Il Chelsea e gli altri, gli instant team nel calcio

Allestire un Instant Team

Instant team calcio: vincere e vincere subito. Per quanto il calcio dimostri con una certa costanza che per creare grandi squadre ci vogliono tempo e pazienza, c’è sempre qualcuno che prende una strada diversa, quella dell’instant team.

Ovvero quelle squadre costruite nel giro di una o due stagioni, attraverso sessioni di mercato quasi bulimiche, il cui obiettivo dichiarato è competere immediatamente per il campionato o per i trofei europei.

E pazienza se la squadra che si tira su non è sostenibile dal punto di vista economico, perché una volta ottenuto il risultato, si può smantellare anche a cuor leggero…

Il Chelsea di Mou

L'Inter di Antonio Conte

Il PSG degli sceicchi

Il Chelsea di Mou

Senza citare i soliti Los Angeles Rams nella NFL che hanno vinto da favoriti per le scommesse sportive il Super Bowl californiano del 2022, il concetto di instant team è legato ai cambi di proprietà, soprattutto a quelli di un certo livello.

L’esempio più concreto è certamente quello del Chelsea di Roman Abramovich. Anno 2004: i Blues, che nella stagione precedente sono arrivati secondi in Premier League con Claudio Ranieri, mutano decisamente marcia.

In panchina arriva Josè Mourinho e Stamford Bridge non si risparmia sui cartellini: vengono acquistati, tra gli altri, Didier Droga, Arjen Robben, Ricardo Carvalho, Paulo Ferreira e Peter Cech, che saranno in gran parte la spina dorsale del nuovo Chelsea targato Special One. Arriva la Premier League e i Blues non lasciano, anzi, raddoppiano.

Instant team calcio

Nella stagione successiva gli acquisti di grido sono Michael Essien e Shaun Wright-Phillips e Mourinho fa il bis, vincendo di nuovo il campionato.

Se l’obiettivo di Abramovich era quello di portare subito a casa l’argenteria pesante, impossibile dire che non sia riuscito.

L'Inter di Antonio Conte

L’instant team è invece a volte una reazione a una mancata vittoria. È il caso dell’Inter targata Antonio Conte. Il tecnico leccese arriva in nerazzurro sperando di competere con il suo vecchio amore, la Juventus, ma per approfittare di una Signora che si avvicina alla fine del suo ciclo servono spese importanti.

Nel 2019 arrivano ad Appiano Gentile Romelu Lukaku, Nicolò Barella e Stefano Sensi, che si rivelò per le quote Serie B in una grande stagione a Cesena, e tanti altri, per un esborso totale che supera di gran lunga i 100 milioni di euro.

Instant team calcio

Nella prima stagione però arriva solo un secondo posto.

Nell’estate 2020, quindi, il club è a un bivio e l’instant team si completa per gli acquisti Inter con la firma del travolgente Achraf Hakimi dal Real Madrid ma anche di calciatori che costano poco ma hanno ingaggi importanti come Arturo Vidal e Alexis Sanchez.

Risultato, l’Inter vince lo scudetto dopo 11 anni, ma l’instant team è smantellato in fretta: assieme a Conte, se ne vanno sia Lukaku che Hakimi e la stagione successiva i nerazzurri, nonostante i chiari favori dei pronostici Serie A, sono costretti ad abdicare in favore del Milan.

Il binomio Conte e Lukaku rivincerà 4 anni dopo a Napoli, ma questa è un'altra storia!

Il PSG degli sceicchi

Impossibile poi non menzionare il Paris Saint-Germain, che con l’arrivo degli sceicchi del Qatar comincia…a fare compere in giro per l’Europa.

Il momento in cui i parigini (che già nel 2011 acquistano Javier Pastore per 42 milioni e affidano la panchina a Carlo Ancelotti) decidono che è il ora di allestire su una squadra pazzesca è l’estate 2012. Al Parco dei Principi arrivano Zlatan Ibrahimovic, Thiago Silva, Marco Verratti ed Ezequiel Lavezzi.

