come la bianconera Barbara Bonansea. Anche le altre azzurre, come Sara Gama (anche lei della Juventus) o Elena Linari (Roma) o Valentina Giacinti (Milan), ma persino le calciatrici arrivate dall’estero negli ultimi anni, non ultima la canadese Julia Grosso, medaglia d’oro olimpica e da poco acquistata dalla Juventus, non possono superare quelle cifre. Almeno, non attraverso gli accordi con i club. 

Valentina Giacinti

Resta però implicito che le calciatrici possono trovare fonti di reddito alternative, che nel loro caso puntano dritte al mercato pubblicitario.

L’aumento dell’importanza del calcio femminile in Italia è da questo punto di vista un aiuto fondamentale per le giocatrici, che sempre più imitano i colleghi uomini per quanto riguarda gli accordi con gli sponsor, che siano di materiale tecnico (come accade per le giocatrici della nazionale, sotto contratto a vario titolo con le migliori aziende del settore) o di qualsiasi altra tipologia, come la diretta scommesse . Gli sponsor possono fare la differenza, tanto in Italia quanto all’estero.

Alex Morgan la più pagata al Mondo

Basterebbe pensare che sebbene Samantha Kerr sia la calciatrice con lo stipendio più alto del 2020, non è comunque quella che ha guadagnato di più. La statunitense Alex Morgan, nonostante un accordo con il suo club che si aggira sui 400mila euro, attraverso le sue sponsorizzazioni e altre attività collaterali (come la sua produzione letteraria e lo sfruttamento dei diritti dei suoi romanzi per adattamenti televisivi) è arrivata a guadagnare circa 4 milioni di euro.

La Alex Morgan!

Una cifra che può fare invidia a parecchi colleghi del pallone maschile. Sarà questo il futuro anche per le calciatrici della Serie A? Possibile. Intanto, il professionismo sarà un passo importante per i diritti, prima ancora che per gli introiti. Ma con la crescita sportiva del movimento, anche quella economica sembra ormai inevitabile…

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo.

December 8, 2021
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Francesco vive di sport, di storia e di storie di sport. Dai Giochi Olimpici antichi a quelli moderni, dalle corse dei carri a Bisanzio all'Olanda di Cruijff, se c'è competizione o si tiene un punteggio, lui si appassiona sempre e spesso e volentieri ne scrive.

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Stipendi Premier League | Stipendi Premier League 2022 | i più ricchi in Premier

Quando si parla del campionato più appassionante del mondo, di solito si fa riferimento alla Premier League. Dunque, non sorprende molto che il torneo inglese sia anche il più ricco del pianeta. Nel corso degli ultimi decenni, dopo la rivoluzione del 1992, la Premier si è presa con la forza il trono dei campionati europei, andando a scalzare prima la Serie A e poi la Liga, nonostante la presenza in Spagna di campioni come Leo Messi e Cristiano Ronaldo.

Il podio degli stipendi in Premier

Quanti giocatori dello United in classifica

Lukaku sesto con 20 milioni

Pogba e Kantè nono e decimo

Di recente, poi, il gap si è fatto ancora più evidente, soprattutto dal punto di vista economico. Basterebbe dire che di diritti televisivi una neopromossa in Premier League guadagna più dell’Inter campione d’Italia 2021 e tanto quanto chi arriva secondo o terzo in Liga. Insomma, oltremanica i soldi non mancano di certo, anche grazie all’arrivo di proprietà straniere dalle grandi disponibilità. Ecco perché la lista dei dieci calciatori più pagati della Premier League presenta delle cifre da capogiro. 

Il podio degli stipendi in Premier

A guidare la graduatoria, neanche a dirlo, c’è Cristiano Ronaldo. Dopo tre anni alla Juventus, il portoghese ha deciso di tornare dove tutto (o quasi) è cominciato. Il Manchester United non ha resistito al fascino del figliol prodigo e lo ha riaccolto a braccia aperte. Un grandissimo colpo di campo con tanto di record del gol ottocento personale firmato all'Arsenal, mediatico, ma anche un bell’affare per il lusitano, che ha strappato ai Red Devils un ingaggio da 31 milioni di euro a stagione per due anni.

Il che lo porta in cima alla lista dei Paperoni della Premier League, scalzando…un celebre concittadino. Prima del ritorno di CR7, infatti, a prendersi il primo posto era stato il belga Kevin de Bruyne. Il centrocampista del Manchester City di Guardiola ha da poco messo la sua firma su un rinnovo faraonico a dire poco, che gli garantisce 25 milioni di euro a stagione. Un accordo che, tra l’altro, il classe 1991 ha negoziato da solo, convincendo il club a suon di statistiche che ogni centesimo era molto ben speso.

Il bandierone dedicato a KDB!

Per il terzo gradino del podio si rimane a Manchester, ma si torna dal lato United della città. A prendersi il bronzo in questa speciale graduatoria c’è David De Gea. Il portiere spagnolo ha massimizzato come meglio non poteva l’essere andato quasi in scadenza nel 2019, prima del momento di difficoltà affrontato un po’ da tutti i club. Pur di non perderlo a parametro zero, lo United ha infatti deciso di offrirgli un accordo da 23 milioni di euro, che lo rende il portiere più pagato del mondo.

Quanti giocatori dello United in classifica

Anche per il quarto posto non c’è bisogno di muoversi poi tanto, visto che si parla di Jadon Sancho. L’inglese, cresciuto nelle giovanili del Manchester City, è tornato a casa, ma ha tradito il blu dei Citizens per il rosso dei Red Devils. Per convincerlo lo United gli ha offerto un contratto che parla di 21 milioni a stagione e una fiducia pressoché illimitata per il futuro…

Che lo United abbia fatto all-in per tornare grandissimo lo si capisce dal fatto che anche il quinto calciatore più pagato della Premier League giochi a Old Trafford.

Raphael Varane, dopo quasi un decennio passato a vincere…tutto con la maglia del Real Madrid e della nazionale francese, ha accettato la sfida di diventare grandissimo anche in Inghilterra. Il tutto di fronte a un contratto da 20 milioni a stagione, cifra che al Santiago Bernabeu non guadagna nessuno dei suoi ex compagni.

Un colpo di testa di Raphael Varane

Lukaku sesto con 20 milioni

A proposito di grandi arrivi, al sesto posto ce n’è un altro, che in realtà…è un grande ritorno. Romelu Lukaku ha riabbracciato il Chelsea, che pure lo aveva ceduto parecchi anni fa dopo averlo acquistato giovanissimo dall’Anderlecht. Il belga torna in Premier dopo la positiva esperienza in Serie A con l’Inter, ma ai Blues costa caro non avergli dato fiducia prima: Lukaku ora ha un contratto da 20 milioni a stagione con il club!

Dopo un breve intermezzo londinese, si torna a Manchester per la settima e l’ottava posizione.

Stavolta però si parla di due calciatori del Manchester City, sempre favorito per il titolo per le scommesse calcio, Raheem Sterling e Jack Grealish. Per entrambi le cifre fornite da Sportrac parlano di 19 milioni di euro a stagione, con una piccola (ma non troppo) differenza. L’attaccante, nonostante un Europeo da protagonista, potrebbe essere arrivato alla fine della sua avventura all’Etihad, visto che il suo contratto scade nel 2023.

Sterling sotto porta

Guardiola lo apprezza e gli ha promesso più spazio in futuro, ma chissà che il futuro non porti Sterling lontano da Manchester o addirittura dalla Premier League. Il trequartista invece ha appena iniziato…a divertirsi, considerando che è arrivato nell’estate 2021 firmando addirittura un accordo fino al 2027, con una parte fissa da 14 milioni e una serie di bonus abbastanza semplici da raggiungere che lo portano allo stesso livello del suo compagno di squadra.

Pogba e Kantè nono e decimo

Impossibile però chiudere questa lista senza due campioni del mondo in carica: Paul Pogba e N’Golo Kantè, I transalpini condividono il reparto in nazionale, l’anello dei vincitori di Russia 2018 e persino l’ammontare dell’ingaggio, 18 milioni a stagione.

Anche qui però si parla di due situazioni totalmente diverse. L’ex juventino sta per diventare (assieme all’altro francese Mbappè) uno dei free agent più appetibili del calcio mondiale. Il suo contratto con il Manchester United scade a fine giugno 2022 e tutte le trattative per il rinnovo tra il suo procuratore Raiola e il club si sono rivelate un buio nell’acqua. E chissà che arrivando da qualche parte gratis, Pogba non riesca a ottenere un ingaggio ancora più alto.

Un colpo di tacco di Pogba!

Un problema, quello dei soldi, che sembra non appartenere per nulla a Kantè. A confermarlo c’è il fatto che al momento di rinnovare con il Chelsea, campioni d'Europa 2021 da sfavoriti per le scommesse online, il francese ha rifiutato la possibilità che il suo stipendio transitasse attraverso paradisi fiscali, preferendo pagare tutte le tasse dovute al governo britannico e trasformandosi così in uno dei super contribuenti di Sua Maestà, pagando una quantità di imposte allo stato che fa concorrenza a multinazionali come Amazon e Starbucks. 