E la Ligue 1, che nella stagione successiva era sfuggita, viene messa in bacheca. Nel 2013 le spese continuano, con l’approdo nella Ville Lumiere di Edinson Cavani, che il Calendario Mondiali ha messo davanti alla Corea del Sud all'esordio, Marquinhos e Lucas Digne.

Nonostante almeno un grande colpo a stagione (come David Luiz e Angel Di Maria), il PSG non riabbraccia il concetto di instant team fino al 2017, quando deve reagire al titolo vinto dal Monaco e lo fa…col botto.

Instant team calcio

Nel giro di poche settimane i parigini acquistano sia Neymar che Kylian Mbappè, gente che non ha di certo stipendi Serie B...

Instant team calcio

Ma sebbene i grandi acquisti abbiano funzionato quasi sempre in campionato, ai francesi, fino alla meravigliosa serata di Monaco di Baviera, continuava a sfuggire la Champions League, persino con Leo Messi alla rosa.

Ennesima dimostrazione, qualora ce ne fosse il bisogno, che l’instant team non è una scienza esatta… Chiedere a Dembelé e soci, per conferma!

*La foto di apertura è distribuita da Alamy; le immagini all'interno dell'articolo sono distribuite da AP Photo. Prima pubblicazione 25 giugno 2022.

June 17, 2025
Ermanno Pansa
Body

Ermanno è un grande appassionato di sport, in particolare del calcio, vissuto a 360°: come professionista e come tifoso. Ha seguito tutte le fasi finali delle manifestazioni internazionali degli ultimi 15 anni, Mondiali ed Europei.

Amante degli incontri ricchi di gol, collabora quotidianamente con il blog di 888sport, per il quale rappresenta una costante fonte di idee.

 

factcheck
Off
hidemainimage
show
Hide sidebar
show
Fullwidth Page
Off

Bremer conteso sul mercato e dalle convocazioni

Quando nel 2018 è arrivato per poco meno di 6 milioni di euro dall’Atletico Mineiro, quel cognome aveva anche scatenato un po’ di ironia. Gleison Bremer Silva Nascimento, classe 1997, è sbarcato in Serie A da sconosciuto, con il Torino che ha deciso di puntare su di lui per la sua difesa.

E più di qualcuno ha chiosato che da uno chiamato così ci si aspettava un tedesco con i baffi, vista la similitudine con Andy Brehme, campione d’Italia con l’Inter e del mondo nel 1990 con la Germania Ovest.

Quanto vale Bremer

Le statistiche del difensore in A

Derby milanese per Bremer

Tra Brasile ed Italia

Il bonus di benvenuto di 888sport!

Quanto vale Bremer

Ma invece di un terzino con un sinistro fatato, il Toro ha trovato un difensore centrale coi controfiocchi, che in quattro stagioni è cresciuto a dismisura ed è diventato l’oggetto del desiderio delle big tricolori e non solo: insomma, delle formazioni protagoniste delle scommesse calcio!

Bremer contro Ibra!

Per lui, prima dell'asta vinta dalla Juventus sull'Inter, 35 milioni di valore di mercato e un contratto fino al 2024, che mette il Torino al riparo da sorprese troppo sgradite per quanto riguarda l’incasso, ma che allo stesso tempo costringe il club granata a pensare a una cessione in tempi brevi.

Del resto, lo stesso Bremer non si è nascosto dietro un dito, nonostante una gratitudine importante nei confronti del Toro. Il club lo ha portato in Europa, lo ha fatto crescere e lo ha anche investito dell’onore della fascia di capitano. Ma di fronte alle lusinghe dei top club, il brasiliano ha rivelato che la voglia è quella di mettersi alla prova con la Champions League.

Le cifre del trasferimento alla Juve sono davvero clamorose, con un aumento di stipendio incredibile per il centralone brasiliano!