Insomma, se la Premier League è il campionato più bello e più seguito del mondo, è anche quello che in media paga meglio le sue stelle. E se qualcuno che gioca a pallone è alla ricerca dell’America, beh, farebbe meglio a guardare al di qua dell’Oceano e a fare un pensierino…all’Inghilterra!

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo.

 
December 8, 2021
Ermanno Pansa
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Ermanno è un grande appassionato di sport, in particolare del calcio, vissuto a 360°: come professionista e come tifoso. Ha seguito tutte le fasi finali delle manifestazioni internazionali degli ultimi 15 anni, Mondiali ed Europei.

Amante degli incontri ricchi di gol, collabora quotidianamente con il blog di 888sport, per il quale rappresenta una costante fonte di idee.

 

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Giuseppe Iachini | Iachini allenatore | Iachini Parma 2022

Quando il nuovo Parma targato Krause ha dovuto cercare un sostituto per Enzo Maresca, esonerato per scarsi risultati ancor prima della fine del girone di andata della Serie B, i Ducali hanno preferito andare sul sicuro.

Iachini centrocampista di rendimento

Le prime squadre allenate da Iachini

La B dei record vinta con 85 punti

Le stagioni di Iachini a Palermo

Si chiama Parma la nuova sfida di Iachini

Al posto dell’ex assistente di Pep Guardiola, i gialloblù hanno assunto Beppe Iachini. Uno per cui, anche in Serie B, il curriculum parla assai chiaro e l'ingaggio è di quelli da Big!

Iachini centrocampista di rendimento

Il tecnico di Ascoli Piceno è infatti un vero e proprio mago della categoria cadetta, avendo raggiunto quattro promozioni in Serie A con altrettante squadre diverse (Chievo Verona, Brescia, Sampdoria e Palermo). E se è vero che l’ultima promozione risale ormai al 2014 è anche perché da quel momento in poi, Iachini in B non ci ha più messo piede. La nuova missione, dunque, è quella di riportare un ambizioso Parma in Serie A. E guardando alla carriera dell’allenatore marchigiano, ci sono molte probabilità che ciò accada.

Anche perché persino da calciatore Iachini è stato protagonista di parecchi salti di categoria. Centrocampista di lotta più che di governo (al punto da essere soprannominato Cagnaccio), inizia la sua storia calcistica con la squadra della sua città, che lo fa esordire nel 1981 e con cui disputa sei campionati. Il quinto, quello 1985/86, è di Serie B, ma l’Ascoli di Vujadin Boskov torna immediatamente tra i grandi, anche grazie al contributo di Iachini. Nel 1987 passa al Verona, con cui fa anche il suo esordio nelle coppe europee, per poi accasarsi per cinque stagioni alla Fiorentina. 

Nel 1988 è il numero 16 nella spedizione olimpica del CR Francesco Rocca, che chiuderà al quarto posto; per le quote calcio oggi, varrebbe infinito il risultato esatto di quel famoso Zambia - Italia...

Iachini con la maglia della Nazionale Olimpica

In maglia viola è suo malgrado tra i protagonisti della clamorosa retrocessione della stagione 1992/93, ma anche della promozione di quella successiva, al termine della quale si trasferisce per due anni al Palermo. Dopo una stagione a Ravenna, Iachini si trasferisce al Venezia con cui, neanche a dirlo, nella stagione 1997/98 conquista la promozione in A. L’addio alla Laguna è datato 2000, mentre il ritiro arriva un anno dopo, al termine dell’unica esperienza in C con la maglia dell’Alessandria.

Le prime squadre allenate da Iachini

Il passaggio alla panchina è rapidissimo e parte da una situazione abbastanza controversa. Dopo una breve esperienza a Piacenza come secondo di Novellino, il suo ex presidente Zamparini lo chiama a guidare il Venezia al posto di Prandelli.

Iachini non ha però il patentino e quindi ufficialmente figura come team manager, creando una polemica che porta alla sua squalifica fino all’estate 2002. Nonostante questo, la carriera di Iachini parte comunque bene, anche grazie alla chiamata del Cesena nella stagione 2002/03. I romagnoli danno fiducia al giovane tecnico, che fa piazzare i bianconeri al terzo posto del girone A della Serie C1, abbastanza per arrivare ai playoff ma non per passare in Serie B.

Comunque, il tecnico nella categoria successiva ci va eccome, perché nella stagione successiva lo assume il Vicenza. Il campionato dei veneti è senza sussulti particolari, con un tredicesimo posto finale, ma basta e avanza a Iachini per crearsi una buona reputazione nella categoria.

E quindi nell’estate 2004 arriva la chiamata ancora del Piacenza. Stavolta con i gradi di primo allenatore, Iachini passa al Garilli tre stagioni molto importanti. La prima termina con un nono posto, mentre la seconda va leggermente peggio, con la squadra che termina al dodicesimo. L’annata migliore è però certamente quella 2006/07, in cui in B ci sono potenze come la Juventus (retrocessa causa Calciopoli), il Genoa e il Napoli.

In quella stagione il Piacenza è la…prima delle umane, arrivando quarta e mancando la possibilità di tentare la promozione solo perché la distanza tra gli emiliani e la terza (il Genoa) è troppo ampia per giocarsi i playoff. Nessun problema, perché la gioia della prima promozione da allenatore per Iachini è solo rimandata.

La B dei record vinta con 85 punti

Nell’estate 2007 lo assume il Chievo appena retrocesso, che fa una stagione cadetta trionfale, raccogliendo 85 punti, record della categoria a pari merito con la Juventus dell’anno precedente (che però aveva 9 punti di penalizzazione). Per Iachini arriva dunque anche il momento di affrontare per la prima volta la Serie A, ma l’esperienza non è positiva: dopo appena dieci giornate arriva infatti l’esonero.

Neanche a dirlo, Iachini riparte dalla Serie B. Nell’ottobre 2009 lo cerca il Brescia dopo l’esonero di Cavasin. La scelta è azzeccatissima, perché le Rondinelle, nonostante un avvio stentato, arrivano terze e si qualificano ai playoff, in cui battono prima il cittadella in semifinale e poi il Torino in finale, guadagnandosi così la promozione alla Serie A.

Anche stavolta però la gioia per Iachini è di breve durata perché a dicembre arriva l’esonero. In compenso, tempo neanche due mesi, la proprietà lo richiama, ma non basta per evitare la retrocessione e la fine del rapporto con i lombardi. Nel novembre 2011, un’altra chiamata importante: la Sampdoria, appena retrocessa, ha bisogno di un sostituto di Atzori e lo individua in Iachini. L’annata è complicata, ma i Doriani arrivano sesti, abbastanza per prendere parte ai playoff.

L’impresa vera però deve ancora arrivare: battendo il Sassuolo prima e il Varese poi, i liguri tornano in Serie A, con il contratto di Iachini che quindi si rinnova in automatico. Nonostante questo, la stagione nella massima serie, però, non la giocherà mai, perché il club decide di affidare la squadra a Ciro Ferrara. In compenso a dicembre 2012 Iachini in A ci va lo stesso, perché il Siena gli affida la squadra, già ultima in classifica, che era di Cosmi. Il tecnico non può fare miracoli e i toscani retrocedono.

Iachini al Siena!

Le stagioni di Iachini a Palermo

Nel settembre 2013, arriva l’ennesima…chiamata della speranza. La fa Zamparini, ora numero uno del Palermo, che ha appena esonerato Gattuso. L’annata è trionfale: arriva la quarta promozione, la seconda vittoria del campionato e Iachini centra anche l’ennesimo record di punti, inaspettato per le scommesse sportive online, superando gli 85 del suo Chievo e arrivando a quota... 86.

Iachini a Palermo con il portiere Sorrentino!

La stagione successiva il tecnico riesce a concludere il suo primo campionato intero di Serie A, portando i rosanero all’undicesimo posto. Nell’annata 2015/16, però, a Palermo è il caos: Iachini viene esonerato, richiamato e di nuovo esonerato, arrivando a un duro scontro verbale con il presidente. In compenso, da quel momento, il tecnico conoscerà solo la A.

Si chiama Parma la nuova sfida di Iachini

Nell’agosto 2016 viene messo sotto contratto dall’Udinese, che però lo esonera dopo sette partite. Nel novembre 2017 sostituisce Bucchi al Sassuolo, portando la squadra all’undicesimo posto, ma non ottenendo la conferma. Nel novembre 2018 lo assume l’Empoli al posto di Andreazzoli, ma a marzo 2019 la società cambia idea e richiama il toscano.

A dicembre 2019, poi, chiama la Fiorentina per subentrare al posto di Montella. Iachini raggiunge il decimo posto, viene confermato, ma a novembre 2020 viene sostituito da Prandelli. Verrà richiamato a marzo, dopo le dimissioni dell’ex CT, e lascia Firenze con un tredicesimo posto.

Iachini alla Fiorentina!