Le statistiche del difensore in A

La Serie A, in fondo, l’ha già conquistata, visto che al termine della stagione 2021/22 è stato premiato come miglior difensore del campionato. Per lui 33 partite, condite, come ricorderanno gli appassionati di scommesse Serie A da 3 reti, un assist e 7 cartellini gialli. Per uno che di mestiere deve fermare gli avversari con ogni mezzo, neanche troppo.

E il resto dei numeri stagionali parla decisamente da solo. Quarto posto nella classifica delle palle recuperate (284), quinto per contrasti vinti (217) e terzo per duelli aerei in cui ha trionfato (132). Ma in tutti i casi, il calciatore del Torino è entrato nelle graduatorie come primo dei difensori.

Certo, il verdeoro è stato anche il quinto calciatore più falloso della Serie A (e anche in questo caso ha primeggiato tra i colleghi di reparto), ma considerando che il suo tecnico è Ivan Juric e che in classifica prima di lui ci sono due compagni di squadra (che per la cronaca, sono Lukic e Pobega), la questione va messa in prospettiva.

Derby milanese per Bremer

Dunque, con prestazioni del genere era quasi logico che le migliori squadre d’Italia e d’Europa si presentassero a bussare a Cairo.

In pole position per assicurarsi Bremer c’era l’Inter, che lo aveva nel mirino da parecchio per puntellare la difesa, visto che con tutta probabilità il sacrificio per il bilancio verrà fatto proprio in quel riparto.

A lui aveva pensato anche la coppia che dirige il mercato Milan, che può cercare di fare uno sgarbo ai cugini.

Ma non solo in Italia ci si sono resi conto che il brasiliano è pronto per una big, in un mercato con carenza di difensori centrali, come del resto testimoniano gli sforzi effettuati dal Napoli per Kim!

Bremer in contrasto aereo contro Giroud

A considerare il suo acquisto c’è stato anche il Tottenham di Antonio Conte, uno che ha avuto modo di vedere da vicino le qualità del difensore del Toro, e persino il Bayern Monaco prima di puntare deciso su de Ligt!

Tra Brasile ed Italia

Insomma, tutti vogliono Bremer, comprese…le due nazionali che potrebbero convocarlo. In pole position c’è ovviamente la Seleçao, ma Tite ancora non lo ha convocato. Il che, visto che l’iter per il passaporto italiano è già partito, sta facendo sperare non poco Mancini e la FIGC.

Anche in questo caso, possibile se non probabile che ci sia una battaglia per assicurarselo. Ennesima dimostrazione che Bremer è il vero oggetto del desiderio di molti club…e non solo!

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo. Prima pubblicazione il 25 giugno 2022. 

July 27, 2022
Ermanno Pansa
Body

Ermanno è un grande appassionato di sport, in particolare del calcio, vissuto a 360°: come professionista e come tifoso. Ha seguito tutte le fasi finali delle manifestazioni internazionali degli ultimi 15 anni, Mondiali ed Europei.

Amante degli incontri ricchi di gol, collabora quotidianamente con il blog di 888sport, per il quale rappresenta una costante fonte di idee.

 

factcheck
Off
hidemainimage
show
Hide sidebar
show
Fullwidth Page
Off

In Qatar 26 calciatori e panchina extralarge

Nell'anniversario dei quaranta anni degli Eroi di Madrid la complessità delle scelte del mitico CT Enzo Bearzot sembra distanti secoli! Il tecnico friulano compose con grande fatica la lista definitiva dei 22 calciatori da convocare nel ritiro ad Alassio, preferendo al capocannoniere Roberto Pruzzo un giovanissimissimo Daniele Massaro ed inserendo, in extremis, anche Franco Selvaggi, probabilmente più adatto a interpretare lo scomodo ruolo dell'attaccante di scorta.

I 23 convocati

La novità della lista a 26

Il Brasile extralarge favorito in Qatar

Gotze la decide partendo dalla panchina

Il bonus di benvenuto di 888sport!

I 23 convocati

Dai Mondiali del 2002 è consentito il ventitreesimo atleta in lista: nell'ambiziosa formazione targata Trap che nella gara inaugurale di Sapporo Dome superò, da favorita per le scommesse Italia, l'Ecuador con una doppietta di Bobo Vieri, il 23 Azzurro era già di Marco Materazzi che nel Mondiale successivo fu protagonista assoluto nella finale di Berlino!

La novità della lista a 26

Recependo, di fatto, una richiesta degli allenatori delle 32 nazionali qualificate, la FIFA ha allargato a 26 il numero di giocatori convocabili e a ben 55 quelli della prima lista, la provvisoria.

Come abbiamo evidenziato in tema di sostituzioni queste novità non sono assolutamente banali: i 26 calciatori andranno tutti a referto e con 5 cambi a disposizione su una panchina di ben 15 calciatori pronti ad entrare subito in partita, le riprese potrebbero diventare un incontro a parte, completamente diverse dai primi tempi! 

La panchina della Germania

Chi beneficerà di più dalla novità comunicata il 23 maggio? Le rappresentative più forti, naturalmente. 

Il Brasile extralarge favorito in Qatar

Proviamo a condividere un ragionamento e prendiamo ad esempio il Brasile, considerato il favorito d'obbligo per le quote Mondiale Qatar dopo il record di punti nelle qualificazioni sudamericane. Tite alterna i sistemi di gioco 1-4-3-3 e 1-4-4-2; i tre titolari nel magnifico reparto offensivo sono, con gli esterni a piede invertito, Antony a destra e Vinicius Jr a sinistra con Neymar che parte centralmente.

Il tecnico del Brasile

Le riserve? Viene da ridere, rectius da piangere, paragonando il roster della Selecao ai calciatori italiani impegnati tra Macedonia e Nations: primo cambio per il tecnico bicampione alla guida del Corinthians è naturalmente Rodrigo che anche nella quinta Champions vinta dal nostro Carletto Ancelotti è stato più volte decisivo come supersub, in particolare con la magnifica doppietta in 60'' che ha obbligato il City ai supplementari, mandando in tilt le scommesse live!

Passiamo al volo ai brasiliani che giocano in Premier: come non convocare Firmino, Richarlison, Gabriel Jesus e l'idolo della torcida del Vasco, Coutinho (e stiamo a otto per tre posti nella Starting Eleven...) .

La novità della lista a 26, così, consentirà a Tite di ragionare sul re dei bomber del Brasileirao Gabigol, per il momento l'unico sicuro del posto che gioca in Brasile è il mancino Guilherme Arana o su un attaccante giovane in più, magari Gabriel Martinelli o Cunha che potrebbe esplodere all'Atletico.

O come calciatore in più il selezionatore brasiliano potrebbe chiamare, finalmente, Bremer per avere un'opzione in più in difesa.

Gotze la decide partendo dalla panchina

Naturalmente anche altre selezioni saranno agevolate dalla panchina lunga: pensate alla profondità delle rose di Francia, degli incredibili attaccanti del Portogallo che per la prima volta non si presenta CR7 dipendente...

Non vi abbiamo ancora convinto? Allora vi ricordiamo la finale del Mondiale dei Mondiale: a segnare la rete decisiva al Maraca nel 2014 in una sfida che si avviava ad imprevedibili tiri dal dischetto fu Mario Gotze, subentrato alla leggenda Klose ad una manciata di secondi dal fischio dei tempi regolamentari.

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo.

June 24, 2022
Ermanno Pansa
Body

Ermanno è un grande appassionato di sport, in particolare del calcio, vissuto a 360°: come professionista e come tifoso. Ha seguito tutte le fasi finali delle manifestazioni internazionali degli ultimi 15 anni, Mondiali ed Europei.