E ora, dopo tanti anni in A, il tecnico di Ascoli è tornato…al suo grande amore. Gli riuscirà l’ennesimo miracolo in B, stavolta a Parma? Chissà…

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo.

December 7, 2021
Ermanno Pansa
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Ermanno è un grande appassionato di sport, in particolare del calcio, vissuto a 360°: come professionista e come tifoso. Ha seguito tutte le fasi finali delle manifestazioni internazionali degli ultimi 15 anni, Mondiali ed Europei.

Amante degli incontri ricchi di gol, collabora quotidianamente con il blog di 888sport, per il quale rappresenta una costante fonte di idee.

 

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Acquisti Tottenham - Calciomercato Tottenham - Tottenham mercato 2022 ultime notizie

Tra le squadre che catalizzeranno i prossimi mercati c’è certamente il Tottenham. Gli Spurs con l’arrivo di Antonio Conte dovranno cambiare pelle, soprattutto visto che la rosa attuale, per quanto piena di calciatori di talento, non si confà troppo alle richieste del tecnico.

L'ultimo mercato estivo degli Spurs

Gli obiettivi di rafforzamento del Tottenham

La proprietà del Tottenham

Le leggende del White Hart Lane

Acquisti e cessioni record degli Spurs

Giocatori come Dele Alli non corrispondono esattamente al profilo più apprezzato da parte dell’ex CT della nazionale. Ecco perché è lecito aspettarsi che, sotto la guida del DS Fabio Paratici, nella sessione invernale il club si muoverà, con tutta probabilità cercando calciatori di un mercato come quello italiano che sia l’allenatore che il dirigente conoscono a menadito…

L'ultimo mercato estivo degli Spurs

Nel mercato estivo 2021, gli Spurs hanno operato sotto le indicazioni di Nuno Espirito Santo, messo sotto contratto durante gli Europei.

Rimanendo nel solco del 4-2-3-1 degli ultimi anni (anche Pochettino e Mourinho lo hanno utilizzato), la sessione di mercato è stata votata a rafforzare in particolare gli esterni. L’arrivo più importante è però certamente stato quello di Cristian Romero: il centrale è stato preso dall’Atalanta in prestito, ma con un obbligo di riscatto da 50 milioni più bonus. Sempre in difesa è arrivato anche il terzino destro Emerson Royal (25 milioni dal Barcellona), mentre sugli esterni l’altro grande colpo è lo spagnolo Bryan Gil, pagato 25 milioni a Siviglia.

Bryan Gil

A centrocampo gli Spurs hanno speso 17 milioni per portare via al Metz il promettente mediano Papà Sarr (lasciandolo in prestito ai francesi), mentre in porta è arrivato, in prestito con diritto di riscatto a 15 milioni, Gollini. Di fronte a questi acquisti, c’è stato anche qualche addio. Il Villareal ha speso 15 milioni per Juan Foyth, l’Al-Duhauil ne ha versati 13 per Alderweireld e il Watford ne ha scuciti 3,5 per Moussa Sissoko. Inoltre sono andati via Gareth Bale e Carlos Vinicius per fine prestito, oltre agli svincoli gratuiti di Erik Lamela, Serge Aurier e Danny Rose.

Gli obiettivi di rafforzamento del Tottenham

L’arrivo di Conte, però, cambia e non di poco le priorità degli Spurs nel mercato in entrata. Rispetto ai calciatori che servono all’ex CT azzurro per portare avanti la sua idea di gioco, c’è qualche falla nella rosa che sicuramente il club cercherà di colmare già a gennaio, per mantenere la buona posizione in classifica e non perdere il passo nella corsa alle posizioni Champions, obiettivo primario dopo essere finiti in Conference League nella scorsa stagione.

Antonio Conte

In primis, serve un esterno a tutta fascia a sinistra. Gil è troppo offensivo e il suo fisico non si addice al lavoro previsto da Conte. Ecco perché l’idea è quella di ricongiungere l’allenatore con Ivan Perisic, con cui ha già lavorato all’Inter. Il croato è in scadenza e, in caso di mancato rinnovo, a gennaio potrebbe arrivare a Londra a un prezzo contenuto. Stesso discorso per il centrocampista centrale. Quello mediano è un reparto in cui Conte non ha troppe scelte, dunque si apre il discorso che riguarda Franck Kessiè.

L’ivoriano sarebbe perfetto per il gioco dell’allenatore e arriverebbe anche lui a un prezzo contenuto, visto il contratto in scadenza. Il problema in questo caso è la concorrenza, perché l’arrivo a parametro zero di un giocatore così importante potrebbe fare gola alle big, che sono in grado di convincere l’ivoriano a rimanere a Milano fino a giugno per poi muoversi gratis (e con un ingaggio faraonico). Gli obiettivi secondari nei due ruoli sono invece rispettivamente Dejan Kulusevski, che alla Juventus non trova titolarità, e Kalvin Phillips, motorino instancabile del Leeds di Bielsa. Entrambi però costerebbero di più rispetto ai preferiti da Conte…

Non proprio semplicissimissimo indicare chi sarà il primo nuovo big ad approdare ad Enfield per le scommesse calciomercato!

Ma al Tottenham serve davvero comprare qualcuno? La rosa, soprattutto agli occhi del tecnico, dice di sì, ma la storia suggerisce altrimenti. A parte la bontà del vivaio, che nell’ultimo decennio ha portato alla ribalta calciatori come Harry Kane, Harry Winks e Japhet Tanganga, c’è anche un dato che fa riflettere.

La proprietà del Tottenham

La stagione più importante del Tottenham degli ultimi tempi, quella in cui gli Spurs con Pochettino hanno raggiunto la finale di Champions League, è arrivata proprio nell’anno in cui il club non ha speso neanche un euro per il mercato. Le sessioni in entrata dell’estate 2018 e dell’inverno 2019 registrano zero spese, a differenza di quelle precedenti e successive, entrambe superiori ai 100 milioni. Dunque, la speranza del Tottenham può essere una sola: spendere in questa stagione e non farlo (magari vincendo) nella prossima!

Non che agli Spurs manchino i soldi, comunque. Il club è infatti di proprietà, ormai dal 2001, dell’ENIC Group, una società di investimento britannica che fa capo a Joe Lewis. Le quote societarie della ENIC sono per il 30% di Daniel Levy, entrato a far parte della compagnia nel 1995 e attualmente presidente degli Spurs. Il numero uno è notoriamente un osso duro con cui negoziare, come può confermare Harry Kane.

Il Presidente Daniel Levy!

Nonostante la volontà del centravanti di lasciare il Tottenham, il presidente si è opposto, ricordando al numero 9 il suo contratto fino al 2024. Dal punto di vista economico, il Tottenham si è particolarmente rafforzato negli ultimi anni, anche grazie alla costruzione del nuovo Tottenham Hotspur Stadium, un impianto multifunzionale che ha sostituito il vecchio White Hart Lane.

E quando si è trattato di scegliere un dirigente per lavorare esclusivamente sul mercato, il club ha optato per Fabio Paratici, ex Juventus, che così è diventato il primo direttore sportivo nella storia del Tottenham.

Le leggende del White Hart Lane

A proposito di storia, nonostante una bacheca nazionale abbastanza povera (due titoli, l’ultimo dei quali datato 1961), gli Spurs sono da sempre uno dei club che rappresentano l’identità del campionato inglese.

Con la maglia del Tottenham hanno giocato leggende come Jimmy Greaves, uno dei migliori centravanti della storia del calcio inglese, Paul Gascoigne, genio e sregolatezza a livelli incredibili, il bomber Lineker, Glenn Hoddle, faro della nazionale negli anni Ottanta, Osvaldo Ardiles, argentino campione del mondo nel 1978, Pat Jennings, portiere nordirlandese da 1000 presenze in carriera e altri miti come Dave Mackay o Danny Benchflower.

Lineker con la maglia della nazionale inglese

Chissà, forse a fine carriera entrerà tra le leggende anche Gareth Bale, uno dei calciatori più celebri dell’ultimo decennio, esploso proprio con la maglia degli Spurs: lo ricordare quando per le scommesse live realizzò 3 gol a San Siro in un tempo, riaprendo una sfida di Champions che all'intervallo l'Inter conduceva 4-0?!

Acquisti e cessioni record degli Spurs

Il gallese, sebbene abbia ottenuto i suoi successi con la maglia del Real Madrid, si tiene comunque stretto un record in casa Tottenham: è la cessione record del club, considerando che quando nel 2013 i Blancos lo hanno acquistato per regalarlo a Carlo Ancelotti hanno dovuto sborsare ben 101 milioni di euro.

Bale nel 2012

Il secondo e il terzo della lista, Kyle Walker e Dimitar Berbatov, sono a distanza siderale, avendo portato nelle casse del Tottenham “solo” 50 e 38 milioni con la loro partenza per Manchester, rispettivamente sponda City e United.