Amante degli incontri ricchi di gol, collabora quotidianamente con il blog di 888sport, per il quale rappresenta una costante fonte di idee.

 

I compensi per i direttori generali sono investimenti mirati

Sono ormai finiti i tempi in cui la gestione di un club poteva essere di tipo…familiare. Una volta (e neanche troppo tempo fa) bastavano un presidente, che si occupava di tutto quello che concerne l’area amministrativa, un allenatore, che invece dedicava tutta la sua attenzione a quello che succede in campo, e al massimo un direttore sportivo, magari per evitare che presidenza e guida tecnica dovessero scontrarsi sul mercato per divergenze di opinioni.

Oggi tutto questo è pressoché impossibile, almeno a livello professionistico. Le squadre di calcio sono sempre più simili ad aziende e proprio per questo si stanno imponendo figure dirigenziali che non sono specifiche del calcio, ma che applicano al pallone concetti che chi si occupa di ingegneria gestionale e soprattutto di management conoscono ormai da tempo.

Ed ecco perchè nel calcio, non solo in quello italiano, ci sono sempre più direttori generali.

Il ruolo del Direttore Generale

Marotta il DG più pagato

Tiago Pinto lo stratega per Mou

Il General Manager all'estero

Il bonus di benvenuto di 888sport!

Il ruolo del Direttore Generale

Cosa fa un direttore generale? Si occupa di…tutto quello che concerne la gestione della società, a volte soltanto dal punto di vista sportivo, in altre anche da quello finanziario. In pratica, è l’uomo di fiducia della dirigenza, quello che mette a punto il budget per il mercato, gestisce le negoziazioni per i rinnovi o delinea la strategia quando si tratta di decidere il nome dell’allenatore.

Spesso e volentieri poi è anche il volto del club, quello che si presenta davanti alle telecamere o in conferenza stampa quando la situazione non è rosea o se c’è da comunicare qualcosa di importante, nel bene e nel male. Come suggerisce il nome stesso della posizione, il direttore generale si occupa un po’ di tutto ed è una figura che trascende la sottile (ma non troppo) differenza tra figura amministrativa e figura di campo.

Quando poi gli vengono assegnate anche competenze da amministratore delegato, come il potere di firma in assenza della proprietà, allora si può parlare del vero e proprio deus ex machina di un club, che gestisce tutta l’ordinaria amministrazione con il completo appoggio di chi è al vertice della gerarchia.

Un lavoro non semplice, anche perchè spesso porta a svolgere più ruoli allo stesso tempo, vista la commistione tra campo e scrivania. E che però proprio per questo viene ben retribuito, considerando che si parla ormai della figura chiave per la gestione di tantissime società.

Rappresentano, quindi, scommesse vincenti in partenza investire su queste figure che possono fare la differenza, in alcuni casi, ben più di un allenatore!

Marotta il DG più pagato

In Italia l’esempio migliore è naturalmente quello di Giuseppe Marotta, che per un decennio è stato Direttore Generale alla Juventus, ma che adesso all’Inter ha assunto un ruolo che lo slega un po’ da quella che è l’amministrazione economica vera e propria, diventando Amministratore Delegato per l’Area Sportiva.

Marotta è uno dei dirigenti più pagati del calcio italiano, considerato che tra stipendio fisso (1,5 milioni di euro, sia alla Juventus che all’Inter) e bonus concordati è riuscito a raggiungere cifre ragguardevoli. 

Volendo fare un esempio, l’ultima stagione passata a Torino, quella 2017/18, gli ha portato ben 5 milioni di euro, visto che allo stipendio si sono aggiunti i premi per la stagione precedente, in cui i bianconeri avevano vinto, da strafavoriti per le scommesse Serie A, campionato e Coppa Italia ed erano arrivati in finale di Champions League, ma anche quelli del piano a lungo termine della società piemontese.

Alla Juventus, poi, Marotta riceveva il suo compenso in virtù delle differenti mansioni che confluivano nella sua figura, ovvero amministratore (dunque membro del CDA), amministratore delegato e direttore generale dell’area sportiva, ovvero il ruolo che poi ha ceduto a Paratici, che dunque non ha avuto tutte le prerogative del suo predecessore.

Tiago Pinto lo stratega per Mou

Se da una parte c’è un accentramento di competenze, ci sono anche casi in cui invece di uno stipendio unico si arriva a pagarne…diversi, come l’Atalanta, che non solo ha in Umberto Marino il suo direttore generale, ma ha anche un amministratore delegato (Luca Percassi) e un direttore tecnico dell’area sportiva, ovvero Sartori.

Alla Roma invece è arrivato il portoghese Tiago Pinto, che in teoria avrebbe dovuto sostituire Petrachi come Direttore Sportivo, ma è invece diventato Direttore Generale. Per l’ex Benfica, che nel corso degli anni a Lisbona ha portato a termine operazioni importantissime sia in entrata (Darwin Nunez) che in uscita, lo stipendio annuale è di circa 1,2 milioni di euro.

L'esultanza dello staff giallorosso a Tirana!

Alla Juventus invece, dopo l’addio di Paratici, al suo posto è stato promosso Federico Cherubini, di cui però non è nota la retribuzione. Considerando che il suo predecessore nella sua ultima stagione ha incassato oltre 2 milioni, ma che la crisi ha colpito duro anche alla Continassa, ci sono forse da immaginarsi cifre più basse.

Il General Manager all'estero

E all’estero, come vanno le cose? Anche altrove la figura del direttore generale si è imposta, soprattutto in club che sono controllati da proprietà che per diversi motivi non possono essere troppo presenti. L’esempio più celebre è quello del Chelsea, che come Direttore Generale ha la Lady di Ferro, Marina Granovskaia.

Il numero due del proprietario Abramovich è la figura con cui tutto ciò che ha a che fare con il lato sportivo deve confrontarsi: mercato, rinnovi contrattuali, persino la ricerca degli sponsor, la business woman russo-canadese è il vero collante dei Blues. Per lei il Daily Mail parlava di uno stipendio da 1,6 milioni di sterline, ma…nel 2016.

Considerando che nel frattempo il club londinese ha vinto di nuovo la Champions League e anche un’altra Premier, molto probabile che il compenso della manager sia ampiamente aumentato. 

In un altro club controllato…a distanza come il Paris Saint-Germain c’è invece una vecchia conoscenza del calcio italiano, ovvero Jean-Claude Blanc, dirigente della prima Juventus post-Calciopoli. Per lui si sono aperte le porte del Parco dei Principi, e visto che il suo ruolo è decisamente importante, lo stipendio è assolutamente al pari di quello dei colleghi più celebri. Blanc guadagna infatti circa 800mila euro a stagione, ma per sua scelta.

Blanc con Ronaldo il fenomeno!

Il contratto firmato ormai nel 2011 parla infatti di 1,2 milioni di euro, ma nel 2020 il dirigente ha optato per ridursi lo stipendio di circa il 30%. In ogni caso, per lui si parla di un salario di un terzo rispetto a quello di chi, come Leonardo, in teoria come direttore sportivo è un suo sottoposto.

Ma la figura del Direttore Generale è talmente sfaccettata che…succede anche questo!

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo.

June 23, 2022
Body

Francesco vive di sport, di storia e di storie di sport. Dai Giochi Olimpici antichi a quelli moderni, dalle corse dei carri a Bisanzio all'Olanda di Cruijff, se c'è competizione o si tiene un punteggio, lui si appassiona sempre e spesso e volentieri ne scrive.