Acquisti record - Tottenham

  1. Tanguy Ndombelé - Lione (2019 - 60 milioni)
  2. Davinson Sanchez - Ajax (2017- 42 milioni)
  3. Moussa Sissoko - Newcastle (2016 - 35 milioni)

Cessioni record - Tottenham

  1. Gareth Bale - Real Madrid (2013 - 101 milioni)
  2. Kyle Walker - Manchester City (2017 - 50 milioni)
  3. Berbatov - Manchester United (2008 - 38 milioni)

Non che i soldi delle cessioni siano stati spesi benissimo, però, considerando che l’acquisto record degli Spurs è finora un flop. Tanguy Ndombelé è costato 60 milioni di euro e non ha ancora dimostrato di valerli.

Stesso discorso anche per i 42 milioni sborsati per il colombiano Davinson Sanchez (anche lui ancora in rosa) e per il francese Moussa Sissoko, da poco ceduto al Watford per 3,5 milioni, praticamente un decimo del valore di ingresso...

Insomma, con gli Spurs occhio al mercato. Ma ci penserà Conte a fare in modo che le scelte siano giuste…e oculate!

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo.

December 7, 2021
Ermanno Pansa
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Ermanno è un grande appassionato di sport, in particolare del calcio, vissuto a 360°: come professionista e come tifoso. Ha seguito tutte le fasi finali delle manifestazioni internazionali degli ultimi 15 anni, Mondiali ed Europei.

Amante degli incontri ricchi di gol, collabora quotidianamente con il blog di 888sport, per il quale rappresenta una costante fonte di idee.

 

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Non chiamateli rimborsi: gli stipendi del calcio a 5

Vero calcio, sì o no? Il futsal, o come è meglio conosciuto dalle nostre parti, il calcio a cinque, vive da sempre in una posizione di subordinazione a quello che gli appassionati ritengono il “vero” calcio, ovvero quello a 11.

Una situazione che si riflette ovviamente anche dal punto di vista del seguito della disciplina e, di conseguenza, anche sul livello economico delle retribuzioni.

Ricordiamo che tanti talenti del calcio mondiale come, solo per citarne uno, Vinicius Junior, decisivo nell'ultima edizione di Champions ed eliminato solo da quegli extra terrestri del City in quella attuale, vengono proprio dal calcio a 5...

La Divisione Calcio a Cinque

La plurititolata Luparense 

I compensi dei calciatori di calcio a 5

Lo stipendio di Ricardinho

Falcao O Rei do Futsal

Vero, i palazzetti in cui si giocano i campionati più importanti sono sempre pieni e la passione, soprattutto a livello locale non manca, ma mentre le partite di calcio finiscono in prima serata e attirano milioni in sponsor, quelle di calcio a cinque sono relegate ai canali tematici sportivi anche quando la posta in palio è altissima.

La Divisione Calcio a Cinque

Se si parla di stipendi, poi la sperequazione diventa galattica. E si può tranquillamente pensare che con il monte ingaggi più basso della Serie A di calcio a undici si possa pagare tutto quello della Serie A di calcio a cinque.

Non è certo un caso se la Divisione Calcio a Cinque non fa una lega a sé e non neanche è afferente non alle Leghe di A o di B, bensì alla Lega Nazionale Dilettanti.

Questo perché gli introiti non sono certo paragonabili a quelli delle leghe corrispondenti e neanche sommando le due Serie A (quella canonica e la A/2) si può pensare di avvicinare minimamente quella del calcio a undici.

Del resto, sono molto pochi i calciatori che cambiano carriera, dedicandosi al futsal, a un’età che non sia adolescenziale o poco più. Questo perché anche giocare in serie inferiori nel calcio a 11 è più remunerativo rispetto a essere un calciatore di alto livello nel calcio a 5.

Una questione che sfocia anche nella questione politica, perché tutti i campionati di calcio a cinque, a partire dalla tre leghe principali (A, A/2 e B) sono dilettantistiche. I tre tornei più importanti sono sotto l’egida della Lega Dilettanti, mentre le serie inferiori sono invece controllate dai comitati regionali.

L'Italia di calcio a 5

La plurititolata Luparense 

E basterebbe pensare che la Luparense, società del padovano che è la più titolata della storia del campionato italiano (6 scudetti) è stata per tutta la sua storia una società dilettantistica, così come lo sono quelle attuali che, pur prendendo il nome dallo sponsor come la CAME Dosson o l’Italservice campione d’Italia 2019 e 2021, sono lontanissime dalle strutture e dalle disponibilità economiche di cui godono le società professionistiche del calcio a undici.