Molinari, il più atteso alla Ryder italiana

Nel 2023 la Ryder Cup di golf si giocherà di nuovo sul territorio europeo, al Marco Simone Golf and Country Club. Gli occhi di tutto il mondo dello sport saranno rivolti a pochi chilometri dalla Capitale, dove dodici tra i migliori golfisti europei e altrettanti statunitensi si disputeranno un trofeo dalla storia ultracentenaria.

E per gli appassionati tricolori, la speranza è che a rappresentare i colori azzurri ci sia in campo qualcuno dei talenti che gli ultimi anni hanno visto esplodere. Quello che certamente ha le migliori possibilità di dire la sua sul green a settembre 2023, visto il palmares, è certamente Francesco Molinari. Del resto, il torinese classe 1982 è l’unico golfista italiano che può vantarsi di aver portato a casa un major.

Una famiglia di golfisti

Nel 2010 la prima Ryder

Il successo di Molinari nell'Open Championship

Lo spettacolo del Moliwood in Francia

I guadagni di Francesco Molinari in carriera

Una famiglia di golfisti

Molinari nasce in una famiglia di giocatori professionisti e non è quindi poi così strano che sia lui che suo fratello maggiore Edoardo (classe 1981) comincino sin da giovanissimi a calcare i green. Chicco passa professionista nel 2004 dopo un’ottima carriera da amateur e comincia subito a farsi notare nell’European Tour. Nel 2006 diventa infatti il primo italiano a vincere l’Open d’Italia dai tempi di Massimo Mannelli, che lo aveva portato a casa nel 1980.

È l’inizio di un periodo pieno di soddisfazioni, che vede Molinari non riuscire a vincere nessun torneo, ma che denota una crescita impressionante, sia nel ranking europeo che nei piazzamenti ai tornei, con tre secondi posti. Nel 2009, assieme a Edoardo, permette però all’Italia di vincere la World Cup a Shenzen, in Cina.

Nel 2010 la prima Ryder

L’anno delle prime grandi vittorie, da solo e in squadra, è però il 2010. A ottobre Francesco ed Edoardo Molinari scendono in campo assieme per la Ryder Cup a Celtic Manor, in Galles, avendo ottenuto la qualificazione rispettivamente il ranking europeo e la scelta del capitano Colin Montgomerie.

Non è il primo caso di fratelli che giocano assieme alla Ryder, ma arriva comunque un apprezzatissimo primato: i Molinari sono i primi fratelli a far parte della squadra vincente. Chicco e Dodo perdono il foursome contro Zach Johnson e Mahan, ma pareggiano il four-ball contro Cink e Kuchar. Nel singolare, arriva la sconfitta per Francesco, ma per mano di un certo Tiger Woods…

La gioia per la vittoria del Team Europe è il preludio a un’altra affermazione, quella nel WGC-HSBC Champions di Shanghai, che lo fa arrivare al suo best ranking fino a quel momento (numero 14 del mondo).

Dopo un 2011 con buoni piazzamenti, il 2012 è un altro anno d’oro. Molinari vince l’Open di Spagna in rimonta, partendo con quattro colpi di svantaggio all’ultimo giro e terminando davanti a tutti di tre. Il ranking gli permette di qualificarsi di nuovo per la Ryder Cup e Chicco è protagonista, seppure con un bilancio negativo.

L'esultanza di Molinari

Dopo le sconfitte nei foursome (in coppia con Lee Westwood) e nei four-ball (assieme a Justin Rose), nell’ultima leggendaria giornata a Medinah Molinari incontra di nuovo Tiger Woods.

Stavolta il match termina in parità, ma è un mezzo punto che fa la storia: non solo l’Europa mantiene la Ryder dopo essere partita in svantaggio di 4 nella mattinata di domenica, ma per le scommesse golf con il mezzo punto conquistato con i denti da Chicco vince (nonostante un pareggio bastasse) per 14 e 1/2 a 13 e 1/2.

Il successo di Molinari nell'Open Championship

Gli ottimi risultati (tra cui il nono posto agli Open del 2013) gli permettono nel 2014 di ottenere l’iscrizione al PGA Tour e di alternarsi con i tornei dell’European. Nel 2016 arriva la seconda vittoria all’Open d’Italia, il primo azzurro di sempre a riuscirci, ma per l’anno di grazia bisogna attendere il 2018.

A maggio Molinari vince il BMW PGA Championship, l’evento più importante dell’European Tour, pareggiando il numero di tornei del tour vinti da una leggenda come Costantino Rocca. A inizio luglio porta a casa anche il primo torneo del PGA Tour, il Quicken Loans National, diventando così il primo italiano a imporsi nel tour principale addirittura dal 1947.

Molinari in azione

Il capolavoro però arriva qualche settimana dopo. Il 22 luglio 2018, sui leggendari Carnoustie Golf Links, Molinari vince l’Open Championship, il torneo di golf più antico del mondo, a sorpresa per le scommesse sportive con due colpi di vantaggio su campioni come Kevin Kisner, Rory McIlroy, Justin Rose e Xander Schauffele. Si può chiedere di meglio?

Lo spettacolo del Moliwood in Francia

Incredibilmente sì. La spinta della conquista della leggendaria Claret Jug lo spedisce fino al numero 5 del ranking mondiale e alla vittoria nella Race to Dubai, che gli vale un montepremi di oltre un milione di dollari. E visto che il 2018 è l’anno di grazia, arriva persino il tris nella Ryder Cup. Alla prima nuova convocazione dopo due edizioni viste da lontano, Molinari domina totalmente la scena in Francia.

Il percorso del Le Golf National regala un momento storico: l’italiano diventa il primo giocatore europeo a far segnare percorso netto: cinque vittorie, zero pareggi, zero sconfitte. Nei match di coppia Molinari è affiancato dall’inglese Tommy Fleetwood, in una partnership decisamente social e virale che prende il nome di “Moliwood” e porta all’Europa quattro punti nelle prime due giornate. Il singolare, come è quasi giusto che sia, è quello della vittoria matematica, con il punto ottenuto contro una leggenda come Phil Mickelson.

I guadagni di Francesco Molinari in carriera

Il periodo d’oro si chiude nella primavera 2019, con la vittoria all’Arnold Palmer Invitational e con un quinto posto ai Masters, nonostante la vetta della classifica a 18 buche dalla fine. Nelle ultime stagioni Chicco ha avuto qualche problema fisico, che gli ha impedito anche di giocare la Ryder 2021, ma ora sembra tornato in forma, pronto per prendersi di nuovo i riflettori e per lanciare la rincorsa alla Ryder tricolore di settembre 2023.

Molinari, testimonial Nike

Ma quanto ha guadagnato Molinari in carriera? Secondo le stime più recenti, i suoi guadagni si avvicinano ai 15 milioni di euro solo per quello che riguarda il PGA Tour. La stagione in cui il torinese ha incassato di più è ovviamente  quella 2018, in cui i premi guadagnati hanno superato i 4 milioni e gli hanno permesso di arrivare all’undicesimo posto della Money List, risultato ripetuto nell’anno successivo.

Sommati a quelli dell’European Tour e della Coppa del Mondo 2009, si arriva a una cifra ragguardevole, 22 milioni di euro. Guadagni non certo paragonabili a quelli dei big americani o inglesi, ma che bastano e avanzano per renderlo il miglior italiano di sempre…anche in questo!

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da AP Photo. 

June 23, 2022
Body

Francesco vive di sport, di storia e di storie di sport. Dai Giochi Olimpici antichi a quelli moderni, dalle corse dei carri a Bisanzio all'Olanda di Cruijff, se c'è competizione o si tiene un punteggio, lui si appassiona sempre e spesso e volentieri ne scrive.

factcheck
Off
hidemainimage
show
Hide sidebar
show
Fullwidth Page
Off