Non che il professionismo, comunque, sia per forza la panacea di tutti i mali. In Spagna, dove di fronte a una quarantina di società professionistiche di calcio a undici ci sono quasi 20 squadre di alto livello di futsal, è in corso una battaglia tra i club e la federazione, che ha riconosciuto alle prime due divisioni di calcio a cinque un professionismo che le società hanno definito di facciata, che cambia poco e nulla dal punto di vista economico per i singoli club, ma in compenso permette alla RFEF di gestire i diritti di immagine e quelli audiovisivi dei campionati. 

Lo spagnolo Lozano

I compensi dei calciatori di calcio a 5

Come si ripercuote dunque questa situazione sugli stipendi in Italia? Cosa può aspettarsi un giocatore di calcio a cinque quando raggiunge un livello mediamente importante? Meglio partire dal basso, ovvero dalle categorie inferiori.

Fino a quando non si arriva perlomeno in Serie B, è il caso di non aspettarsi nulla, perché al massimo, come i compensi della pallamano si parla di rimborsi spese. Nella serie cadetta, invece, comincia a essere possibile (ma non necessariamente presente) un ingaggio vero e proprio, che però non permette certo di vivere di calcio a cinque, dato che di norma è inferiore ai 1000 euro al mese.

E ci sono anche situazioni in cui alcuni club decidono consciamente di pagare effettivamente i calciatori più importanti della squadra, relegando invece gli altri a un semplice rimborso spese. Per una situazione migliore bisogna salire in Serie A/2, in cui gli stipendi minimi di norma non sono inferiori ai fatidici mille euro.

Per chi è tra i migliori nella seconda serie, la possibilità è quella di guadagnare tra i 3000 e i 4000 euro al mese, con la speranza poi di arrivare nell’elite.

Il campionato di Serie A, logicamente, è quello che offre più possibilità, con ingaggi che possono arrivare ai 10mila euro al mese, ma soprattutto la presenza dei premi (materiali o in denaro) che spesso e volentieri gli sponsor elargiscono per tenersi strette le proprie stelle senza dover sborsare stipendi da capogiro.

Ovviamente, la situazione non è omogenea, con i club con maggiori disponibilità che offrono ingaggi medi più alti, mentre quelli che non hanno alle spalle patrocinatori importanti devono farsi bene i conti.

Lo stipendio di Ricardinho

Se qualcuno quindi si chiede se è possibile guadagnare molto bene con il futsal, la risposta sembra essere un netto no. Eppure non è detto, perché in giro per il mondo ci sono paesi (come la suddetta Spagna, ma anche il Brasile, il Giappone e la Francia) in cui il calcio a cinque, pur non raggiungendo certo i livelli di quello a undici, è in crescita vertiginosa.

La maggior stella del futsal mondiale, il portoghese Ricardinho, autore di una doppietta per il scommesse live negli ultimi secondi di gioco nel 4-1 all'Italia, è sotto contratto con il club francese ACCS, che ha vinto l’ultimo campionato transalpino.

Il presidente della società ha parlato al riguardo di un contratto da tre stagioni per un milione di euro totali. In pratica guadagna circa 300mila euro l’anno, una cifra che se paragonata a quelle della maggior parte dei calciatori a cinque italiani è altissima (ma che comunque è molto bassa, se invece viene vista nell’ottica del calcio professionistico).

Il fenomenale Ricardinho!

Falcao O Rei do Futsal

Per le stelle del futsal, o almeno per quelle di livello internazionale, gli stipendi delle società non sono però l’unico modo per guadagnare.

Quello che è considerato il miglior giocatore di sempre, il brasiliano Falcao, anni fa arrivava anche lui a guadagnare quasi 300mila euro all’anno, a cui però aggiungeva gli introiti della sua società di merchandising, che gli permetteva di arrotondare.

Persino lui, predecessore del Bomber Ferrao sempre una buona opzione per le quote calcio, considerato una divinità nell’ambiente, ha però provato il grande salto nel calcio a 11, giocando 13 partite con il Sao Paulo campione del Sudamerica nel 2005.

Falcao contro l'Argentina!

Un’esperienza che gli era valsa addirittura una proposta di contratto da due anni, che però Falcao ha rifiutato, spiegando di essere nato per giocare a cinque. Non sono noti i dettagli economici del contratto, ma una cosa è certa: O Rei do Futsal è uno dei pochi nella storia del suo sport con un conto in banca che poteva permettergli di dire no…

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo. Prima pubblicazione 6 dicembre 2021.

May 22, 2023
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Francesco vive di sport, di storia e di storie di sport. Dai Giochi Olimpici antichi a quelli moderni, dalle corse dei carri a Bisanzio all'Olanda di Cruijff, se c'è competizione o si tiene un punteggio, lui si appassiona sempre e spesso e volentieri ne scrive.

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